Intelligence, il top manager Eni Alfio Rapisarda al master dell’università della Calabria: “Fondamentale la sicurezza energetica”

Alfio Rapisarda, responsabile sicurezza del Gruppo Eni, ha tenuto una lezione al Master in Intelligence dell’Università della Calabria diretto da Mario Caligiuri.
 
Il manager ha esordito raccontando l'eccezionale storia dell’Eni, che da volano dell’economia nazionale si è trasformata in azienda internazionale in grado di modificare gli equilibri mondiali dell’energia.

La dimensione dell’Eni è straordinaria: operazioni in 73 paesi del mondo, più di 33mila persone che vivono e si muovono nelle più disparate aree operative in terra e in mare. Mutuando dal suo fondatore Enrico Mattei una visione a lungo termine, Eni è una società che pensa già a ciò che ci sarà nel futuro, oltre al petrolio e al gas. In questo senso molto interessante è l’accordo siglato di recente con il Mit di Boston sulla fusione nucleare.

«Bisogna tener presente - ha ribadito Rapisarda - che le variabili geopolitiche sono una componente di rischio da valutare attentamente nell’ambito di una strategia energetica sia nazionale che internazionale».
 
Approfondendo questo aspetto, il top manager ha osservato come l’economia energetica costituisca una leva importante per la crescita economica e sociale specie per quei Paesi in via di sviluppo e che si trovano ad affrontare complessi scenari geopolitici, dove si registrano tensioni legate a conflitti regionali e minacce terroristiche e criminali.

L’attenzione alla sicurezza è nel Dna di Eni, che da sempre adotta rigide politiche di security improntate a logiche di prevenzione per misurare, stimare e governare rischi di varia natura: il terrorismo, la pirateria, i sabotaggi, la criminalità, lo spionaggio industriale ed il cyber crime, una nuova forma di minaccia che, per sua natura, è senza confini e quindi ancor più pervasiva e pericolosa.

In Italia non c’è ancora una legge che disciplina la security e le regole che ciascuna azienda adotta vengono mutuate dalla safety, in particolare dalla legge sulla sicurezza nei luoghi di lavoro e dai vincoli relativi alla responsabilità amministrativa delle aziende.

«La security Eni – ha spiegato Rapisarda - monitora ed analizza centinaia di paesi: l’Africa, sia nella parte settentrionale che ad ovest, dove Eni è la prima compagnia petrolifera, il Sudamerica dove è presente da molti anni, l’Europa, il Medio Oriente e l’Asia centrale. Per ogni Paese Eni ha elaborato una mappa dei rischi e delle minacce, analizzando puntualmente una molteplicità di dati. Gestire il rischio - ha sottolineato Rapisarda - significa anzitutto saperlo valutare».

A tal proposito, è essenziale conoscere il business, valutare il contesto ed avere consapevolezza delle minacce relative all’azienda. Tutto ciò concorre a definire una strategia in grado di mitigare i rischi e ridurli entro i limiti del possibile.

In tale contesto, si può parlare di una cosidetta “intelligence aziendale", che secondo Rapisarda è una disciplina fondamentale per integrare una serie di competenze complesse, dalla sociologia alla psicologia, dalla statistica alla giurisprudenza, dall’economia all’informatica, dalla logistica alle scienze della comunicazione. Ogni piccola parte contribuisce alla comprensione dell’insieme.

Ripercorrendo la nascita della cultura dell'intelligence, Rapisarda ha ricordato ancora la figura di Mattei ed il suo ruolo centrale dell'individuare le opportunità di sviluppo industriale nazionale attraverso metodiche analisi sui Paesi, sulle potenzialità e sugli aspetti contrattuali e commerciali in grado di rendere appetibile l'accesso di Eni a mercati che prima le erano preclusi.

Rapisarda ha concluso il suo intervento parlando del rischio attuale della cybersecurity, dove c’è ancora poca esperienza, sensibilità e norme.
 
«In un mondo che usa in maniera rilevante internet e che diventerà sempre più "virtuale" la rete sarà sempre più un campo di battaglia. L’aumento esponenziale delle connessioni imporrà di approntare strumenti adeguati per coniugare business e sicurezza non solo nelle aziende ma anche per proteggere la sfera privata.
La sicurezza informatica è indubbiamente il bisogno emergente. Gli attacchi informatici aumentano anche nel nostro Paese in tutti i settori ed è ancora estremamente difficile disporre di strumenti giuridici in grado di prevenire e tutelare la privacy aziendale e personale».

Anche in questo campo, come in generale sul tema della security è centrale, secondo Rapisarda, il fattore H, il fattore umano, che è l'anello debole di ogni sistema di sicurezza. Il manager ha concluso: «Bisogna pensare alla sicurezza prima che serva. La fiducia, il coinvolgimento e la sensibilizzazione di tutti gli operatori dell’azienda sono decisivi per lavorare nell’ambiente più sicuro possibile».

 

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Molestie e maltrattamenti a moglie e genitori, arrestato un 35enne

Nel pomeriggio di ieri 7 aprile 2017, a Rosarno, a conclusione di specifica attività investigativa, i Carabinieri della locale Tenenza agli ordini del S.Tenente Alfio RAPISARDA, hanno eseguito un’ordinanza di applicazione di misura cautelare in carcere, emessa dal Tribunale di Palmi – Ufficio Gip, nei confronti di M. G., rosarnese di 35 anni, già noto alle forze dell’ordine, poiché ritenuto responsabile dei reati di maltrattamenti in famiglia per aver ripetutamente percosso e minacciato il proprio padre M.A. di anni 57 e la madre C.N., di 55 anni, nonché la compagna convivente D.G. di anni 27.

La misura cautelare è stata adottata, in tempi assolutamente ristretti, dal GIP presso il Tribunale di Palmi a seguito della richiesta della locale Procura della Repubblica in relazione all’attività d’indagine svolta nel corso delle ultime settimane dai Carabinieri della Tenenza di Rosarno, in stretta sinergia info–investigativa con i militari della Compagnia CC di Gioia Tauro, diretta dal Tenente Gabriele LOMBARDO.

Il 22 marzo 2017 i genitori dell'uomo hanno presentato una denuncia-querela nei confronti del figlio rappresentando sin da subito ai Carabinieri un quadro di maltrattamenti familiari, consistiti in minacce e percosse continuate nei loro confronti e nei confronti della donna convivente.I Carabinieri hanno scoperto che parte dei gravissimi episodi di maltrattamenti familiari erano commessi persino davanti alla figlia minorenne, elemento questo che aggravava ancor di più la natura del reato.

Così, presentata la querela e compresa la delicatezza della situazione, i Carabinieri si sono adoperati a raccogliere in pochissimo tempo le dichiarazioni di alcune persone informate sui fatti, e tendenzialmente appartenenti alla cerchia familiare, dichiarazioni che hanno consentito in poco tempo di delineare in maniera più chiara, e quindi di rafforzare, i gravi indizi di colpevolezza per il reato di maltrattamenti in famiglia a carico dell'arrestato.

Nel corso delle indagini, inoltre, sono stati effettuati numerosi interventi da parte dei militari della Tenenza, su richiesta dei familiari, presso l’abitazione dell'uomo che, in più occasioni peraltro vicine nel tempo tra loro, sotto l’effetto di sostanze alcoliche aveva perseverato nel tenere condotte aggressive (sia fisiche che verbali) nei confronti della donna convivente e dei propri genitori.

Quindi, in virtù del forte quadro indiziario ricostruito magistralmente dai Carabinieri di Rosarno, la Procura di Palmi, che ha coordinato l’attività, non ha esitato a richiedere in poco tempo al GIP presso il Tribunale ordinario un’idonea misura cautelare al fine di prevenire e reprimere le condotte criminose dell'accusato. Il Giudice, ha accolto in toto le richieste della Procura ed ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti dell'uomo ponendo così fine alle continuate e gravissime condotte aggressive nei confronti dei familiari.

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TROVATO CON CANNABIS, ARRESTATO DUE VOLTE IN 15 GIORNI

Nell’ambito di un servizio di controllo del territorio finalizzato alla prevenzione e repressione dei reati in materia di sostanze stupefacenti disposto dal Comando della compagnia di Gioia Tauro, diretta dal Tenente Gabriele Lombardo, i militari della Tenenza Carabinieri di Rosarno (Rc), guidati sul posto dal Sotto Tenente Alfio Rapisarda, unitamente a quelli della locale Stazione, hanno tratto in arresto, in flagranza di reato, Roberto Amato, ventisettenne del luogo, già noto alle forze dell’ordine. A seguito di perquisizione personale e domiciliare, il giovane è stato trovato in possesso di 110 grammi di sostanza stupefacente del tipo Cannabis, suddivisa in 67 dosi termo-sigillate e pronte per essere immesse nel mercato della droga della Piana di Gioia Tauro.

Repertata e sottoposta a sequestro penale, la droga sarà inviata al Ris di Messina per le analisi chimiche del caso. La Procura della Repubblica di Palmi ha disposto la reclusione dell’arrestato presso la casa circondariale di Palmi in attesa dell’udienza di convalida.

Amato, nei giorni scorsi, era già stato tratto in arresto dopo essere stato  sorpreso, unitamente ad altre quattro  persone, a compiere un furto di utensili da lavoro all’interno dell’immobile destinato ad ospitare la futura sede del Comando dell’Arma di Rosarno. All’indomani del suo arresto, su disposizione del Tribunale di Palmi, il ventisettenne era stato  rimesso in libertà e sottoposto alla misura cautelare dell’obbligo di firma.

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