Festival Leggere&Scrivere, Pungitore (Consulta Cultura Chiaravalle): un patrimonio da difendere

"Il Festival Leggere & Scrivere di Vibo Valentia è un patrimonio della cultura italiana e deve continuare a vivere. Per farlo ha bisogno di tutti noi".  
A dichiararlo è il giornalista Francesco Pungitore, presidente della Consulta comunale della Cultura di Chiaravalle Centrale.
 
"Per prima cosa - sottolinea - possiamo far sentire la nostra voce, il nostro sostegno, contro le miopi logiche politiche e burocratiche regionali calabresi che, in queste ore, mettono a rischio l'esistenza del Festival. Ma, soprattutto, è un dovere collettivo e condiviso contribuire fattivamente, con coraggio, per far sì che l'edizione 2021 di Leggere&Scrivere e quelle future possano vedere la luce". 
"Tocca a tutti noi - conclude - coinvolgere e alimentare le risorse economiche necessarie ai fini organizzativi. Imprese, privati, comuni, associazioni, semplici cittadini... facciamoci sentire".
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Chiaravalle Centrale, il 10 ottobre tappa del “Festival Leggere & Scrivere”

Farà tappa anche a Chiaravalle Centrale il prestigioso “Festival Leggere & Scrivere”, giunto alla sua sesta edizione sotto la direzione di Gilberto Floriani e Maria Teresa Marzano.

Il prossimo martedì 10 ottobre alle ore 18.30, la sala convegni di Palazzo Staglianò ospiterà la presentazione del libro del prof. Vito Teti “Quel che resta. L'Italia dei paesi, tra abbandoni e ritorni” (Donzelli, pagg. 308, euro 30). Dialogheranno con l'autore i giornalisti Maria Patrizia Sanzo e Francesco Pungitore. Introdurrà l'assessore comunale alla Cultura, Pina Rizzo, alla presenza dei docenti e degli studenti degli istituti superiori di Chiaravalle Centrale.

Il volume focalizza la sua attenzione sullo spopolamento delle aree interne. Non solo quelle calabresi. E' un fenomeno che coinvolge tutto il Paese, dal Piemonte alla Campania, dalla Lombardia alla Sicilia. Vito Teti, professore di Antropologia culturale all'Università della Calabria, indaga «quel che resta» nei non-luoghi delle case disabitate, dei balconi inutili, delle porte sempre chiuse, delle saracinesche abbassate. Lì dove «l'assenza e il vuoto sono pieni di segni e di tracce, che vanno decifrati e interpretati caso per caso». «Ho cominciato a raccogliere memorie di luoghi abbandonati, in via di abbandono, a rischio spopolamento e svuotamento quaranta anni fa» scrive Teti. Ma non con spirito nostalgico e folcloristico.

Teti parla, infatti, di riscatto: «Non mi riferisco a una storia di ruderi e di rovine da inserire in itinerari turistici o in parchi archeologici o letterari o da trasformare in case albergo. Non si invoca la restaurazione di un mondo perduto (...), si vuole affermare, oltre che il diritto alla memoria, un diverso modello di sviluppo». Perché non solo il «Mediterraneo dell'interno» è a rischio di estinzione, ma «l'impasse entro cui si aggira e si smarrisce l'Occidente» è proprio quella fra «culto delle rovine del passato e creazione di moderne rovine».

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L'astrofisica Sandra Savaglio ospite Festival Leggere & Scrivere

È stata il simbolo dei cervelli in fuga dall’Italia: nel 2004 la rivista americana Time le ha dedicato la copertina, dal titolo “Come l’Europa perde i suoi talenti della scienza”. Oggi Sandra Savaglio insegna astrofisica e astronomia al dipartimento di Fisica dell’Università della Calabria, dove ha cominciato i suoi studi e da dove è partita per fare ricerca all’estero.

Savaglio sarà ospite del Festival Leggere & Scrivere 2017 di Vibo Valentia: appuntamento venerdì 13 ottobre, Palazzo Gagliardi, ore 17. Intanto, ci ha accolto al campus dell’Università della Calabria, ad Arcavacata di Rende, per raccontarci qualcosa di sé.

È arrivata nel 2014 all’Unical dopo “chiamata diretta per chiara fama”, un provvedimento governativo. Alla luce della sua carriera internazionale, com’è stato rientrare nella sua Calabria dopo una lunga esperienza all’estero?

«Sono passati tre anni e sono contenta per diversi fattori: il cibo, il clima, la componente umana. Lavoro in un ateneo che contribuisce alla crescita dell’intera regione: i laureati dell’Unical sono professionisti affermati nel resto d’Italia e del mondo. Un contesto internazionale molto alto. Questo non tutti lo sanno».

 Cosa l’ha spinta a tornare in Italia, in particolare in Calabria?

«Ho ricevuto la richiesta di rientrare al dipartimento di Fisica dell’Università della Calabria. Ho detto di sì, inviando il curriculum, e dopo un anno e mezzo mi hanno richiamata. Era un momento particolare della mia vita perché ero in crisi con il Max Planck, l’istituto tedesco in cui lavoravo allo studio della fisica extraterrestre. All’Unical mi hanno offerto una cattedra da professore ordinario. All’inizio non ci credevo, invece sono qui e felice di esserci».

 Essere donna e del sud, cosa significa per una docente e una ricercatrice del suo livello?

«Le donne sono state da sempre discriminate, se del sud ancora peggio. Le cose, però, ora sono migliorate. Se potessi tornare indietro avrei più coscienza dei miei mezzi, anche se io ci ho già creduto molto. Spesso non è così per le altre donne. Le opportunità qui sono diverse rispetto a Parigi, Londra, New York. Ma le donne in Calabria: basta vedere le sportive del Cus (Centro universitario sportivo), se la giocano eccome! Quello che mi colpisce positivamente è che gli studenti sono molto interessati: hanno voglia di imparare e sono preparati. Danno valore al tuo tempo».

 Lei sarà ospite del Festival Leggere & Scrivere 2017, giunto alla sesta edizione, per raccontare la sua storia. Può la cultura rappresentare una risorsa per lo sviluppo del territorio calabrese?

«Sì, la cultura è un volano di progresso per ogni luogo e per ogni tempo. La ricerca scientifica in Italia, però, è fortemente penalizzata».

 

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