Italia Vs Estero: l'ordine dei giornalisti ha senso?
La professione del giornalista è dettata, più di molte altre, soprattutto dalla passione per la scrittura e dalla voglia di raccontare una storia. In Italia, tra giornalisti professionisti e pubblicisti iscritti all’Ordine nazionale di categoria, sono oltre 100.000 i professionisti del settore, secondo una statistica di Eurostat.
Nel nostro Paese, il lavoro giornalistico è inteso come attività intellettuale, a carattere professionale, contraddistinto dalla creatività è disciplinato dalla legge n. 69/1963 “Ordinamento della professione di giornalista”. Tale legge istituisce appunto il suddetto Ordine dei Giornalisti.
Ma cosa bisogna studiare per diventare giornalisti? Quali competenze devono essere presenti nel curriculum che vengono inviati alle testate giornalistiche?
In generale, non serve un determinato titolo di studio per diventare giornalista ma, come in molte altre professioni, sicuramente la formazione può dare delle qualità in più da aggiungersi alla passione già innata per questo mestiere. Un percorso specifico in Scienze della comunicazione potrebbe essere quello più giusto, seguito magari da un master in giornalismo come quello proposto da Unicusano da seguire anche nel momento in cui si inizia a far pratica sul campo.
In Italia, secondo una recente statistica condivisa dal sito ilbenecomune.it, sono sempre meno i giornalisti che hanno conseguito un titolo di studio: infatti, dei 110.950 giornalisti e 10.273 addetti stampa solo il 68% pare abbia un titolo di studio superiore al diploma di scuola secondaria di secondo grado, mentre in Gran Bretagna sono l’86% e negli USA il 92%.
Una differenza davvero importante rispetto ai paesi esteri che si aggiunge al fatto che solo in Italia esiste un Ordine professionale al quale iscriversi, mentre nel resto del mondo le regole sono diverse e maggiormente flessibili. Ma quindi, l’Ordine dei giornalisti si può ritenere obsoleto?
In realtà, se si effettuassero i giusti controlli e cambiamenti, potrebbe essere un organo utile per regolamentare la professione giornalistica e per valorizzare gli iscritti che hanno conseguito un determinato percorso formativo e possono essere chiamati davvero giornalisti con la G maiuscola.
Il problema principale è che ormai, con l’avvento del web e dei social network, il giornalismo non ha più lo stesso valore che aveva prima con la sola carta stampata. Questo perché grazie all’immediatezza dei social, tutti possono esprimere la propria opinione e avere un confronto immediato con il lettore. Molto spesso, però, girano fake news o articoli copiati da altri siti web autorevoli, eventi che sminuiscono la figura del giornalista e rendono la professione un gioco.
Bisognerebbe quindi che l’Ordine dei giornalisti stabilisse delle regole precise per l’ammissione all’Albo e per l’abilitazione alla professione, facendo sì che i giornalisti o aspiranti tali ricevano la giusta formazione e competenza per dare al lettore un’accurata informazione. Ovviamente, per arrivare ad un livello di buona informazione, bisogna educare il lettore ad essere attento e critico, per valutare così il vero dal falso e le notizie scritte a livello professionale e quelle invece amatoriali.
Con questo, non vuole dire che bisogna tornare solo al classico giornalismo cartaceo ma è necessario valorizzare quello che anche il digitale può dare alla professione giornalistica, senza però sottovalutare la vera preparazione di chi si cimenta a scrivere.
- Published in Attualità