A distanza di tre anni dall'alluvione, riapre il Parco archeologico della Sibaritide
Si svolgerà sabato prossimo (11 febbraio), con inizio alle 15, la cerimonia inaugurale del Museo e Parco archeologico della Sibaritide.
Uno dei più importanti parchi archeologici dell’Italia meridionale e tra i più vasti in Europa, con un’estensione di circa 500 ettari, riapre le sue porte al pubblico dopo la devastante l’alluvione del 18 gennaio 2013 che ha riversato sull’area oltre 250 mila metri cubi d'acqua, fango e detriti.
Grazie a sette interventi, immediati e successivi all’alluvione, è stato possibile recupero l'area e restituirla ai visitatori.
Gli Interventi immediati come lo sfangamento e la ripulitura hanno permesso di restituire le aree danneggiate dall’alluvione.
Importanti, poi, i lavori per la realizzazione di trincee drenanti che consentono il controllo del deflusso delle acque piovane.
Numerose, inoltre, le opere di valorizzazione.
Oggetto di un radicale intervento di riqualificazione è stato il principale punto di accoglienza dell’area archeologica, in particolare per il sito “Parco del Cavallo”.
La costruzione del museo “Ippodameo” a completamento del già esistente Museo nazionale della Sibaritide, offre oggi al suo interno un percorso multimediale organico che utilizza la forma narrativa e valorizza i reperti archeologici.
Parte integrante e organica del Museo è il nuovo deposito reperti con il quale si è concretizzata la possibilità di rendere il Polo museale di Sibari un moderno centro di studi dedicato alla conservazione e alla catalogazione, oltre che ad accogliere le attività relative ai laboratori didattici.
Interventi di riqualificazione hanno interessato, infine, L’Oasi di Casa Bianca che ora comprende anche un locale bar-ristoro e una sala riunioni/convegni. A completamento di tutto è stata avviata la realizzazione di sistemi di illuminazione scenografica per la visita notturna, e la rivisitazione dei punti informativi con la predisposizione di installazioni virtuali.
L'importanza dell'area archeologia è stat più voste testimoniata anche in passato da viaggiatori e studiosi.
Nel 1881, quando il Grand Tour attraverso i territori della Magna Græcia era ancora considerato il viaggio “della vita” per gli intellettuali di tutta Europa, l’archeologo francese Francois Lenormant restituì ai posteri le emozioni suscitate dalla sua visita alla Piana di Sibari, con queste poche parole: "Non credo che esista in nessuna parte del mondo qualcosa di più bello della pianura ove fu Sibari. Vi è riunita ogni bellezza in una volta: la ridente verzura dei dintorni di Napoli, la vastità dei più maestosi paesaggi alpestri, il sole ed il mare della Grecia".
Da quel momento, sia pure con prolungate discontinuità, ha preso avvio un percorso di studio, ricerca, riscoperta e valorizzazione dell’intera area archeologica della sibaritide, che ha subito un drammatico colpo nel 2013, quando l’esondazione del Crati ha ricoperto di acqua, fango e detriti l’intero sito.
All’inaugurazione interverranno Adele Bonofiglio - Direttrice del Museo e Parco Archeologico di Sibari; Giovanni Papasso - Sindaco del Comune di Cassano allo Ionio; Angela Acordon - Direttrice del Polo Museale della Calabria; Francesco Prosperetti - Soprintendente Speciale per il Colosseo e l'Area Archeologica di Roma; Dora di Francesco - Dirigente del Servizio Programmazione Strategica Nazionale e Comunitaria del Segretariato Generale; Salvatore Patamia - Segretario Regionale del Ministero dei beni e delle Attività Culturali e del Turismo della Calabria; Beatrice Costa - Responsabile del Settore Programmi di Action Aid; Mons. Francesco Savino - Vescovo della Diocesi di Cassano allo Ionio; Mario Oliverio - Governatore della Regione Calabria: le conclusioni saranno di Dorina Bianchi - Sottosegretario di Stato - Ministero dei beni e delle Attività Culturali e del Turismo
Nel corso dell’inaugurazione un video illustrerà le diverse fasi degli interventi di recupero e valorizzazione realizzati nel Parco archeologico di Sibari.
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