Pasqualino Ruberto non ci sta e spiega, nel corso di una conferenza stampa appositamente convocata, il suo punto di vista. Soprattutto si concentra su quei lavoratori che, a pochi giorni dalla Pasqua, hanno visto annullati i loro contratti. Una notizia che, per gli operatori dei 4 progetti ‘cancellati’, significa problemi economici inaspettati. “Se si vuole distruggere la mia credibilità politica è un conto, ma mettere fuori 250 persone è un’altra cosa. Sono disposto a pagare qualunque prezzo per salvare questi ragazzi” afferma l’ex presidente di Calabria Etica, il quale precisa che, almeno stavolta, “si parla sulla base di numeri esatti e non di illazioni” perché “sono 254 i contratti effettuati nel novembre del 2014, di cui 60 firmati da lametini, non si tratta delle <<700 assunzioni a ridosso delle elezioni>> delle quali si è a lungo parlato”. Contratti che, ad avviso di Ruberto, sarebbero stati siglati, a seguito dell’approvazione del progetto con Pec contenente tutti i dati necessari, rispettando tutte le regole e tutte le procedure amministrative. Ruberto non risparmia nessun dettaglio e puntualizza che “le uniche due condizioni, richieste dalla Comunità Europea, perché un ente sia definito in house sono che il 100% del suo capitale sia regionale e il pieno controllo della stessa Regione sull’Ente. Condizioni che Calabria Etica ha sempre rispettato, firmando per i suoi progetti una convenzione fra Ente e Dipartimento che presupponeva l’erogazione dei fondi in risposta al completamento dell’iter burocratico. E’ ovvio che, qualora si dovesse presentare una problematica di tipo amministrativo, è possibile in qualsiasi momento bloccare il progetto. Ma, per quanto riguarda i 4 progetti appena revocati, erano stati avviati a novembre e scadevano a maggio, fra circa 40 giorni: perché – si domanda Ruberto - se si era verificato un problema nell’iter, la revoca arriva solo ora? E soprattutto, visto che questo tipo di iter viene portato avanti dal 2011 con le medesime modalità, impiegando davvero, e con successo, 700 unità, perché non era mai successo niente del genere?”. L’aspirante candidato a sindaco di Lamezia Terme opera poi un parallelismo con la Fondazione Terina e la Fondazione Campanella sottolineando che, anche nel caso di difficoltà nel pagamento degli stipendi, in questi casi non sono mai stati rescissi i contratti dei lavoratori. Come si ricorderà, nella fattispecie inerente Calabria Etica, ‘l’azzeramento’ dei contratti è stato tecnicamente motivato con la mancata ‘repertoriazione’ dei progetti. Per Ruberto, che ha negato qualsiasi ipotesi di “distrazione di fondi”, quello di ieri è stato “il giorno più brutto della vita” perché avrebbe visto “disperarsi” ragazzi per i quali quel contratto era l’unica fonte di sostentamento.