Da Amaroni a Risch e ritorno, scambio di culture e prodotti

Dalla Calabria alla Svizzera e ritorno, un viaggio che unisce due mondi, per un interessante scambio culturale e imprenditoriale. Gli scenari di riferimenti sono Risch e Amaroni, teatro di importanti incontri tra “eco-contadini” calabresi, da una parte, e aziende elvetiche potenzialmente interessate all'import dei prodotti agroalimentari di qualità “made in Italy”, dall'altra. La regia di questa meritoria iniziativa, unica nel suo genere, porta la firma di un noto giornalista enogastronomico di Catanzaro, Domenico Cosentino: una vita spesa in Svizzera nel mondo del lavoro e un legame che trascende i confini, sempre forte, con la sua terra d'origine, la Calabria. Dopo aver organizzato eventi a Zurigo, a Lucerna, a Risch e nella frazione di Reutkreuz, con stand e degustazioni, sulla spinta di un gemellaggio ventennale con il comune di Amaroni, a ottobre si replicherà in provincia di Catanzaro, dove si apriranno le porte agli ospiti in arrivo dai cantoni elvetici.

A Risch e Rotkreuz hanno fatto tappa gli “eco-contadini” calabresi guidati da Giuseppe Bova e una delegazione amaronese capeggiata dal sindaco Luigi Ruggiero. Ma chi sono gli “eco-contadini” calabresi? “Persone che s'impegnano per un'agricoltura sostenibile, per il cibo sano e per una vita legata ai ritmi della natura. Sono proprietari di terreni coltivati senza pesticidi, secondo i dettami dell'agricoltura biologica” la descrizione fornita da Domenico Cosentino.

Questo scambio non è solo un incontro di sapori e tradizioni; è un impegno per la crescita sociale ed economica della Calabria. È un progetto che “nasce dal basso”, con l'obiettivo di creare lavoro e occupazione al Sud “riscattando” il sacrificio dei tanti emigrati che hanno contribuito alla ricchezza di altre nazioni europee. “No all’impoverimento della nostra terra calabrese”. Un messaggio che oggi riecheggia ben oltre le verdi colline di Amaroni.

Gal “Serre Calabresi”, pronti i disciplinari Pat per quattro prodotti agroalimentari di nicchia

La nocciola Tonda calabrese, il mostacciolo di Badolato, il miele di Amaroni e il carciofino selvatico di Santa Caterina sono solo i primi prodotti di un paniere di prodotti di nicchia caratterizzanti l’area del Gal “Serre calabresi”, per i quali sono stati redatti dei disciplinari Pat (Prodotti Agroalimentari Tradizionali). Per altri otto, ha informato il presidente del Gal, si procederà dopo l’estate. Iniziative, queste, intraprese nell’ambito del progetto di cooperazione “Terre di Calabria”, finalizzato alla promozione del territorio e delle risorse agroalimentari. Ma l’azione di promozione proseguirà, ha spiegato ancora, grazie all’intervenuta assegnazione di nuove risorse pari a circa 160 mila euro e finalizzate a un progetto per la promozione, lo sviluppo del territorio, dei prodotti tipici e delle micro-filiere.

Gli incontri che hanno portato, rispettivamente, a Cardinale, Badolato, Amaroni e Santa Caterina, hanno rappresentato un momento di confronto e di condivisione con le realtà locali, a partire da istituzioni, dai produttori e dagli operatori economici, ma anche con custodi della memoria della tradizione, dalle quali sono state accolte le istanze e le osservazioni. Negli incontri pubblici sono state presentate, infatti, proposte di disciplinari, “le migliori bozze”, frutto di ricerca e indagine sul territorio, elaborati dall’esperto Nicola Gallinaro, coadiuvato da Giulia Lazzarini, e per l’attività sul campo dai rilevatori Raffaele Campagna e Salvatore Vispetri.

I disciplinari rappresentano il primo livello di riconoscimento delle produzioni, legate ad aree geografiche limitate, ed offrono garanzie al consumatore in termini di qualità, di tipicità, di specifici metodi tradizionali di produzione e lavorazione. Sono anche un’opportunità di maggiore visibilità dei prodotti e quindi conferiscono con il riconoscimento Pat, un valore aggiunto che si traduce in maggiore attrattività d’investimento per gli operatori economici e d’acquisto per i consumatori. Conclusa questa prima fase, si lavorerà da parte del Gal all’elaborazione finale, affinché i disciplinari possano essere inclusi in un apposito elenco, istituito dal Ministero dell’Agricoltura, previo passaggio dalla Regione.

La nocciola “Tonda calabrese”

«Finalmente abbiamo un documento che descrive quello che facciamo da anni», questo il commento di Domenico Martelli, vicepresidente  del Consorzio Valorizzazione e Tutela Nocciola di Calabria  che ha accolto la presentazione del disciplinare, ringraziando il Gal “Serre Calabresi”, per il sostegno costante e valido. Un primo passo in termini di riconoscimento della nocciola prodotta nell’areale di Cardinale e Torre di Ruggiero, in attesa del completamento dell’iter per l’Igp, come evidenziato dall’esperto Nicola Gallinaro. Una nocciola introdotta nel territorio nel 1700 e che oggi con le sue piante connota il paesaggio.

Marziale Battaglia ha evidenziato: come la nocciola “Tonda calabrese”, assieme al miele di Amaroni rappresenti un prodotto di punta del territorio del Gal, i passi da giganti compiuti negli ultimi dieci anni dal Consorzio Valorizzazione e Tutela Nocciola di Calabria.

Ha ricordato l’esperienza positiva del connubio tra la nocciola Tonda calabrese ed il miele di Amaroni per dare vita ad un prodotto trasformato quale il “No&Mi”, che è stato testato per due anni con la collaborazione dell’Istituto alberghiero di Soverato ed il pastry chef Paolo Caridi. Una futura commercializzazione potrebbe rappresentare una nuova opportunità di sviluppo.

La nocciola dagli anni Cinquanta in poi, ha osservato Piero Martelli presidente onorario del Consorzio, ha rappresentato una fonte di economia per le famiglie. Ha evidenziato la necessità di una produzione corilicola al passo con i tempi per resistere alle leggi del mercato, e su questo i produttori hanno investito molto in termini di attrezzature, meccanizzazione e molti dei quali hanno puntato sulla coltivazione biologica.

Soddisfazione è stata espressa dal sindaco di Cardinale, Danilo Staglianò, per questa nuova iniziativa del Gal che valorizza un prodotto del territorio, al quale la sua amministrazione ha riconosciuto uno spazio rilevante nell’indirizzo politico. Significativo, in tal senso, il progetto “Borgo della nocciola”, finanziato dalla Regione Calabria, in corso di realizzazione che consentirà di realizzare interventi di riqualificazione urbanistica, di accoglienza turistica, iniziative culturali, attività di ricerca sulla proprietà nutraceutiche della nocciola e valorizzazione dei territori con specifici percorsi. Nell’ottica di valorizzazione del territorio, concorrono a quest’azione i finanziamenti del Gal per il recupero di antiche fontane e per la realizzazione di percorsi di trekking.

Il mostacciolo di Badolato

Il presidente del Gal, Marziale Battaglia, ha posto in evidenza: le potenzialità di un borgo capace di attrarre turisti stranieri, che si distingue per tradizioni, suggestive quelle del periodo pasquale; le potenzialità del turismo, dell’enogastronomia locale, quale opportunità di sviluppo e di lavoro, creando nuove professioni. Nell’ottica di nuovi sbocchi economici si inserisce la proposta di disciplinare, presentata nella sala consiliare.

Il vicesindaco Ernesto Menniti ha espresso il proprio apprezzamento per l’iniziativa del Gal con l’auspicio che possano esserne realizzate altre. Ha espresso poi la disponibilità dell’Amministrazione comunale a procedere con l’iter per il riconoscimento Deco.

Presente anche il consigliere Vincenzo Varano che ha espresso il suo plauso.

I dettagli tecnici del disciplinare sono state esposte dall’esperto Nicola Gallinaro. Ha sottolineato come la stesura dello stesso sia stata anche l’opportunità per riscoprire il territorio. Il disciplinare offrirà al mostacciolo di Badolato un sigillo di garanzia, rendendo il prodotto più attrattivo da un punto di vista commerciale e conferirà maggiore visibilità.

Da Guerino Nisticò, dell’Associazione “Riviera e Borghi degli Angeli” la soddisfazione perché si è destata l’attenzione su un prodotto antico ed autentico, perché il disciplinare segnerà un passaggio importante.

Da Gregorio Muzzì del Gal, in evidenza l’importanza dell’approccio e della partecipazione dal basso, del confronto, perché ogni prodotto racconta una storia, l’opportunità del disciplinare per riscoprire un prodotto che si stava perdendo.

Parole di apprezzamento anche dall’operatore turistico Eugenio Mosca e dal presidente della Proloco, Pietro Piroso.

Il miele di Amaroni

Se la produzione del miele affonda le sue origini nella preistoria, ad Amaroni fonti storiche attestano quest’attività  come presente già nel 1800.

Dal 2005, Amaroni, fa parte di “Città del Miele”, un’associazione che unisce, in tutta Italia, i diversi luoghi e le realtà che raccontano la storia, la natura, le tradizioni e i sapori legati ai mieli italiani.
Lo stesso Comune di Amaroni ha creato un marchio collettivo e un brand “Amaroni Mieli. I buoni di Calabria”, a disposizione di tutti gli apicultori. Nel 2013 il Comune ha istituito il marchio Deco.

Nel territorio opera dal 2007 l’Associazione Ama.M.I, che unisce dodici aziende di Amaroni, dotate di attrezzatura all’avanguardia.

Lieto di accogliere questa nuova iniziativa da parte del Gal si è dichiarato il sindaco Luigi Ruggiero, che ha evidenziato le potenzialità dell’agricoltura che può dare una buona fonte di reddito e come possa essere strumento per contrastare lo spopolamento.

Nell’intervento di Marziale Battaglia: il miele come la nocciola, prodotto di punta dell’area del Gal, che negli ultimi anni, con l’impegno costante dei produttori, ha conquistato sempre più la ribalta nazionale con premi e riconoscimenti.

Gallinaro, nel descriverne le caratteristiche tecniche, si è soffermato sull’ulteriore forza che potrà derivare dal marchio Pat, valorizzando qualità, storia ed identità, in attesa di avere, quando i tempi saranno maturi, anche forme di tutela più importanti, in termini di marchi.

La serata si è arricchita con gli interventi degli operatori del settore, in particolare Giuseppe Olivadoti, presidente di Ama.Mi (Amaroni Miele Italiano) e Carlo Bova, vicepresidente di Ama.Mi e responsabile provinciale di Aprocal. Tra gli interventi anche quello del vicesindaco Teresa Lagrotteria e di Gregorio Muzzì del Gal.

Il carciofino selvatico prodotto a Santa Caterina

I calanchi di Santa Caterina sullo Ionio sono l'areale del carciofino selvatico, che alcuni giovani intraprendenti hanno deciso di valorizzare con la loro idea d’impresa. Non solo, essendo l’operazione di mondatura particolarmente difficile ed usurante per le spine che lo ricoprono, hanno investito nella sperimentazione di attrezzature meccaniche per la lavorazione del prodotto. Un’operazione che potrebbe cambiare prospettiva ed indotto.

«La comunità di Santa Caterina è molto affezionata a questo prodotto che appartiene alla vita sociale» ha osservato l’imprenditore e consigliere comunale delegato all’agricoltura, Raffaele Dolce.

«La mondatura del carciofino selvatico è stato da sempre un rituale che coinvolgeva famiglie e vicinati, negli spiazzi e nei vicoli del paese» ha aggiunto, raccontando l’esperienza di un’impresa avviata cinque anni fa e la potenzialità strategica di un pianta che non necessita di essere irrigata ed è semipermanente. «Santa Caterina – ha dichiarato – potrebbe divenire un distretto del carciofino selvatico».

Il presidente Battaglia, ha evidenziato come il Gal non abbia solo un prodotto identitario e come l’eccellenza dei vari prodotti possa ottenere un prezzo più remunerativo se inseriti in una filiera, se un buon prodotto viene lavorato e trasformato.

Gallinario si è soffermato, oltre che sulle caratteristiche del disciplinare, sulla visione di futuro ampia che connota il Gal, grazie ad un lavoro di dialogo e di crescita comune con il territorio. Ha osservato come accanto al carciofino selvatico che è un prodotto incredibile, possa essere valorizzato anche l’olio nel quale si conserva.

Gregorio Muzzì ha posto l’accento sul valore di un lavoro di concertazione che parte dal basso, dell’ascoltare la gente, di raccoglierne i suggerimenti per capire le prospettive di un disciplinare. Ha lodato, in tal senso l’intuizione del Dipartimento dell’Assessorato all’Agricoltura, di coinvolgere tutti i Gal Calabresi nel progetto “Terre di Calabria”.

A questi interventi si sono aggiunte le riflessioni dello scultore e filologo Antonio Tropiano, di esperti del settore agricolo quale Francesco Quaranta e di ristoratori locali.

Nocciole e miele di Calabria, una sinergia vincente per le aree interne

Identità dei territori e sviluppo, questo il filo conduttore di un workshop tenutosi ad Amaroni e dedicato a nocciola e miele. Un incontro promosso dal Gal “Serre Calabresi”, quale sostegno alla formazione professionale e quale strumento di acquisizione di competenze.

Nocciola e miele, un connubio che rappresenta una forte azione di due territori che rivendicano la loro peculiarità di aree rurali, un’unione dalla quale possono giungere importanti opportunità di sviluppo, nell’intervento del vicesindaco di Amaroni, Teresa Lagrotteria.

Una sinergia che può aiutare a ritagliare e rafforzare l’identità in un contesto di globalizzazione. Una strategia vincente sperimentata con il progetto “No&Mi” e la realizzazione di un prodotto finito, in attesa della fase della produzione e della commercializzazione.

Un connubio che ha voluto celebrare anche l’apicultore, Carlo Bova, con un prodotto che unisce in vasetto miele di acacia e Tonda di Calabria bio, il quale ha osservato come questo frutto in guscio rappresenti «un ottimo prodotto che va acquisendo una buona fetta di mercato».

La nocciola, una risorsa agroalimentare che punta all’Igp, e che con le potenzialità di sviluppo che negli anni ha dimostrato di possedere, grazie all’impegno costante dei produttori, può contrastare l’abbandono delle aree interne, nell’intervento dell’esperto di marketing ed amministratore del Comune di Cardinale, Massimo Rotiroti, il quale si è soffermato anche sugli interventi previsti dal progetto integrato di sviluppo “Borgo della nocciola”, predisposto dal suo stesso Comune.

La Tonda calabrese, una nocciola, a prodotto crudo essiccato, molto dolce, dal grande profumo e di croccantezza media, queste alcune delle caratteristiche delineate da Irma Brizi, direttore dell’Associazione nazionale “Città della Nocciola” e panel leader, la quale è intervenuta sulle caratteristiche organolettiche e sulle proprietà nutrizionali.

Ha portato la sua «testimonianza entusiasta», la chef internazionale Nadia Christina Tappen di recente nominata ambasciatrice nel mondo della Tonda calabrese dall’Amministrazione comunale di Cardinale. Una varietà di nocciola con lusinghieri sbocchi in pasticceria. «La vera sfida è utilizzarla al meglio nei piatti salati», e lei l’ha accolta, proponendo preparazioni che hanno deliziato i palati, destando molto interesse, in ristoranti pluristellati del Nord Europa. La Tonda di Calabria bio si connota ancora per il suo pregiato olio, che può essere utilizzato anche per friggere. Interessante, inoltre, l’impiego in cucina della nocciola a crudo.

L’agronomo Tommaso Gullì si è soffermato sulle pratiche agronomiche da porre in essere nella gestione di un noccioleto, che «per la produzione sostenibile in termini qualitativi e quantitativi del nocciolo rappresentano un punto importante ai fini di mantenere gli impianti produttivi nel tempo». Ciò anche in considerazione del cambiamento climatico che viviamo quotidianamente, con riferimento al nocciolo così come per tutte le altre colture.

Amaroni, don Roberto canta ai giovani la bellezza di parlarsi e stare insieme

Una Chiesa che sappia parlare ai giovani, luogo sempre aperto e di aggregazione. Così la immagina, da sempre, don Roberto Corapi. Da parroco di Amaroni ha, quindi, aperto le porte a decine di ragazzi del paese, avvicinandosi a loro con le canzoni di Diodato e Roy Paci. “Dite che torneremo a guardare il cielo, alzeremo la testa dai cellulari. Dite che torneremo a parlare davvero, senza bisogno di una tastiera”. Con questi versi, don Roberto ha inaugurato l'estate proprio parlando ai giovani nelle strade, nei bar, in piazza e in tantissimi hanno accolto il suo invito. “Scambiare idee è grandioso, confrontarsi è una ricchezza” il commento del parroco di Amaroni che ha avuto la forza di rompere, con linguaggi nuovi, l'isolamento tecnologico di tanti adolescenti “per riscoprire la bellezza dello stare insieme con gioia”.

Perché “non bastano una tastiera e un cellulare per comunicare, serve la parola viva”. Don Roberto si rivolge ai giovani perché crede in loro, nei loro carismi “perché dono di Dio”. “Voglio una Chiesa che dialoga con tutti - le sue parole - costruendo ponti e non muri. I giovani devono innamorarsi di Gesù che li ama e che cammina con loro, perché vuole la loro felicità realizzando i loro sogni e le loro speranze, in una terra, la Calabria benedetta da Dio”.

Amaroni, don Corapi: “Campagna vaccinale vera grazia di Dio”

“Dare speranza a tutti e promuovere la campagna vaccinale vera grazia di Dio”. Così il parroco di Amaroni, don Roberto Corapi, che sta affrontando, da diversi giorni, la sua personale battaglia contro il Covid.

Positivo e in isolamento, non si è perso d'animo, scrivendo in versi parole di incoraggiamento ai propri fedeli, tra cui tanti contagiati che lottano contro il Coronavirus: “Covid 19 un nemico invisibile che non si commuove. È lì, sta in agguato, un virus potente e accentuato. È un nemico molto potente, invisibile e trasparente. Lui cammina dietro di te, con potenza, con fermezza e ti accarezza. Cerca di entrare dentro di te e non ti accorgi del perché. È un nemico assai invisibile e direi molto abile. Ha un nome, mi dà l'aria di un cannone. È certo non si commuove, si chiama Covid 19. Tu stai attento più che mai, se no ad ammalarti arriverai. Un buon vaccino, dolce e piccolino renderà immune il tuo corpicino. E se il nemico ti rende positivo, non ti scordar che hai fatto il vaccino. Un po' di giorni combatterai, stando isolato lo capirai è solo così lo distruggerai.

A contatto con gli altri ritornerai e la speranza annuncerai. Tu positivo certo gioirai e la campagna per il vaccino promuoverai”. Una testimonianza che riecheggia Papa Francesco che ha definito la campagna vaccinale un vero e proprio “atto d’amore”, amore per se stessi, per i familiari, gli amici, per tutti i popoli.

 

 

Soverato, trionfo del gusto ed opportunità di sviluppo per un torrone d’eccellenza

La promozione del territorio passa per il gusto, ancor più quando una ricetta unisce due risorse del territorio, la nocciola Tonda di Calabria bio ed il miele di Amaroni per dare vita ad un torrone superlativo, da mangiare tutto l’anno.

Le peculiarità sono state illustrate nel corso di uno show cooking, tenutosi presso l’Istituto professionale di Stato servizi per l'enogastronomia e l'ospitalità alberghiera (Ipssoea) di Soverato che ne ha ideato la ricetta con il supporto tecnico di Paolo Caridi, pastry chef di Casa Mastroianni e detentore di diversi Guinness in fatto di torrone.

Prodotti di elevata qualità come nocciole che ne compongono l’80%, il miele 19% e 1% circa di aromi, mandarino, arancia, limone, bergamotto e la cannella per dare un tono tipico natalizio e per i più golosi anche la variante con la copertura di cioccolato fondente al 72%. Prossimo passo il disciplinare per poter produrre un prodotto identitario del territorio.

Un momento che ha dato il via ad una manifestazione, inserita nell’evento nazionale “Nocciola day”, alla decima edizione e intrapresa nell’ambito del progetto di cooperazione “Terre di Calabria.

Su opportunità di sviluppo e valorizzazione delle risorse endogene dell’area delle Serre Calabresi, nella sala consiliare del Comune, si sono confrontati nel corso di una tavola rotonda: rappresentanti istituzionali, esperti del settore e categoria produttiva.

Ernesto Alecci, Consigliere  regionale, Emanuele Amoruso, presidente del Consiglio comunale di Soverato, Renato Daniele, dirigente dell’Ipssoea, Marziale Battaglia, presidente del Gal Serre Calabresi.

Ai lavori ha partecipato Filippo Mancuso, presidente del Consiglio regionale, che ha delineato la realtà di una regione che possiede prodotti di grande qualità che di per sé dovrebbero essere fonte di sviluppo indicando la necessità di una politica più vicina alle aziende.

Giuseppe Rotiroti, presidente Ats Tonda bio di Calabria e del Consorzio valorizzazione e tutela nocciola di Calabria, ha invece rimarcato come i produttori contribuiscano alla salvaguardia del territorio, come loro che sono i primi protagonisti della realtà della nocciola nell’area delle Preserre, e specificatamente nei comuni di Cardinale e Torre di Ruggiero, abbiano sempre creduto nella collaborazione a partire dagli anni Sessanta. Nel 2008, la costituzione del Consorzio, quando la realtà corilicola sembrava persa ed è stata invertita la rotta con il recupero dei vecchi noccioleti e l’impianto di nuovi, con l’impegno profuso per produrre un prodotto sempre migliore, fino alla scelta di diversi produttori di convertire la produzione in bio. Il prossimo obiettivo è la trasformazione in loco.

Per Teresa Lagrotteria, vicesindaco del Comune di Amaroni, "la politica di sviluppo locale può portare lusinghieri risultati, dal dicembre 2005 Amaroni fa parte dell’associazione nazionale “Le città del miele”, nata per sostenere e promuovere il riconoscimento delle tipicità dei mieli Italiani.

 Il marchio collettivo comunale “Amaroni mieli – I buoni di Calabria”, ha rafforzato l’identità del territorio e del prodotto.

Diverse ancora le voci che si sono aggiunte al confronto, coordinato da Valerio Caparelli, direttore Accademia nazionale italiana tradizioni alimentari. Tra queste: i docenti dell’Ipssoea, Domenico Origlia, Luigi Quintieri, Daniele Tommaso Mellace.  il maestro pasticciere Paolo Caridi e Walter Placida, presidente Confagricoltura Catanzaro, Giuseppe Palmisani, dirigente di settore.

A concludere l'iniziativa la partecipata degustazione del torrone sul corso di Soverato.

Trecento i quintali di materie prime impiegate per la realizzazione di 20 mila torroncini.

Amaroni, a don Roberto la presidenza onoraria dell'Asd di calcio

E' don Roberto Corapi il presidente onorario dell'Asd Amaroni, squadra di calcio che ha fatto il proprio esordio sul campo del Comunale di Stalettì. Proprio il parroco ha svolto il ruolo di trait d'union tra i due paesi del Catanzarese. La società amaronese, senza stadio per lavori in corso, potrà infatti disputare le proprie partite casalinghe sul rettangolo di gioco della cittadina jonica.

La “prima” dell'Asd  Amaroni è stata una vera e propria festa di gemellaggio, con il sindaco di Stalettì, Alfonso Mercurio, e tutta la sua amministrazione comunale in campo a festeggiare gli “ospiti” di Amaroni guidati dal neo presidente Corapi. 

Tra omaggi floreali e targhe ricordo, è stata una bella giornata di sport e amicizia tra i due comuni. Don Roberto, neo presidente onorario, ha ringraziato il direttivo e i giovani della squadra che hanno riposto la fiducia nella sua persona. Rivolgendosi ai presenti ha dichiarato: “Voi siete un dono di Dio e il calcio è come la vita. Ci sono partite che si vincono, che si perdono o anche che si pareggiano. Tutto fa parte della vita. Il pallone da portare in rete sono i vostri sogni, le vostre speranze, le gioie e le soddisfazioni, consapevoli anche delle delusioni da affrontare senza mai demoralizzarsi. Che il signore vi benedica e che vinca il migliore”.

La partita è stata dedicata alle persone scomparse prematuramente ad Amaroni (Vittorio, Natale, Gregorio) e al papà di don Roberto, Mario, scomparso due mesi fa. A loro un pensiero speciale con l'auspicio che si possa vivere il calcio nel sano divertimento, con la gioia del cuore.

Amaroni, don Roberto inaugura l'anno pastorale: “Vengo a voi”

“Vengo a voi”. E' il titolo della lettera con cui il parroco di Amaroni, don Roberto Corapi, darà avvio, domani, all'anno pastorale.

“Vengo a voi - scrive don Roberto - cari giovani, in questa nuova generazione incredula, per essere una guida salda, accompagnandovi in questo percorso, ravvivando la bella fede che avete e riaccendendo il vostro credo. A voi dico: ritornate a Dio, ritornate a frequentare la parrocchia, casa vostra, luogo di preghiera e di incontro con Gesù e con i fratelli”.

“Vengo a voi - prosegue la lettera - cari bambini, per trasmettere attraverso il catechismo l'annuncio della buona notizia, la sana dottrina. Gesù vi invita ad andare da Lui: lasciate che i bambini vengano a me”.

“Vengo a voi - continua il parroco - care famiglie, entrando nelle vostre case per portare la pace di Cristo e la speranza. Da padre, da fratello, da ministro di Dio, voglio pregare insieme a voi, perché oggi la famiglia è tanto provata, disgregata, attaccate dalle forze del male”.

“Vengo a voi - sottolinea don Roberto - cari ammalati e anziani, per portare conforto e amore, dove regna la solitudine, la sofferenza e la malattia. A voi dico: coraggio. Vengo a voi, uscendo dalla Chiesa, dalla sacrestia, andando per le strade, incontrando vicini e lontani, ogni uomo e ogni donna, dicendo di no ad una Chiesa diventata oggi agenzia e ufficio burocratico, dove la gente viene per certificati, corsi, ecc. smarrendo la vera identità della Chiesa, popolo di Dio, vicina ai poveri: la Chiesa di Gesù Cristo”.

“Vengo a voi - conclude - da pellegrino, da compagno di viaggio, col sorriso vero, quello che nasce da un cuore puro, dall'incontro con Gesù, con i fratelli, dicendo a tutti: vi voglio bene, sappiate che sono a vostra completa disposizione e che Santa Barbara ci protegga”. 

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