"Cavallo di ritorno", sgominata banda dedita alle estorsione tra Vibonese e Reggino
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Due persone accusate di estorsione aggravata e rapina sono state arrestate dai Carabinieri. Si tratta di un 51enne, condotto in carcere, e di un 32enne, ristretto ai domiciliari. Sia l'uno che l'altro sono catanzaresi. Sulla base di quanto sostenuto dagli inquirenti, G.V. e F.M. avrebbero richiesto la somma di 400 euro alle due persone proprietarie di un furgone Fiat Ducato oggetto di un furto commesso nel capoluogo e per il quale non avevano presentato regolare denuncia. Ad incastrarli sono state le immagini registrate da un impianto di videosorveglianza allestito presso un distributore di carburante teatro dell'incontro fissato per il pagamento della cifra richiesta per la restituzione del veicolo. I Carabinieri avevano ritrovato l'automezzo in località Feudo, a Lamezia Terme e qualche istante più tardi si erano accorti dell'arrivo dei legittimi titolari, che risiedono in piccola località del Catanarese. Le indagini hanno così permesso di appurare che i due soggetti arrestati avevano messo in atto uno dei tanti casi del tristemente noto "cavallo di ritorno".
Agenti della Polizia di Stato di Reggio Calabria, alle prime luci dell'alba, hanno dato il via ad una retata che ha messo nel mirino i presunti componenti di una banda di origini rom gravitante nell'area di Ciccarello. Dieci gli arresti in corso di esecuzione. I destinantari dei provvedimenti restittivi sono sospettati di estorsione, furto e ricettazione. Le indagini, dirette dalla Procura della Repubblica di Reggio Calabria, hanno ad oggetto le azioni illecite note come "cavallo di ritorno" consistenti in richieste di denaro per la restituzione di automobili rubate alle vittime.