Ospedale Serra San Bruno, De Caria e Zangari chiamano a raccolta i cittadini in vista del sit-in di venerdì alla Cittadella regionale
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Si è concluso con uno sconto di pena, il processo d’appello nei confronti di Giuseppe Zangari, il quarantottenne di Spadola, condannato per l’omicidio del commercialista Bruno Lacaria, di 52 anni.
Alla luce di quanto stabilito dalla Corte d’assise d’appello di Catanzaro, Zangari dovrà scontare una pena a 14 anni di reclusione.
Al termine del primo grado di giudizio, celebrato con il rito abbreviato, Zangari era stato condannato a 17 anni e 4 mesi.
Scomparso l’8 febbraio 2017, Lacaria venne ritrovato cadavere il 27 febbraio successivo in un bosco di località “Lacina”, in un’area a ridosso dei territori comunali di Brognaturo e Cardinale.
Il commercialista sarebbe stato ucciso con un bastone, a causa di un debito contratto da Zangari.
Diciassette anni e quattro mesi di reclusione, questa la condanna inflitta dal Gup del Tribunale di Vibo Valentia a Giuseppe Zangari, il 47enne di Spadola ritenuto responsabile dell'omicidio di Bruno Lacaria, il commercialista 52enne il cui cadavere venne trovato in un bosco di Brognaturo il 27 febbraio dello scorso anno e di cui si erano perse le tracce l’8 febbraio 2017.
La sentenza è arrivata nel processo celebrato con il rito abbreviato, che ha assicurato all'imputato uno sconto di pena pari ad un terzo.
Nel corso dell'udienza del 18 gennaio scorso, il Pm aveva chiesto 21 anni di reclusione.
Zangari è stato, inoltre, condannato a tre anni di libertà vigilata ed al pagamento di una provvisionale di 25 mila euro a favore delle parti civili.
Ventun anni di carcere. È quanto ha chiesto il pm della Procura di Vibo Valentia a carico del 47enne di Spadola Giuseppe Zangari.
L'uomo è accusato dell'omicidio del suo concittadino, il commercialista, Bruno Lacaria di 52 anni.
La richiesta di condanna è stata formulata nel corso del processo con rito abbreviato che si sta celebrando davanti al gup del Tribunale di Vibo Valentia.
Zangari deve rispondere delle accuse di omicidio e false dichiarazioni al pubblico ministero.
Giuseppe Zangari ha lasciato il carcere di Vibo Valentia ed è stato posto ai domiciliari.
La decisione è stata assunta dal gip del Tribunale di Vibo Valentia che ha accolto l'istanza presentata dai legali del 46enne.
Alla base della decisione l’affievolimento delle esigenze cautelari, in ragione del tempo trascorso dal delitto e dal pericolo di fuga che può essere contenuto anche attraverso la detenzione domiciliare.
Zangari è accusato dell'omicidio del commercialista spadolese Bruno Lacaria di 52 anni.
Giudizio immediato per Giuseppe Zangari, il quarantasettenne commerciante di Brognaturo accusato di aver ucciso, l'8 febbraio scorso, il commercialista Bruno Lacaria.
E’ quanto ha disposto Il gip del Tribunale di Vibo Valentia Lorenzo Barracco, accogliendo l’istanza del pubblico ministero Filomena Aliberti.
Il processo è stato fissato dinanzi alla Corte d’assise di Catanzaro, per il prossimo 23 novembre.
Difeso dagli avvocati Giancarlo Pittelli ed Enzo Galeota, Zangari dovrà rispondere “di omicidio con l’aggravante di aver agito in circostanze di tempo e di luogo tali da ostacolare la difesa della vittima”.
Allo stato, non si conosce ancora il movente che ha determinato l’assassinio del professionista spadolese, il cui cadavere venne ritrovato sui monti di località "Lacina" di Brognaturo, il 27 febbraio scorso.
La Procura della Repubblica di Vibo Valentia che indaga sulla scomparsa e uccisione del commercialista 52enne di Spadola, Bruno Lacaria, questa mattina, ha messo a disposizione della famiglia la salma del poveretto rinvenuto cadavere dopo quasi un mese di ricerche.
Sempre oggi gli avvocati della famiglia Raffaele Barbara e Giuseppe Mercurio sono stati ricevuti negli uffici del RIS di Messina dove hanno assistito all'apertura ed alla conseguente analisi dei reperti rinvenuti nel corso degli accertamenti.
Accertamenti che si sono rivelati di particolare complessità, tale da giustificare un'analisi del cadavere a più riprese.
Restituita la salma di Lacaria alla famiglia, la celebrazione dei funerali avverrà domani alle 16 nella chiesa spadolese di Santa Maria sopra Minerva.
Il feretro arriverà domattina alle 9 alla casa della vittima dove sarà allestita la camera ardente.
Ma se da un lato si celebrano i funerali, dall’altro le indagini proseguono. L’unico indagato per l’omicidio dell’uomo, perchè avrebbe reso piena confessione consentendo di trovare il corpo dello scomparso, è Giuseppe Zangari, commerciante 46enne, nonché intimo amico e compare d’anello di Lacaria.
Lo stesso Zangari il giorno seguente alla sparizione di Lacaria aveva asserito di esser stato costretto, sotto minaccia armata da uomini incappucciati, ad ingerire un potente pesticida. Ma non è tutto chiaro. Tutt’altro.
Rimane da chiarire il movente, la dinamica e ulteriori circostanze che ruotano intono all’omicidio. E proprio su questo fronte si stanno dirigendo le indagini coordinate dal Sostituto procuratore della Repubblica, Filomena Aliberti coadiuvata dal comandante della Compagnia dei carabinieri di Serra san Bruno, Capitano Mattia Ivano Losciale.
E' stato effettuato nel pomeriggio di ieri, 1 marzo, l'esame autoptico, sul corpo di Bruno Lacaria, commercialista 52enne scomparso da Spadola la mattina dell'8 febbraio scorso e ritrovato la sera di lunedì 27 febbraio.
L’unico indagato per l’omicidio dell’uomo, perchè avrebbe reso piena confessione consentendo di trovare il corpo dello scomparso, è Giuseppe Zangari, commerciante 46enne, nonché intimo amico e compare d’anello di Lacaria. Lo stesso Zangari il giorno seguente alla sparizione di Lacaria aveva asserito di esser stato costretto, sotto minaccia armata da uomini incappucciati, ad ingerire un potente pesticida.
Dalle prime indiscrezioni che filtrano, sembrano trovare conferma le ammissioni di Giuseppe Zangari che, alla fine di lunghi e snervanti interrogatori portati avanti, con maestria, dai militari dell'arma dei carabinieri di Serra San Bruno, aveva ammesso di aver ucciso l'amico a con un'arma impropria per poi abbandonare il corpo in un dirupo nelle montagne della Lacina.
Dunque pare che nessun segno di arma da fuoco o da taglio sia stato riscontrato sul cadavere del commercialista dal medico legale Katiuscia Bisogni che ha eseguito l'autopsia, alla quale hanno assistito i periti medico-legali incaricati dalla famiglia della vittima accompagnati dal legale di fiducia, Raffaele Barbara, presso il nosocomio di Vibo valentia, ma solo un ematoma alla testa che ha causato l'emorragia che ha messo fine alla vita di Lacaria causata verosimilmente da un colpo di bastone che però, a quanto pare, non sarebbe stato ritrovato sul luogo dove invece è stato rivenuto il corpo di Lacaria.
Sembra però non sia stata ancora posta la parola fine a questa triste storia. Infatti gli inquirenti hanno deciso di tenere ancora il corpo dell'uomo probabilmente per accertamenti irripetibili.
I funerali del commercialista, a quanto pare, non saranno celebrati prima di mercoledì prossimo.
Zangari è stato raggiungo da una ordinanza di custodia cautelare in carcere per l'omicidio di Lacaria, accusato dunque di omicidio e false informazioni al Pm. Mentre non è stato convalidato il fermo sulla base del pericolo di fuga. Non appare invece chiaro agli inquirenti il movente dell'omicidio e proprio su questo fronte si stanno dirigendo le indagini coordinate dal Sostituto procuratore della Repubblica, Filomena Aliberti coadiuvata dal comandante della Compagnia dei carabinieri di Serra san Bruno, Capitano Mattia Ivano Losciale.
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