Calabria, importanti novità sull’arte rupestre preistorica del Riparo del Romito a Papasidero

Sulla rivista internazionale Oxford Journal of Archaeology è stato pubblicato l'ultimo studio sistematico delle incisioni paleolitiche del Riparo del Romito a Papasidero (Cs): “Review of the animal figures in the Palaeolithic rock art of the Romito shelter. New discoveries, new data and new perspectives".

Questo articolo è un aggiornamento importante sulle conoscenze attuali circa l'arte rupestre del Riparo del Romito, presentando risultati delle indagini archeologiche condotte tra il 2016 e il 2017 nel sito calabrese.

Il lavoro presentato è parte del più ampio progetto di revisione di siti di arte rupestre paelolitica nella penisola italiana realizzato per il dottorato europeo di ricerca condotto tra le Università di Tarragona (Spagna) e Ferrara, ed è stato possibile grazie alla partecipazione della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le Province di Catanzaro, Cosenza e Crotone, che ha concesso i permessi di studio, e al Comune di Papasidero.

Scoperto nel 1961 da Agostino Miglio e studiato da Paolo Graziosi, tra il 1961 e 1968, e Fabio Martini dal 2000, il Riparo del Romito di Papasidero costituisce un riferimento importante per gli studi sul Paleolitico superiore italiano e dell’area mediterranea, conservando tra le più spettacolari evidenze di arte rupestre paleolitica: due massi calcarei con tre figure di bovide (uro) e diversi segni lineari graffiti.

L’articolo appena uscito sull’Oxford Journal of Archaeology descrive il lavoro sistematico di documentazione delle evidenze incise portando in luce la presenza di due nuove figure, un pesce ed un cavallo,  aggiornando dunque il registro delle raffigurazioni parietali.

Significative novità apportate da questa pubblicazione risiedono inoltre nella valutazione circa l'abilità degli artisti del Romito nello sfruttare le deformazioni del supporto roccioso. Questi infatti utilizzarono le fratture e le convessità dei blocchi che suggerivano già alcune parti degli animali, rispettivamente il dorso e la coda, e la linea cervicale per realizzare poi gli zoomorfi. Inoltre l’irregolarità delle superfici rocciose ha aiutato uno sviluppo tridimensionale delle figure. Una strategia grafica che ritorna spesso nella produzione di arte paleolitica europea.

Per di più lo studio ha permesso di entrare ulteriormente nel dettaglio della sequenza grafica confermando la presenza di diverse fasi incisorie in un periodo compreso tra 16000 e 12000  anni fa: l'arte del Romito è stata realizzata e ritoccata in vari momenti. Era dunque nota alle persone che qui son passate in epoca paleolitica.

Da ultimo, questo lavoro esalta l'importanza del sito calabrese nel più ampio quadro europeo e mediterraneo, trovando confronti a larga scala (es. fino in Belgio o in Bretagna a nord, in Azerbaijan a est) che fanno supporre l'esistenza di un contesto dinamico di reti culturali e grafiche ad ampio raggio, all'interno delle quali il Riparo del Romito è perfettamente inserito.

*(PhD, Collaboratore dell’Università di Ferrara e del Centro de Geociências-Universidade de Coimbra), archeologo specialista in arte preistorica

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Calabria: ricostruito in3D il cervello di un bambino vissuto 17 mila anni fa

"Per la prima volta possiamo toccare con mano un cervello paleolitico". Come riportato da Repubblica.it, la sensazionale scoperta è stata annunciata da Fabio Martini, archeologo dell'Università di Firenze che ha lavorato nella Grotta del Romito, dove sono stati rinvenuti i resti di un bambino vissuto 17 mila anni fa. Il sito che, risale al paleolitico è stato scoperto nel 1961, quando nel comune di Papasidero (Cs), in località Nuppolara venne scoperto un graffito. Oggi, ha dichiarato Martini, "Attraverso l'utilizzo di tecnologie informatiche molto avanzate, dei software specifici che sono stati elaborati all'Università della California, è stato possibile ricostruire in 3D il cervello del bambino. Stiamo conducendo studi con tecnologie avanzate, come le costruzioni 3D e la scannerizzazione 3D. Uno dei risultati più eclatanti riguarderà la struttura morfologica del cervello di un ragazzino morto a 10-12. Per la prima volta c’è un prodotto attendibile sicuro che ci indica come era fatto un cervello di 17mila anni fa. E' una scoperta sensazionale"

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