Il perno della Calabria si sposta a Cosenza?
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"Un indizio è un indizio, due indizi sono due indizi, tre indizi sono una prova”. A seguire questa indicazione ci sarebbe poco da stare tranquilli. Perché gli elementi che cominciano ad affastellarsi nelle discussioni quotidiane sembrano andare tutti nella stessa direzione. Facciamo, appunto, tre esempi:
1. La proposta di legge n. 37/X “Istituzione dell’area protetta regionale ‘Parco Naturale Regionale Monte Caloria’ ”, presentata dal consigliere regionale Giuseppe Giudiceandrea (eletto nella circoscrizione cosentina), è stata formulata per “il riconoscimento dello status di Parco Naturale Regionale” e “riconduce la sua superficie a 1963 ettari che vanno ad interessare solo 4 Comuni e nella fattispecie: Acquappesa, Malvito, Cetraro e Fagnano Castello”. Tutti del cosentino. Peccato che in precedenza, e segnatamente con l’approvazione della Legge di Stabilità regionale, le risorse assegnate al Parco Naturale Regionale delle Serre (ricadente nei territori delle province di Vibo, Reggio Calabria e Catanzaro), che nel 2014 ammontavano a 300 mila euro, sono state diminuite nel 2015 a 120 mila euro e per i due anni successivi sono stati assegnati rispettivamente 100 mila e 80 mila euro. C’è l’intenzione di togliere da una parte ed inserire da un’altra?
2. La proposta di legge n. 54/X “Valorizzazione Dieta Mediterranea Italiana di Riferimento” siglata dai consiglieri regionali Orlandino Greco e Franco Sergio (entrambi eletti nella circoscrizione cosentina) supera, nelle intenzioni, la legge regionale n. 45/2013 (promossa dal vibonese Alfonso Grillo), che cristallizzava la centralità di Nicotera, e punta ad istituire “le Roccaforti della Dieta Mediterranea Italiana di Riferimento quali presidi territoriali singoli o con la costituzione di consorzi locali pubblici e/o privati identificanti territori con particolari produzioni e/o relative comunità culturali caratterizzanti, per le loro specificità, il Modello di Dieta Mediterranea Italiana di Riferimento – arbereshe, occitana, grecanica, permanenze ebraiche, arabe, sintu”. La provincia bruzia torna, di nuovo, alla ribalta. A Nicotera si sono preoccupati di mobilitarsi e promuovere un consiglio comunale aperto sull’argomento. Intanto, si sono persi la concretizzazione della Fondazione prevista dalla legge 45 e rischiano seriamente di perdersi la partecipazione ad Expo.
3. La recente riunione concernente gli ospedali di montagna si è svolta presso l’Asp di Cosenza alla presenza dei sindaci di San Giovanni in Fiore, Acri, Serra San Bruno, Soveria Mannelli e del commissario dell’Asp di Cosenza. Non invitati i vertici delle Asp di Vibo e Catanzaro. Il capo dell’esecutivo della cittadina della Certosa Bruno Rosi ha parlato di “sensazioni negative” specificando di aver avuto l’impressione che “la sperimentazione sulla Chirurgia h24 con interventi programmati sarà effettuata solo negli ospedali di San Giovanni in Fiore e Acri”. A Serra San Bruno e a Soveria Mannelli c’è forse meno bisogno di queste prestazioni sanitarie?
Solo coincidenze, casi fortuiti, cattivi pensieri? C’è una regia nascosta dietro questi provvedimenti apparentemente figli di padri diversi? Domande a cui, oggettivamente, non può essere data oggi una risposta. Sarà il tempo ad incaricarsi di scoprire la verità. Il presidente della giunta regionale Mario Oliverio ha effettuato un sopralluogo sulla Trasversale delle Serre, forse ne farà un altro al nosocomio. Potrebbero essere segnali rassicuranti se non fosse che i fatti – in questo caso forse sarebbe più opportuno usare la locuzione “carta canta” – dicono altro. Dicono che il decreto n. 9/2015 è provvisto di una postilla che prevede la cancellazione di tutti i posti letto per acuti del territorio quando il nuovo ospedale di Vibo sarà completato (il commissario Scura, secondo quando riporta Rosi, al momento non vuole nemmeno discutere dell’argomento). Dicono che la dotazione finanziaria del Parco delle Serre è stata ridotta al lumicino. Dicono che Nicotera si sente “scippata” (termine più volte usato nel consiglio comunale aperto). Dicono, anche, che la composizione della nuova giunta regionale (non è che con quella vecchia la situazione fosse troppo diversa) non sorride certo al Vibonese. Fatti, non parole. Ma attenzione a non dirlo ad alta voce, perchè i fautori del “cambiamento” potrebbero sentirsi urtati nella loro “sensibilità”.