Serra, corso Umberto I e lungofiume al buio per mezz’ora. Il Comune aderisce all’iniziativa dell’Anci contro il caro bollette
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«Quanto accaduto ieri in Commissione Affari costituzionali della Camera racconta implicitamente il senso stesso dei nostri suggerimenti: quando si decide sulla vita dei Comuni, i sindaci vanno ascoltati».
Il presidente di Anci Calabria, Gianluca Callipo, esprime soddisfazione per il proficuo confronto che si è instaurato tra Parlamento e Associazione nazionale dei Comuni italiani, con riguardo alle modifiche legislative in materia di scioglimento delle amministrazioni comunali per presunte infiltrazioni mafiose. All’audizione nella competente Commissione, a rappresentare Anci c’era il sindaco di Rosarno, Giuseppe Idà.
«Le regole attualmente in vigore – spiega Callipo – hanno mostrato da tempo la propria inefficacia a perseguire gli scopi per i quali sono state introdotte nel nostro ordinamento, cioè proteggere gli Enti locali dalle infiltrazioni mafiose. Se funzionassero davvero, non ci sarebbero reiterati scioglimenti che spesso colpiscono più volte gli stessi Comuni. La disciplina attuale, inoltre, pregiudica fortemente l’autonomia dei territori ed i principi di democrazia, vanificando le scelte elettorali delle diverse comunità. Da tempo Anci Calabria, nel solco dell’attività di Anci Nazionale, fa la sua parte per sensibilizzare l’opinione pubblica e le Istituzioni sulla necessità di modificare la legge e introdurre aggiustamenti che possano da una parte migliorare la capacità della norma di evitare infiltrazioni, e dall’altra salvaguardare il voto dei cittadini».
In particolare, Anci Calabria ha prodotto diversi suggerimenti legislativi, grazie al lavoro coordinato dal sindaco di Rende, Marcello Manna, che sono stati poi fatti propri dall’Associazione nazionale dei Comuni e formalizzati in un’organica proposta di legge oggi all’esame degli organismi parlamentari che hanno il compito di giungere a un testo di sintesi da sottoporre poi al vaglio del Parlamento.
«Tra i punti che riteniamo cruciali – continua Callipo – c’è l’introduzione del contraddittorio tra sindaco e prefetto, a cui viene demandato il compito di decidere sullo scioglimento, che non può continuare a intervenire in maniera automatica sulla base di presupposti astratti e non riscontrati nella realtà dei fatti. Come dicevo all’inizio, i sindaci vanno informati, vanno ascoltati e va riconosciuto il loro diritto al contraddittorio. Lo scioglimento deve essere l’estrema ratio, non una sorta di adempimento burocratico com'è oggi. Inoltre, riteniamo che la normativa debba essere più chirurgica, consentendo l’assunzione di provvedimenti specifici nei confronti dei singoli, come impiegati o dirigenti infedeli. Se in un’Amministrazione locale ci sono soggetti in odore di mafia, sono quelli che vanno messi nell’impossibilità di nuocere, non va “chiuso” tutto il Comune inficiando il libero voto dei cittadini, perché è come buttare l’acqua sporca col bambino. Allo stesso tempo va data la possibilità ai sindaci di licenziare per giusta causa chi con la sua presenza negli organici compromette la vita stessa dell’Ente. Siamo inoltre favorevoli a prevedere la possibilità da parte del Prefetto di nominare un commissario ad acta che possa assumere le funzioni dirigenziali di chi viene individuato dalla Prefettura stessa come possibile tramite della criminalità organizzata, senza procedere dunque allo scioglimento tout court».
Concetti ribaditi nel corso dell’audizione dal sindaco Idà, che nel confronto con i parlamentari ha messo in evidenza come «la facoltà di sentire i sindaci vada trasformata in un obbligo effettivo». «Spesso - ha spiegato - anche le commissioni straordinarie insediate nei nostri enti locali verificano gli atti senza dover essere costrette a confrontarsi con gli amministratori locali». Il sindaco di Rosarno ha poi posto l’accento sulla necessità di garantire comunque la continuità della vita amministrativa condizionata dall’andamento degli iter giudiziari degli scioglimenti: «In Calabria abbiamo assistito a degli scioglimenti che poi venivano cassati dalle sentenze del Tar e confermati, invece, dai Consiglio di Stato».
Nel ringraziare Marcello Manna per il lavoro svolto e Giuseppe Idà per aver efficacemente esposto in Commissione le ragioni di Anci Calabria, Callipo conclude cristallizzando un concetto fondamentale, che ispira l’azione dell’Associazione su questo tema: «Non siamo affatto contrari agli scioglimenti quando sono necessari – ribadisce -, ma proprio per questo chiediamo una disciplina legislativa efficace, che elimini gli automatismi, esalti la collaborazione con i sindaci e tuteli le scelte dei cittadini».
Anci Giovani si appresta a eleggere il suo nuovo coordinatore regionale.
Ne dà notizia il presidente di Anci Calabria, Gianluca Callipo, che rende nota la convocazione dell’assemblea congressuale dell’associazione che riunisce gli amministratori locali under 35.
L’appuntamento è fissato per lunedì 11 febbraio, all’Hotel Lamezia, ore 10.
Dopo l’insediamento dell’ufficio di presidenza, ci sarà la presentazione dei candidati, con la successiva elezione del coordinatore e del coordinamento regionale che sarà composto da 30 elementi.
Chiamati a eleggere il loro rappresentante sono tutti gli amministratori che non hanno superato il compimento del 35° anno di età al momento della loro elezione a sindaco, consigliere comunale o della nomina ad assessore.
«Questo importante passaggio congressuale - commenta Callipo - aggiunge un altro tassello alla definizione degli organismi di Anci Calabria, che con la costituzione della rappresentanza giovanile sarà ancora più forte e incisiva nelle dinamiche decisionali a tutela delle nostre comunità»
«Non è possibile cambiare continuamente le carte in tavola. Questo è uno dei limiti più grandi del nostro Paese, che fa e disfa senza preoccuparsi delle conseguenze che possono essere devastanti sul piano della crescita e dello sviluppo».
Così il presidente di Anci Calabria, Gianluca Callipo, commenta la decisione del Governo che si appresterebbe, nell’ambito del decreto Milleproroghe, a bloccare il bando per le periferie, un piano di investimenti da 2 miliardi di euro per la riqualificazione dei centri urbani che coinvolge 96 città in tutta Italia.
«In Calabria – continua Callipo – al bando hanno partecipato tutti i capoluoghi di provincia e la città metropolitana di Reggio. Bloccare i fondi e dirottare altrove gli investimenti già oggetto di convenzioni regolarmente sottoscritte significherebbe privare i maggiori centri urbani di un’opportunità unica di riqualificazione delle proprie periferie, che finalmente negli ultimi anni avevano ricevuto un’attenzione programmatica che è sempre mancata. Ma per certi versi è ancora più deleterio che nel 2018 materie così importanti siano ancora dominate dall’incertezza. Non si può avviare un lavoro di tale portata a livello progettuale e procedurale per poi, improvvisamente, cambiare rotta e dire abbiamo scherzato. Non è solo una questione di aspettative tradite, ma di capacità di programmare il futuro in maniera efficace e puntuale».
Anci Calabria, dunque, appoggia in pieno la protesta espressa dai sindaci calabresi, nel solco di quanto già dichiarato dal presidente nazionale dell’Associazione dei comuni italiani, Antonio De Caro, che si è detto pronto a diffidare il Governo a rispettare gli impegni, qualora la situazione non dovesse cambiare.
Infine, Callipo, ha fatto un appello a tutti i parlamentari calabresi, affinché sollecitino un ripensamento sul blocco del bando. «Chi siede in Parlamento è innanzitutto espressione di un territorio e dei suoi cittadini – ha concluso il presidente dell’Anci regionale -. Mi auguro che i deputati e i senatori calabresi comprendano quanto questa decisione sia dannosa per lo sviluppo della loro regione e intervengano per sostenere le ragioni delle città destinatarie dei fondi per gli interventi di riqualificazione».
La Regione si dice pronta ad accogliere la richiesta dei comuni calabresi che avevano sollecitato la proroga di sei mesi dei termini per il passaggio definitivo delle competenze in materia di rifiuti.
È quanto comunica il presidente di Anci Calabria, Gianluca Callipo, che ieri ha ricevuto dagli uffici regionali la risposta ufficiale all’istanza presentata affinché fosse differito il termine ultimo del 30 giugno. Una richiesta che era già stata oggetto di un proficuo incontro con l’assessore all’Ambiente Antonella Rizzo, alla quale erano state illustrate le difficoltà in merito alla piena attuazione della normativa sancita dalla legge regionale 14/2014, che prevede il subentro dei comuni nei contratti per la gestione dell’intero ciclo dei rifiuti (dunque non solo raccolta e trasporto) tramite i cinque Ambiti territoriali ottimali (Ato) che coincidono con i rispettivi territori provinciali.
Nonostante l’impegno delle amministrazioni comunali, ritardi si sono accumulati in particolare nei processi di adesione agli Ato, alcuni dei quali non sono ancora pienamente operativi per problemi organizzativi legati talvolta al mancato versamento delle quote necessarie per il funzionamento della gestione associata, nonché per carenza di personale e lacune formative legate alle nuove competenze.
Una serie di motivi che hanno indotto Anci a farsi portavoce della richiesta dei comuni di posticipare la scadenza del passaggio.
La Regione ha risposto a stretto giro, dicendosi disponibile a rimandare il termine ultimo al 31 dicembre 2018, a patto che i sindaci dei comuni capofila convochino con urgenza un’assemblea delle Amministrazioni che fanno parte dei diversi Ato, al fine di deliberare l’espresso impegno al rispetto del nuovo termine, con l’approvazione entro il 30 novembre delle delibere comunali di ratifica dei contratti di subentro.
«È quello che chiedevamo - commenta Callipo - e per questo ringrazio l’assessore Rizzo, i dirigenti e gli uffici regionali con i quali abbiamo lavorato. Il passaggio alla gestione autonoma dell’intero ciclo dei rifiuti è un adempimento molto delicato, che porta con sé conseguenze amministrative rilevanti. I comuni si impegneranno a dare le garanzie richieste e fare la propria parte, fermo restando la necessità che la Regione ci affianchi con personale esperto e qualificato, che possa accompagnare i Comuni nell’organizzazione e nell’avvio della gestione associata del ciclo dei rifiuti».