Arsenale in una stalla, arrestato un allevatore

Cinque fucili, un revolver, quasi duecento munizioni di vario calibro. Non hanno creduto ai loro occhi i carabinieri della Stazione di Bruzzano Zeffirio (Rc) e dei Cacciatori di Calabria quando hanno rinvenuto l'arsenale nelle pertinenze della casa di G.S., 29 anni, di Bianco.

In particolare, i militari si sono presentati nella zona rurale di Bianco, dove vive l’arrestato, con il sospetto che potesse detenere illegalmente armi.

L’uomo, però, si era dimostrato fin da subito apparentemente tranquillo, ripetendo in più occasioni di non avere nulla da nascondere e di limitarsi a fare l’allevatore. La preoccupazione, però, è aumentata decisamente quando i carabinieri, dopo aver controllato l’abitazione, hanno passato al setaccio la stalla e il capannone adiacenti. I risultati non si sono fatti attendere: dentro un contenitore in alluminio, infatti, non distante dalle vacche e dalle capre, i Cacciatori di Calabria hanno trovato un fucile ed alcune munizioni.

Il controllo si è fatto così, via via, sempre più serrato fino a che, sempre nel fienile, nascosti tra i covoni di paglia, non sono stati trovati altri due fucili. Le operazioni hanno infine consentito di trovare altre munizioni in un capannone poco distante ed una pistola, due fucili e munizioni nascosti in una vecchia cisterna arrugginita.

Le armi, quasi tutte con matricola abrasa e in buono stato di conservazione, sono state sequestrate. L’insospettabile 29enne, che dovrà ora rispondere dei reati di ricettazione e detenzione illecita di armi e munizioni, è stato invece arrestato e portato nel carcere di Locri, in attesa dell’udienza di convalida.

Travolge un bambino di 6 anni e scappa, identificato

I carabinieri della Stazione di Bruzzano Zeffirio (Rc) hanno individuato l’uomo che, sabato sera, ha investito un bambino di 6 anni sul lungomare di Ferruzzano.

Si tratta di M.L., 40 anni, del luogo, ora indagato per lesioni ed omissione di soccorso.

I militari hanno identificato il presunto responsabile grazie alle indagini avviate in seguito ad una chiamata al 112, con la quale era stato segnalato un incidente, nel corso del quale un'auto aveva travolto un ragazzino che era stato accompagnato dai genitori al pronto soccorso dell’ospedale di Locri, dove gli erano stati riscontrati vari traumi, escoriazioni e la frattura della clavicola.

 

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Tradito dal coronavirus e dalla sigaretta, latitante catturato in Calabria

È stato tradito dalle nuove norme varate per contrastare il coronavirus e dal vizio della sigaretta.

Sono state proprio le prescrizioni previste dalle norme emergenziali dettate dal governo, a fornire agli investigatori dell'Arma, l’ultimo tassello necessario ad incastrare il latitante Cesare Cordì, di 42 anni.

In particolare, a permettere agli uomini dell'Arma d'individuare Cordì, è stato il comportamento di un fiancheggiatore andato a consegnare “la spesa”, in violazione delle misure governative, in una casa che avrebbe dovuto essere disabitata.

È bastato poi il flebile bagliore di una sigaretta – carpito dalla fessura di una tapparella – per dare la certezza ai carabinieri che, in quella casa in contrada Monica di Bruzzano Zeffirio, ci fosse il ricercato sulle cui tracce erano ormai da giorni.

I militari delle Compagnie di Bianco e Locri e dello Squadrone eliportato “Cacciatori”, hanno quindi messo in campo un'azione fulminea che non ha concesso la minima possibilità alla fuga, già organizzata attraverso un ingresso secondario, al figlio di Antonio “U ragiuneri”, il quale si era reso irreperibile in occasione dell’esecuzione dell’operazione “Riscatto” effettuata nell'agosto del 2019 dagli uomini della Compagnia di Locri.

L'attività investigativa, aveva consentito ai carabinieri del Comando Provinciale di Reggio Calabria, sotto il coordinamento della Procura della Repubblica reggina, di assestare un durissimo colpo alla storica cosca locrese dei “Cordì”, ai cui sodali furono contestati, a vario titolo, i reati di associazione di tipo mafioso, estorsione, danneggiamento seguito da incendio, illecita concorrenza con minaccia o violenza, trasferimento fraudolento di valori, detenzione e porto in luogo pubblico di armi, con l’aggravante di aver agito per favorire gli interessi della ‘ndrangheta.

In particolare, al termine delle indagini, a carico di Cesare Cordì è stato emesso un provvedimento di custodia carceraria, per trasferimento fraudolento di valori, aggravato perché commesso al fine di agevolare l’associazione mafiosa.

 Per gli inquirenti, Cordì, al fine di eludere le disposizioni di legge sulle misure di prevenzione patrimoniali, avrebbe attribuito alla moglie, la titolarità formale di un negozio di Ardore.

Sono in corso le indagini per ricostruire la rete di persone che ha favorito la latitanza del 42enne, ritenuto esponente di spicco della ‘ndrangheta di Locri. 

Operazione Banco nuovo, i nomi delle persone coinvolte

Nel corso di una vasta operazione, coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia della Procura della Repubblica di Reggio Calabria, i carabinieri e ha Polizia di Stato hanno dato esecuzione a 50 misure cautelari (di custodia in carcere, agli arresti domiciliari e con obbligo di dimora) nei confronti di altrettante persone, ritenute responsabili, a vario titolo, di associazione mafiosa, estorsione, illecita concorrenza con violenza e minaccia, turbata libertà degli incanti, falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale in atti pubblici, violenza e minaccia a pubblico ufficiale, associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, detenzione e porto illegale di armi clandestine e munizionamento, ricettazione, commessi con l’aggravante del ricorso al metodo mafioso, ovvero al fine di agevolare la ‘ndrangheta.

L’inchiesta che ha interessato il mandamento ionico della provincia di Reggio Calabria e daltre regioni d’Italia, ha permesso di svelare l’operatività di diverse articolazioni della ‘ndrangheta sui centri di Brancaleone, Africo e Bruzzano Zeffirio, i nuovi assetti organizzativi e i ruoli rivestiti dagli affiliati, rimodellati all’indomani della “pace” raggiunta dalle cosche dopo la sanguinosa faida di Africo-Motticella, che aveva visto affermarsi i gruppi “Palamara-Scriva” e “Mollica-Morabito”.

Il Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Reggio Calabria ha disposto l’applicazione delle seguenti misure cautelari:

 Custodia cautelare in carcere:

 Annunziato Alati, 46 anniGiuseppe Alati, 55 anni;Pietro Alati, 42 anni;Giuseppe Benavoli, 61 anni;Paolo Benavoli, 28 anni;Alessio Falcomatà, 25 anni;Nicola Falcomatà, 29 anni;Massimo Emiliano Ferraro, 41 anni;Cosimo Forgione, 33 anni;Giuseppe Forgione, 66 anni;Vincenzo Freno 55 anni;Francesco Gligora, 45 anni;Pasquale Lombardo, 46 anni;Daniele Manti, 29 anni;giuseppe Morabito, 39 anni;Carmelo Morabito, 54 anni;Natale Morabito, 52 anni;Pasquale Morabito, 63 anni;Salvatore Morabito, 41 anni;Daniele Nucera, 29 anni;Filippo Palamara, 55 anni;Giuseppe Palamara, 49 anni;Salvatore Palamara, 54 anni;Francesco Patea, 28 anni;Pietro Perrone, 59 anni;Paolino Tripodi, 52 anni;Fabio Trunfio, 45 anni;Antonino Vitale, 42 anni;Antonino Zappia, 35 anni;Benedetto Zappia, 39 anni;Benedetto Zappia, 45 anni.

 Arresti domiciliari

 Michele Ascone, 56 anni;Giuseppe Mesiano, 58 anni;Giovanni Morabito, 35 anni;Saverio Palumbo, 33 anni;Vincenzo Toscano, 31 anni;Domenico Vitale, 43 anni.

 Obbligo di dimora

 Stefano Benavoli, 25 anni;Fabio Bonanno, 34 anni;Paolo Costantino, 44 anni;Stefano Cristiano, 51 anni;Giovanni De Cicco Cuda, 35 anni;Gallo Giuseppe, 33 anni;Ielo Salvatore, 41 anni;Profazio Sebastiano, 52 anni;Sciglitano Nicola, 25 anni.

 

 Inoltre, durante l'operazione sono stati arrestati in flagranza di reato: Vincenzo Toscano, 31 anni (destinatario della misura degli arresti domiciliari) è stato arrestato a Milano per detenzione di una pistola beretta cal. 7.65 con matricola abrasa; Giuseppe Gallo, 33 anni (destinatario dell’obbligo di dimora) è stato arrestato a Ventimiglia per detenzione al fine di spaccio di 753 grammi di cocaina. Nel procedimento sono confluiti gli esiti di due diversi, ma convergenti, segmenti di attività d’indagine svolte con riferimento alla criminalità organizzata di tipo ndranghetistico, radicata in Africo Nuovo, Motticella, Bruzzano Zeffirio, Brancaleone e zone limitrofe.

 

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Sorpresa a rubare gioielli in una casa, arrestata una romena di 30 anni

Una 30enne di origine romena, Bianca Cornelia Campean, è stata sorpresa mentre stava cercando d'impossessarsi di oggetti di valore in una casa di Africo Nuovo nella quale si era introdotta furtivamente.

La donna è stata colta sul fatto dalla proprietaria dell'abitazione mentre stava rovistando tra i cassetti. La vittima del tentato furto ha allertato i carabinieri.  Giunti sul posto, i militari dell'Arma hanno avviato le indagini che hanno permesso di risalire all'identità della cittadina romena che è stata individuata e tempestivamente bloccata.

Già nota alle forze dell'ordine, nelle scorse settimane, la donna era stata denunciata dai carabinieri di Bruzzano Zeffirio per ricettazione e possesso di chiavi e grimaldelli alterati.

Accusata di furto, dopo l'arresto, la 30enne è stata posta ai domiciliari.

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Perseguita l'ex fidanzata dopo essere uscito dal carcere: i Carabinieri lo arrestano

Tornato in libertà dopo essere stato per molto tempo in prigione, aveva cominciato a molestare telefonicamente la donna cui era legato sentimentalmente venticinque anni addietro e per questa ragione i Carabinieri lo hanno tratto in arresto. A finire in manette è stato un uomo di Bruzzano Zeffirio, in provincia di Reggio Calabria. Il provvedimento è stato attuato dai Carabinieri che hanno eseguito un'ordinanza di custodia cautelare in carcere. Gli viene contestato il reato di atti persecutori. Vittima della sua condotta illecita la ex compagna che risiede nel Bresciano. Espletate le formalità di rito, è stato trasferito presso il carcere di Locri. 

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Ritrovato l'uomo scomparso a giugno in Calabria

Non si avevano sue notizie da oltre sei mesi e finalmente l'epilogo sperato ha riempito di gioia i suoi parenti. A ritrovare il cinquantottenne nato a Napoli e dileguatosi da una struttura assistenziale cosentina in cui si trovava sono stati i Carabinieri di Bruzzano Zeffirio,in provincia di Reggio Calabria. I militari dell'Arma lo hanno individuato ai margini della Strada Provinciale 68. Stava camminando evidente stato confusionale. Ben visibili le tracce degli stenti subiti nel corso del lungo periodo della scomparsa. Molto dimagrito e affaticato. il suo stato di salute, tuttavia, è complessivamente buono alla luce delle difficoltà in cui si è imbattuto. Prestati i primi soccorsi, saranno ora gli addetti del Centro di Ascolto della Casa di Melito porto Salvo ad occuparsi dell'uomo che attente ora l'arrivo della famiglia. Sulla base di quanto ricostruito fino al momento, si sarebbe cibato degli alimenti offerti dai cittadini e dormito nei luoghi più disparati.  

Maltempo in Calabria: evacuata casa di riposo

A distanza di oltre una settimana continuano ad esserci ripercussioni a seguito dell'ondata di maltempo che ha colpito la provincia di Reggio Calabria, soprattutto lungo la fascia jonica. E' stato necessario procedere all'evacuazione di una comunità alloggio a Palizzi. Le sedici persone anziane ospitate presso la struttura sono state trasferite dai Carabinieri all'interno di locali parrocchiali. Inoltre una donna che ha superato gli 80 anni di età è stata salvata dai militari dell'Arma di Bruzzano Zeffirio: si trovava nella propria abitazione a ridosso del tratto di Strada Statale 106 che è stata spazzata via insieme ai binari. Nel frattempo, sono state messe in campo diverse attività da parte dei Carabinieri fermamente intenzionati a stroncare le cattive intenzioni degli "sciacalli". Diversi le postazioni allestite per controllare in nodo capillare il territorio, soprattutto nelle zone più interne ed isolate. 

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