Serra, le meraviglie di una città che rischia di diventare periferia

Serra San Bruno è Città! Da qualche giorno la cittadina delle Serre vibonesi si pregia dalla meritata onorificenza assegnata dal Presidente delle Repubblica Sergio Mattarella. Città, titolo onorifico dovuto per l’illustre passato storico, monumentale, artistico, culturale lasciatoci in eredità dai nostri migliori figli. E non solo. 

Serra San Bruno è eterno, incomparabile, patrimonio naturalistico-paesaggistico che il buon Dio ci ha voluto regalare per mezzo del santo Patriarca Bruno. Ma a cotanta magnificenza non corrisponde l’operato dei contemporanei che difettano, e non poco, in fatto di viabilità molto precaria, strade da terzo mondo, randagismo e cinghiali imperanti. No! Non può essere questa una “città”!

Indubbiamente Serra San Bruno è Certosa, ma non solo. Questa cittadina deve la sua origine alla suo millenario Convento bruniano, il primo in Italia fondato nel 1084 come primitivo nucleo, dove oggi troviamo lo splendido Santuario mariano regionale di Santa Maria del Bosco immerso nel verde delle conifere, da Brunone di Colonia, fondatore dell’Ordine monastico certosino. Successivamente, nel 1091, per esigenze climatiche e per accogliere i monaci più anziani, è stato edificato, più a valle, il secondo nucleo certosino, quello che è evidente ai nostri occhi e che nei secoli sarà conosciuto come Certosa di Santo Stefano del bosco. La stessa che nel ‘500 assumerà la forma di grande abbazia, edificata alla maniera rinascimentale con grandezze di forme artistiche ed architettoniche. Purtroppo la grande Certosa, dopo bei secoli legati alla storia feudale, religiosa ed artistica, è stata distrutta dal disastroso terremoto del 1783. Ci restano pochi ruderi: parte della facciata palladiana e del chiostro.

Da ogni parte del mondo: poeti, storici, scrittori, giornalisti, scienziati, teologi si sono avvicendati attorno alla storia di questo preziosissimo bene culturale che Serra custodisce gelosamente, orgogliosa com’è di essere stata eletta primogenita della scelta di san Bruno, quando venne in Calabria al seguito del suo discepolo, il papa Urbano II al quale rifiutò la nomina di vescovo di Reggio Calabria e soprattutto gelosa di custodire e venerare le reliquie del Santo che qui vi morì il 6 ottobre 1101.

Sono tantissimi gli studiosi che nei secoli si sono avvicendati nel raccontarne la storia e tanti i visitatori illustri, quali: il re borbonico Ferdinando II, il Presidente della Repubblica Luigi Einaudi, lo statista Alcide De Gasperi, Orace Rilliet e Norman Douglas, il Cardinale Carlo Maria Martini, oltre Papa Giovanni Paolo II e Papa Benedetto XVI. Ma Serra San Bruno non è solo Certosa: è la città dell’arte nel verde.

Percorrendo il centro storico visitiamo le quattro chiese che, come ha scritto Enzo Vellone, “sono la prova del nove di un grande retaggio architettonico ben innestato in un contesto paesaggistico e ambientale quasi unico”.

La prima di queste è la chiesa arcipretale,la Matrice, detta anche di san Biagio, con artistica facciata in granito a tre navate ed edificata nel 1785; all’interno sono conservate pregevoli opere marmoree, lignee ed oggetti sacri in metalli preziosi, molti di questi provengono dalla Certosa rinascimentale.

La seconda è il prezioso tempietto della Regia Arciconfraternita dell’Addolorata di architettura barocca del 1721, ad una sola navata con portale esterno in bronzo del serrese Giuseppe Maria Pisani ed il ricco portale interno ligneo del “professore” Salvatore Tripodi.

Pochi metri più in là, la chiesa, la più antica, dell’Assunta detta anche di san Giovanni, di origine ducentesca ma ricostruita nei primi anni dell’800, ad una sola navata con ricchi stucchi barocchi. Infine la chiesa parrocchiale, anche questa, dell’Assunta e, per distinguerla dall’altra, è detta dello Spinetto dal nome del nuovo quartiere sorto dopo il terremoto del 1783, che custodisce un’artistica e raffinata statua lignea dell’omonima Madonna.

Oltre alle citate chiese, a Serra si possono ammirare nobiliari palazzi con portali artistici e soffitti riccamente lavorati, fontane, obelischi e tantissime altre opere d’arte, presenti anche nel cimitero monumentale. Insomma un vero museo a cielo aperto immerso nel verde.

Di sicuro, oggi, però il vero fiore all’occhiello, in termini di fede, arte e natura è il Santuario mariano regionale di Santa Maria del Bosco, forte richiamo turistico in ogni stagione dell’anno. Siamo a due chilometri dalla Certosa, nell’antico eremo certosino dove sono evidenti i luoghi abitati e vissuti dal Santo. Qui, nell’ottobre del 1984, nel IX Centenario della fondazione dell’Ordine Certosino, il Papa Giovanni Paolo II venne, vi sostò e pregò insieme ai tantissimi fedeli e a tutto il clero dell’Arcidiocesi Metropolita di Squillace – Catanzaro.

Qui il Papa diede anche il titolo di “Basilica” alla chiesetta di Santa Maria.

Questa è Serra San Bruno: ben meritata “città” di arte, fede e natura, testimonianza ed opera del Divino. È doveroso, qui, precisare, che tutto il ricco ed abbondante patrimonio artistico è creatura di artisti serresi: scultori, scalpellini del granito, ebanisti, architetti, pittori ed artisti del ferro battuto. Sono artisti figli di tante dinastie che vanno dai Pisani agli Scrivo, ai Barillari e ai De Francesco, dagli Scaramozzino agli Zaffino, ai Reggio e ai Lo Moro e Tripodi già citati. Sono quegli uomini d’arte che hanno costituito la leggendaria “Maestranza di la Serra” che ha arricchito, anche, tante chiese sparse in Calabria.

“Insomma, come scriveva Corrado Alvaro, è il paese di Calabria in cui si vorrebbe sostare. Ha un colore alpino e vi si arriva spiritosa l’aria del mare”. Qui è davvero piacevole anche un breve sosta, mordi e fuggi, tra l’ombra delle sue conifere sparse attorno all’abitato o anche nei suoi bar storici su corso Umberto I dove non si può fare a meno di gustare i deliziosi gelati e soprattutto il secolare ‘nzullo, biscotto duro sotto i denti ma da una fragranza indescrivibile: se ne chiedi la ricetta, silenzio assoluto.

Ed infine, il principe della cucina serrese: il fungo porcino delizioso e prelibato in tutte le salse. Questa è Serra San Bruno che, ancora un a volta, ha accolto un altro papa: il 9 ottobre del 2011 Benedetto XVI.

Orbene, benvenuto il titolo di “Città” più che meritato ma i contemporanei siano degni figli dei loro avi. Serra San Bruno, nella storia, non è mai stata periferia, oggi rischia di esserlo.

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Serra diventa città, la soddisfazione del sindaco Tassone

"Il conferimento del titolo di Città rappresenta un altro importante risultato che si inscrive nella storia di Serra San Bruno".

E' quanto scrive il sindaco Luigi Tassone, dopo la firma, apposta il 21 marzo scorso, al decreto con il quale il Presidente della Rapubblica ha conferito a Serra San Bruno il titolo di città.

Un obiettivo che, per il primo cittadino, rappresenta: "il risultato del lavoro di tutti coloro i quali hanno creduto in questa piccola ma significativa svolta, aiutandoci a raccontare le molteplici ricchezze e potenzialità di una comunità che si è messa in cammino per raggiungere obiettivi ambiziosi.

Questo riconoscimento - conclude Tassone - sollecita tutti noi al rinnovato adempimento dei doveri civici, esortandoci a contribuire attivamente, con passione, competenza, responsabilità - ciascuno nella propria quotidianità - alla crescita della Città di Serra San Bruno".

Tropea, tutto pronto per il convegno “Le città del futuro. Le città in Calabria: un progetto per il futuro”

“Le città del futuro. Le città in Calabria: un progetto per il futuro”. È questo il titolo del Convegno in programma venerdì prossimo 20 aprile, dalle 9.00 alle 13,30, al Palazzo Santa Chiara di Tropea.

Si tratta dell'undicesima tappa del percorso di avvicinamento all’VIII Congresso nazionale degli architetti, pianificatori, paesaggisti e conservatori italiani che si terrà a Roma, all’Auditorium Parco della Musica, dal 5 al 7 luglio prossimi.

Un percorso di “ascolto”, con incontri e dibattiti sul territorio, articolato in 14 tappe in tutta Italia. Tappa, quella di Tropea, che il Consiglio nazionale ha organizzato con gli ordini degli architetti della Calabria.

Con l’appuntamento congressuale di luglio il Consiglio nazionale intende offrire un significativo contributo al dibattito sul futuro delle città proponendo un nuovo paradigma della qualità della vita, ripensandone il modello in una visione che abbia l’uomo al suo centro. Un nuovo paradigma che, come testimoniano i processi di cambiamento di molte città europee e del mondo, non è più rinviabile, tenendo conto della nuova fase di trasformazioni che stiamo vivendo e che, attraverso la globalizzazione, la digitalizzazione e l’urbanizzazione stanno modificando l’economia, la società, il quadro demografico e ambientale.

La tappa calabrese si concentrerà sulle trasformazioni del territorio e delle città, a livello europeo, nazionale e calabrese. Verranno anche illustrati alcuni dati di una ricerca commissionata dal Consiglio nazionale al Cresme, che si concentrerà sulla situazione economica della Calabria.

Il convegno “Le città del futuro. Le città in Calabria: un progetto per il futuro” sarà aperto dai saluti di Nicola Domenico Donato, presidente dell’ordine architetti Ppc della provincia di Vibo Valentia; di Nicola Irto, presidente del consiglio regionale della Calabria e di un rappresentante della Commissione straordinaria del Comune di Tropea.

Dopo l’illustrazione degli obiettivi del Congresso da parte di Giuseppe Cappochin, Presidente del Consiglio nazionale degli architetti Ppc, seguiranno gli interventi di Paolo Malara, consigliere cnzionale; di Luigi Lombardi Satriani, professore di antropologia culturale, università di Roma “La Sapienza”; di Alberto Clementi, professore di urbanistica università Chieti-Pescara e dei presidenti degli ordini degli architetti Ppc delle Province di Catanzaro, Giuseppe Macrì; Crotone, Danilo Arcuri; Cosenza, Pasquale Costabile e Reggio Calabria, Salvatore Vermiglio.

Seguirà, nella seconda parte della mattinata, la tavola rotonda “La rigenerazione urbana in Calabria: obiettivi, politiche e risorse”, cui parteciperanno, moderati, da Nicola Di Battista, architetto, membro del comitato scientifico dell’VIII Congresso nazionale degli architetti italiani, Mario Oliverio, presidente della Regione Calabria; Gianluca Callipo, presidente Anci Calabria; Giuseppe Bombino, presidente del Parco nazionale dell’aspromonte; Giovanni Imparato, Confindustria turismo Calabria; Francesco Berna, presidente Ance Calabria e Domenico Passarelli, presidente Inu Calabria.

Chiuderà i lavori Giuseppe Macrì, presidente dell’ordine degli architetti della Provincia di Catanzaro.

 

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Sersale ottiene il riconoscimento del titolo di città

Sersale, l’intraprendente borgo di circa 5mila abitanti che s’affaccia sullo Ionio catanzarese fondato il 3 agosto del 1620, oggi epicentro della Riserva Naturale Valli Cupe, acquisisce il titolo di città.  

Il prestigioso riconoscimento è contenuto in un Decreto del Presidente della Repubblica (su proposta del Ministero dell'Interno dopo aver vagliato i requisiti previsti dalla legislazione vigente) che il sindaco Salvatore Torchia ha avuto in consegna questa mattina dal Capo di Gabinetto della Prefettura di Catanzaro, Luciana Iannuzzi.

Questo il commento del primo cittadino della cittadina del catanzarese: «Ringrazio il Presidente della Repubblica, il Ministro degli Interni e il Prefetto per l’attenzione che ci hanno dimostrato. Presto, nel corso di un’apposita cerimonia, avremo l’occasione di far loro pervenire il ringraziamento dell’intera città». Ha aggiunto: «È una notizia che ci rende particolarmente lieti e ci spinge a fare di più e meglio per il bene della nostra città e dei nostri cittadini, in una cornice di assoluto rispetto della trasparenza amministrativa e della legalità. A questo evento - ha sottolineato l’avv. Torchia - annettiamo grande importanza. Non solo perché riconosce le ragioni su cui era fondata la nostra istanza (ricordi, monumenti storici e per l'attuale importanza nello scenario regionale), ma anche perché contribuisce a potenziare i sentimenti di fiducia di chi ha l’onore di amministrare la cosa pubblica e degli stessi cittadini nelle istituzioni democratiche. Lo spirito di comunità che ha sempre contraddistinto i cittadini di Sersale e che ha consentito alla città di ottenere successi rilevanti su più fronti, in particolare nella valorizzazione dei nostri giacimenti naturalistici con l’ottenimento dello status di Riserva Naturale per l’esperienza ormai di fama internazionale delle Valli Cupe, è oggi premiato con questo simbolico ma molto atteso riconoscimento. Abbiamo lavorato bene e continuiamo a operare con responsabilità, per potenziare i punti di forza della nostra città, ritenendo che l’insieme dei Comuni e delle istanze sociali, imprenditoriali e culturali dell’area di cui Sersale è parte organica debba fronteggiare questa difficile congiuntura di crisi economica e di oggettiva difficoltà degli enti locali, unendo gli sforzi per rendere possibile un progetto di sviluppo produttivo e di crescita civile dell’intero territorio».

Infine: «Il decreto che riconosce a Sersale il titolo di città mi induce a pensare a tutti i nostri concittadini che vivono fuori della Calabria per ragioni di lavoro o di scelte professionali. A loro desidero riservare un pensiero particolare e affettuoso, per gli sforzi che fanno e per l’amore che portano per la nostra città e per la Calabria. Se oggi Sersale è una città che suscita interesse e taglia traguardi ragguardevoli lo deve anche a loro».

Il comune di Serra San Bruno chiede il titolo di "Città"

Il Comune di Serra San Bruno, con una riunione di giunta tenutasi il 20 febbraio u. s. alla presenza del sindaco Luigi Tassone, del vice sindaco Walter Lagrotteria, e degli assessori Gina Immacolata Figluzzi, Valeria Giancotti e Francesco Zaffino, ha proposto al Ministero dell'Interno di riconoscere il titolo di "città" al comune di Serra San Bruno ai sensi dell'art. 18 del T.U.EE.LL. approvato con D. lgs 267/2000.

L'articolo sopra indicato dispone testualmente: "il titolo di città può essere concesso con decreto del Presidente della Repubblica su proposta del Ministro dell'Interno ai comuni insigni per ricordi, monumenti storici e per l'attuale importanza".

In considerazione di ciò appare innegabile che il paese della Certosa abbia tradizioni storiche, culturali e religiose di pregevole importanza che non è difficile riscontrare nei monumenti, nelle chiese e non da ultimo nella prestigiosa Certosa voluta da San Bruno, fondatore dell'ordine stesso dei certosini.

All'interno dell'archivio storico, gelosamente conservato nella biblioteca certosina, sono custoditi svariati manoscritti che raccontano la millenaria storia di Serra San Bruno dimostrandone la dignità culturale ed artistica. 

Inoppugnabile è anche il ruolo di centralità che il Comune di Serra assume per il territorio delle Serre Calabre con la presenza sul proprio suolo del presidio ospedaliero "San Bruno", della presenza dei Carabinieri, del Commissariato, della Caserma dei Vigili del Fuoco, degli istituti superiori quali il Liceo Scientifico, l'istituto Tecnico Commerciale e dell'Istituto Alberghiero che, annualmente, rappresentano un punto di riferimento per tutto il territorio.

E' stata ovviamente unanime la votazione, da parte della giunta guidata dal sindaco Tassone, per l'approvazione della delibera che troverete in calce a questo articolo.

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