Chiaravalle, “Ne combiniamo di tutti i colori”: iniziativa contro la discriminazione

La manifestazione del 27 novembre alle 15, che si svolgerà presso il Convento dei Cappuccini a Chiaravalle Centrale e che è organizzata dalla libreria “Parole di carta” in collaborazione con le associazioni "Il Brigante", "Momò" e Uildm, ha come obiettivo la promozione di una opportunità di socializzazione e di riflessione per  sensibilizzare la collettività sui valori del dialogo interculturale e della ricchezza di una società multietnica, aperta e inclusiva.

Per dare voce a questa iniziativa parteciperanno diverse associazioni culturali impegnate in modo attivo sul territorio. 

Una giornata contro la discriminazione razziale, per capire che la diversità non è un limite, ma un'opportunità. Attraverso letture, giochi, documentari musica e parole si cercherà di superare paure e pregiudizi che causano discriminazioni e violenze, per sottolineare la forza che ha in sé la “diversità” non come limite ma come opportunità.

Terramargia 2016, i fagioli del "Brigante" coltivati dentro le mura della Certosa

Riceviamo e pubblichiamo:

Il legame tra la Certosa di San Bruno e i serresi è storicamente custodito anche dalla “madre terra” e dai suoi frutti. Si tratta di un rapporto tanto antico quanto solido, che oggi si rinnova e si rafforza attraverso il progetto che il monastero bruniano ha avviato assieme all’associazione culturale “Il Brigante”. La collaborazione tra il sodalizio, che già da tre anni si occupa di agricoltura solidale e di sviluppo sostenibile nel territorio delle Serre, e la Certosa ha fatto sì che quest’anno si concretizzasse la coltivazione del fagiolo bianco “a pisello” – già al centro del progetto “Terramargia” – all’interno delle mura che proteggono il silenzio dei monaci certosini.

La coltivazione dell’ecotipo – un tempo molto diffuso nella zona – è diventata realtà grazie all’unità d’intenti tra il priore della Certosa, dom Basilio Trivellato, e gli attivisti dell’associazione: l’idea che si va materializzando è infatti quella di mettere in atto pratiche di agricoltura solidale e sostenibile, ovvero “a misura d’uomo”, evitando qualsiasi trattamento chimico dei terreni e delle piante, così come ogni forma di sfruttamento intensivo sia delle colture che del lavoratore.

Le sementi del progetto “Terramargia” sono quindi state piantate e stanno crescendo rigogliose su un terreno che per centinaia di anni è stato coltivato solo dai monaci certosini. Dopo il raccolto, i fagioli bianchi delle Serre coltivati in Certosa saranno selezionati singolarmente e manualmente, per poi essere immessi nel circuito dei Gruppi di acquisto solidale in cui “Il Brigante” è stabilmente inserito. Entrambe le realtà coinvolte hanno dato vita a un progetto che, in tempi in cui la “globalizzazione” selvaggia e il mercato della grande distribuzione hanno sacrificato la qualità dei prodotti agricoli in nome della quantità e del profitto ad ogni costo, non sembra esagerato definire rivoluzionario. L’obiettivo, infatti, resta quello di diffondere le pratiche dell’agricoltura sostenibile soprattutto nel territorio e di dimostrare come un altro modo di lavorare la terra, mirato alla creazione di circuiti di microeconomia solidale, sia possibile e praticabile. 

«Siamo grati – ha commentato il presidente dell’associazione “Il Brigante”, Stefano Catroppa – al priore dom Basilio Trivellato e a quanti fungono da tramite tra la Certosa e il mondo esterno, in primis Antonio Zaffino, per l’opportunità concessaci e soprattutto per la sensibilità dimostrata su tematiche che ormai rappresentano un nostro obiettivo primario. Più, infatti, la società contemporanea si allontana dall’uomo e dai suoi bisogni, più sentiamo forte la necessità di rallentare, di tornare alla genuinità della terra e di utilizzare e accudire i suoi frutti nel modo meno invasivo possibile. Aver portato il nostro progetto all’interno delle mura della Certosa è quindi per noi motivo di grande soddisfazione, ma speriamo si tratti solo del primo capitolo di una storia che vorremmo continuasse a lungo».

Il progetto di agricoltura solidale arricchito dalla collaborazione con la Certosa sarà uno degli argomenti di cui si parlerà nell’incontro dal titolo “Terra è Libertà – Dallo spopolamento delle aree interne alle nuove forme di resistenza sociale e culturale” che si terrà mercoledì 17 agosto dalle ore 18 nella piazzetta antistante la sede dell’associazione, nel centro storico di Serra San Bruno.

 

Associazione culturale “Il Brigante”

Serra. Sabato lo scrittore Gioacchino Criaco ospite dell'Associazione "Il Brigante"

Sabato 23 luglio lo scrittore Gioacchino Criaco sarà ospite dell’associazione culturale “Il Brigante” di Serra San Bruno per presentare il suo ultimo libro, “Il saltozoppo” (Feltrinelli), pubblicato nell’ottobre del 2015 dopo la trilogia cominciata con il romanzo di esordio, “Anime Nere” (da cui è stato tratto il film omonimo diretto da Francesco Munzi, vincitore di nove David di Donatello e di tre Nastri d’argento), e proseguita con “Zefira” e “American Taste”. L’incontro con Criaco si terrà a partire dalle 18,30 nella piazzetta antistante la sede dell’associazione, nel centro storico di Serra San Bruno, e sarà seguita da una cena sociale.

DESCRIZIONE Le piane dell’Allaro sono un giardino delle meraviglie, la terra è rossa e grassa, la grande azienda agricola dà impiego all’intero paese e le stagioni si inseguono tra le sfide a saltozoppo dei bambini, il lavoro dei padri e la festa del santo patrono. Crescono così, in quel “composto di razze diverse costrette a vivere in un fazzoletto di argilla”, Julien Dominici e i gemelli Agnese e Alberto Therrime. Crescono e si legano fra loro, come se fosse possibile per un Dominici e per una Therrime essere amici e poi amarsi. Solo i bambini possono crederlo, solo le donne. I Therrime, che conquistarono l’Aspromonte al seguito degli Aragonesi, e i Dominici, che su quei monti videro nascere i propri avi, non sono destinati a condividere la terra. E infatti il passato ritorna puntuale con violenza, spazzando via con il suo vento nero famiglie intere, spingendo gli uomini a uccidersi in faide senza fine e le donne a fuggire al Nord con i figli. Quel vento, tuttavia, per quanto forte, non può spezzare il filo di seta che lega Agnese al suo uomo. A Milano i due giovani sembrano finalmente liberi di amarsi, anche se i conti non sono ancora chiusi, non possono chiudersi. Il mostro che abita Julien è tutt’altro che sopito, si muove come un lupo seguendo sentieri di vendetta e giustizia immutati nei secoli, che lo conducono a incrociare inaspettatamente la via della Triade. Attraverso il destino di Agnese, di Julien, di Alberto e del cinese Tin, attraverso le loro stesse voci, le antiche storie dei popoli guerrieri dell’Aspromonte si intrecciano alle regole altrettanto antiche e feroci dei figli del Drago. Ma c’è una regola ancora più antica, che solo le donne conoscono: il loro racconto è l’unico antidoto in grado di cambiare le storie degli uomini. Dopo Anime nere, il suo sorprendente romanzo d’esordio, Gioacchino Criaco torna a raccontare una favola nera. Dove la vendetta è diritto di natura e il seme dell’odio coincide con il destino. “La Calabria è una terra strana, sospesa tra passato e presente. La sua lingua non contiene il futuro dei verbi, il domani è affidato al destino”. (feltrinellieditore.it).

 

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