Serra: reflui in un torrente e stoccaggio abusivo di rifiuti speciali, sequestrata area ditta

Gli uomini della sezione Ambiente e territorio della Polizia giudiziaria di stanza presso la Procura di Vibo Valentia ed i carabinieri forestali di Serra San Bruno, hanno sequestrato l'area di duemila metri quadri sulla quale sorge la centrale a biomasse di proprietà della società "La foresta" .

Nel corso del controllo, i militari hanno rinvenuto 600 sacchi, contenenti altrettante tonnellate di scarti di lavorazione, cinque fusti da 200 litri di oli esausti e tre scarichi abusivi di acque reflue industriali, che sfociavano nel torrente Notaro, affluente del fiume Ancinale.

Al termine del sopralluogo, sono stati contestati i reati di stoccaggio abusivo di rifiuti speciali, violazione delle leggi ambientali e scarico illegale di acque reflue industriali

 

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Chiaravalle Centrale, riqualificata l'area attrezzata di località “Foresta” 

È partito il restyling dell'area attrezzata di località “Foresta”. Nuove panchine, un nuovo parco giochi, una maggiore cura del verde per il tradizionale spazio di incontro che, in estate, diventa anche il luogo privilegiato per festicciole e pic-nic all'aperto.

Famiglie e bambini di Chiaravalle, e non solo, d'ora in poi avranno a disposizione servizi più moderni e confortevoli.

Era un impegno preso in campagna elettorale dall'attuale assessore comunale ai Lavori Pubblici, Claudio Foti.

“L'intervento - spiega lo stesso esponente della maggioranza - consiste nella rimozione delle panchine esistenti, in avanzato stato di degrado, che verranno sostituite da nuove sedute con struttura  in legno lamellare. Queste ultime presentano, peraltro, un aspetto estetico che meglio si armonizza con l'ambiente circostante. Inoltre, verranno  implementati e sostituiti alcuni giochi per bambini e verrà potenziato l'impianto di illuminazione notturna, senza trascurare la parte destinata al verde che verrà integrata con nuove essenze. Il tutto per dare un aspetto più decoroso all'area ed un aspetto diverso dall'attuale che si presentava da anni in condizioni di assoluto abbandono.

L'intervento di riqualificazione ha tenuto in debita considerazione anche l'aspetto della raccolta dei rifiuti. Infatti, su stimolo della consigliera delegata all'Ambiente, Stefania Fera, sarà predisposto un apposito angolo destinato alla raccolta differenziata,  eliminando gli attuali contenitori fatiscenti e utilizzando recipienti colorati e delimitati da una recinzione anch'essa colorata”. Insomma, l'area “Foresta” riacquista vivacità ed armonia, anche grazie all'impegno quotidiano degli operai assunti con il finanziamento regionale destinato ai percettori di mobilità in deroga.

“A breve - conclude l'assessore Foti - organizzerò un incontro pubblico per rendere edotta la cittadinanza sull'attività messa in atto ad un anno dalla delega assegnata dal sindaco Donato”.

Serra: chiude la storica segheria "La Foresta", saranno licenziati più di 30 lavoratori

La notizia circolava da qualche tempo, ma finora mancavano i crismi dell’ufficialità. “La Foresta” chiuderà la segheria e procederà al licenziamento di quasi tutta la sua forza lavoro. A confermare quelle che sembravano semplici dicerie, il documento con il quale l’azienda ha informato le organizzazioni sindacali dello “intendimento di procedere al licenziamento per riduzione di personale di 9 lavoratori su un totale di 13 lavoratori ( oltre a 25 lavoratori a tempo determinato) della complessiva azienda”. Fin dal preambolo della missiva, inoltrata lo scorso 18 luglio, si evince il sostanziale azzeramento del personale. La scure è, infatti, destinata ad abbattersi su 34 dei 38 dipendenti attualmente in servizio. L’impresa, considerata fino a qualche tempo fa una delle realtà produttive più solide del circondario, secondo il documento, starebbe attraversando una grave crisi economica. “La Foresta”, la cui sede produttiva è ubicata a poche centinaia di metri da Santa Maria del bosco,  “ si occupa di attività forestale ( dalla semina al taglio delle piante, prevalentemente Abete Bianco); di lavorazione delle piante tagliate per la produzione di segati destinati alla carpenteria e all’imballaggio; di produzione di biomassa da destinare alla centrale di generazione elettrica da 1 MWe […] La Società dispone, quindi, di un bosco, di un reparto segheria destinato alla lavorazione dei tronchi per la produzione di segato e di una centrale termoelettrica che assorbe tutta la produzione aziendale”. A pesare negativamente sul bilancio aziendale sarebbero diversi fattori, a partire dalla “centrale termoelettrica” la cui “redditività è molto bassa a causa di un maggiore assorbimento di materia prima rispetto al preventivato in fase di business plan”. A ciò andrebbe ad aggiungersi “la crisi immobiliare post 2008”, con il conseguente crollo del “mercato del segato”. A  fotografare le difficoltà in atto, il dato relativo al fatturato: “ crollato dai 381 mila euro dei primi cinque mesi del 2015 ai 171 mila dei primi mesi del 2016”. Un 55% in meno che “impone una drastica e veloce riorganizzazione che porti alla riduzione dei costi fissi e una ottimizzazione dei costi variabili, oltre all’eliminazione dei settori – attività meno profittevoli”. Quella che nel documento viene definita riorganizzazione, in realtà si concretizzerà: nella “chiusura” della segheria, ritenuta la “attività in maggiore perdita”; nella “esternalizzazione” del “servizio di gestione e conduzione del macchinario” della centrale a biomassa e nello “snellimento” del reparto tecnico e nella “esternalizzazione del servizio di agronomia”. In altre parole,  verranno cessate “l’attività della segheria e della gestione della centrale a biomassa e del servizio interno di agronomia”. Secondo lo specchietto riassuntivo, contenuto a pagina 3 del documento, dei 38 dipendenti attuali ne dovrebbero rimanere in servizio solo 5 ( 1 dirigente, 1 impiegato, 3 camionisti/trattoristi). Complessivamente, quindi, i licenziamenti dovrebbero interessare 33 lavoratori, un numero leggermente diverso rispetto a quello indicato in premessa dove si parla  del “licenziamento per riduzione di personale di 9 lavoratori su un totale di 13 lavoratori (oltre a 25 lavoratori a tempo determinato)”. Tuttavia, al di là della discrepanza, il dato sostanziale è che, a breve, oltre 30 padri di famiglia rimarranno senza stipendio. Verosimilmente, i licenziamenti potrebbero essere recapitati ai destinatari tra metà settembre ed inizio ottobre, ovvero al termine dell’iter procedurale previsto dalla normativa di riferimento. Per fermare l’ennesimo macigno che sta per abbattersi su Serra servirebbe una mobilitazione, un atto di responsabilità da parte di chi ha il potere per intervenire. Nessuno può pensare di rimanere indifferente rispetto alla sostanziale chiusura della più importante realtà produttiva serrese.   

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