Sculco e Guccione: “Un Patto per la Calabria per rilanciare occupazione e sviluppo”
“Non stare fermi e agire. Affrancarsi da ogni strascico di polemica politica vecchio stampo e lavorare per gli interessi collettivi. Elaborando progettualità e innovazione anche con l’aiuto delle Università nei settori in cui ogni realtà è vocata. Su tali questioni, in questo particolare momento del Paese e dell’Europa, regioni come la nostra, che subiscono la più profonda recessione della storia unitaria, si giocano il futuro. Perciò, si ha il dovere di elaborare un Patto per la Calabria espressione della progettualità dei territori per rilanciare sviluppo e occupazione”. L’ha detto la consigliera regionale Flora Sculco, nel corso della relazione svolta al convegno organizzato a Catanzaro dal titolo: “Dal Masterplan del Governo al Patto per lo sviluppo. Apriamo il cantiere nell’area Calabria centro”. All’iniziativa ha preso parte il consigliere regionale del PD Carlo Guccione, secondo cui “siamo già entrati nel secondo anno di legislatura e ancora il cambiamento promesso in campagna elettorale fatica ad essere percepito. Dobbiamo uscire dalla logica delle pratiche clientelari e degli organigrammi di potere, per cercare di rilanciare e irrobustire una proposta seria di rinnovamento e di cambiamento che deve tramutarsi in atti concreti. Dopo più di venti anni, il Mezzogiorno torna ad essere di nuovo protagonista nell’agenda del governo nazionale attraverso il Masterplan per il Sud che, da qui a poco, vedrà la sottoscrizione dei patti con le regioni del Sud. Oggi dobbiamo saper cogliere, mobilitando e collegando intelligenze, risorse, strumenti e progetti per modernizzare la Calabria, tutte le opportunità offerte dal Governo. Nell’ingaggiare la sfida per il rilancio del Mezzogiorno, il Governo Renzi ha presentato un apposito ‘masterplan’, con il quale si individua non soltanto un percorso, una nuova metodologia, le risorse, i mezzi, ma soprattutto si indicano i ritmi e i tempi entro i quali la fondamentale missione per il riscatto di questa parte del Paese deve essere realizzata. A quest’appuntamento cruciale la Calabria non può presentarsi con la solita lista di cose dette e ridette, senza una condivisione di fondo con tutti gli attori dello sviluppo. Si tratta di oltre 100 miliardi di euro da impegnare e utilizzare nel periodo che va dal 2016 al 2023”. Sculco ha insistito sull’urgenza di unire le quattro città (Crotone, Catanzaro, Lamezia e Vibo) dell’area centrale, anzitutto mettendole in comunicazione tra loro e sulla base di una precisa missione di sviluppo. “É tempo - ha detto - che ciascuno si prenda le proprie responsabilità. Sia le Regioni del Mezzogiorno, che debbono firmare i Patti per lo sviluppo che i territori ai quali è fatto obbligo di anteporre gli interessi generali alle solite liturgie della politica che, se non cambia passo, rischia di perdere di vista il bene collettivo e la credibilità e la fiducia dei cittadini. È ormai chiaro che lo sviluppo non scende come per incanto dal Nord al Sud. Serve un disegno strategico che il Governo ha offerto con lo strumento del Masterplan. Ma nessuno ha bacchette magiche e se le occasioni non si colgono, attraverso un protagonismo intelligente non ci resterà che assistere all’acuirsi della desertificazione sociale, allo spopolamento ed al degrado di città e borghi dell’entroterra”. Per Guccione: “Siamo consapevoli che se in Calabria non rilanciamo lo sviluppo produttivo, allontanandoci rapidamente dalle tradizionali logiche assistenziali e clientelari, per creare ricchezza generale sarà difficile fronteggiare i bisogni della società e metterci al passo con i tempi. Perciò, siamo chiamati, oggi e tutti, a vivere diversamente questa nuova fase che si apre con il Piano d’azione proposto dal Governo. Oggi dobbiamo irrobustire la proposta di rinnovamento della Calabria che ha avuto la fiducia dei calabresi un anno fa. Naturalmente, se c’è chi insiste nel voler esaurire i temi della politica nelle pratiche gestionali o soffermarsi continuamente su organigrammi di potere, deve sapere che il tempo è scaduto e che oggi, il cambiamento promesso ai calabresi, deve essere tramutato in atti concreti e in una proposta di reale e radicale modernizzazione capace di sfruttare le possibilità e gli strumenti messi in campo dal governo Renzi”. Al dibattito, moderato da Silvia Vono, oltre a molti amministratori comunali, sono intervenuti: Pino Macrì presidente dell’Ordine degli architetti, Walter Placida e Giovanni Cirillo, rispettivamente presidente della Confagricoltura e della Federazione interprovinciale Coldiretti, l’architetto Antonino Renda presidente Inarsviluppo, Paolo Mascaro sindaco di Lamezia Terme, Wanda Ferro vicecoordinatrice regionale di Forza Italia, Pino Soriero (Svimez), Mario Muzzi (Pd), Domenico Vetrò (Cdu), Pino De Tursi (segretario Cisl di Cz-Kr-Vibo). Hanno partecipato, tra gli altri, all’iniziativa Daniele Rossi, presidente Confindustria della provincia di Catanzaro, Salvatore Saccà presidente dell’Ordine degli ingegneri (Cz), Pietro Falbo presidente Confcommercio (Cz), il consigliere regionale coordinatore di Forza Italia per la provincia Mimmo Tallini, gli onorevoli Donato Veraldi e Rosario Olivo. Le conclusioni sono state tratte dall’ex sindaco di Torre di Ruggiero Pino Pitaro: “Per territori come il nostro, in cui spesso ogni soggetto dello sviluppo, dal Comune agli imprenditori al sindacato, si muove isolatamente, addirittura può essere più importante del merito il metodo. In sostanza, è urgente agire insieme e fare squadra. Concordare insieme la progettualità che a nostro avviso serve per potenziare l’area centrale della Calabria. Se non si fa rete, non otterremo risultati e tutto finirà nel calderone del dibattito politico a cui sfugge il più delle volte l’urgenza di fare risultato oltre che incrementare le polemiche. Certo, il tempo è prezioso e la Calabria non può attendere oltre. Ma quel che conta è fare e fare bene. E’ l’Europa che impone il passo in comune, quando, in ogni circostanza, obbliga il partenariato pubblico e privato, per portare a compimento qualsiasi iniziativa. Se il patto per la Calabria, anche questa volta, salta le istanze del territorio e se i soggetti dello sviluppo nei singoli territori, a partire dal nostro, non sono coinvolti, non faremo che un buco nell’acqua. Se il patto per la Calabria si esaurirà nella trattativa Regione-Governo, trattativa peraltro a tutti noi sconosciuta, ancora una volta avremo perso un’occasione preziosa. Qui a Catanzaro, assieme a Lamezia, dobbiamo tentare di predisporre una progettualità fatta di concretezze ma anche di visione del futuro, mettendo in piedi un tavolo di lavoro comune e aprire subito il confronto, rendendo protagonisti i soggetti che operano nel territorio, responsabilizzandoli e coinvolgendoli in un’azione di riscatto che non può essere offuscata da esigenze particolaristiche”.
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