Il referendum, le ingerenze Usa ed i patrioti estemporanei
Premetto che mi addolora moltissimo, votando sì al referendum, trovarmi approvato dall’ambasciatore statunitense; e sanguina il mio cuore di vecchio nazionalista. Voterò sì lo stesso, giacché se uno si deve ricoverare in ospedale, i compagni di stanza mica se li può scegliere: gli capitano! Voglio riflettere però sull’improvvisa fiammata di patriottismo (“ultimo rifugio dei cialtroni”?) che divampa nelle anime belle della minoranza del PD e in Forza Italia e Lega. Questi illustri signori di centro(destra) e della sinistra nostalgica s’indignano per l’ingerenza americana nelle faccende interne italiane. Giusto, non passa lo straniero; bisogna urgentemente indossare l’elmo di Scipio, e pugnare per la patria contro gli USA… Contro gli USA? Poi ci ripenso sopra, e mi vengono in mente le seguenti cose:
- L’Italia appartiene alla NATO, la cui guida militare sta a Washington e non a Varazze o a Mestre o a Simeri Crichi; nessuno è più contrario di me alla nostra appartenenza alla NATO, però non ricordo che Brunetta o Bersani fossero con me quando, a Pisa, scrivemmo sui muri “No alla cocacolonizzazione dell’Europa”, e altre frasette più truculente… No, non mi pare.
- Veramente non c’erano con me neanche Michelini, Romualdi, Loporto, Mantica, Tripodi e altri camerati missini che, in quel 1968 e in seguito, furono ferocemente amerikani con k; Almirante, fino a quell’anno, era contro, poi divenne segretario del partito e fu a favore; lo stesso per Rauti.
- Questi camerati, e vari altri di centro(destra) non si accorsero, fino a ieri sera, che gli USA esercitassero o esercitino una certa influenza sull’Italia. Forse non leggevano i giornali.
- Veniamo alla sinistra, e basti ricordare D’Alema, che, nella veste di presidente del Consiglio (huc vivi pervenimus, ovvero: quante ne abbiamo patite!) partì in guerra – difensiva! – contro la Serbia su preciso ordine americano. Era distratto, e non si accorse dell’ingerenza.
- In compenso, anche Berlusconi per ordine USA fece guerra – ridicola - alla Libia con cui era alleato: ognuno ha l’8 settembre che si merita.
- E non vi dico della Fallaci buonanima o di Giuliano Ferrara…
- Eccepirete: ma la NATO… Fermi là: l’Italia, dal 1943, è zeppa di basi statunitensi che nemmeno appartengono alla NATO, sono solo basi statunitensi. E sapete che fine fece, Craxi, per Sigonella.
Insomma, siamo amerikani fino ai capelli; abbiamo cambiato la procedura penale per adeguarla di Perry Mason, e gli avvocati chiamano il giudice Vostro Onore; la tv è al 75% film USA; i nostri giovani cantanti si esibiscono solo in lingua yeankee… e ora dovrei credere che Brunetta e Bersani sono emuli dei carristi e parà di Alamein e vogliono combattere, in odio agli USA, “la guerra del sangue contro l’oro”? Ovvio che non ci credo, e faccio da me. Fu così che io, piangendo calde lacrime, andrò a votare sì assieme all’ambasciatore degli Stati Uniti! “Ah, prava compagnia: ma nella chiesa coi santi, ed in taverna coi beoni”. Meno male che Dante c’è, e non lo dobbiamo ancora studiare in inglese.
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