Nicotera, le avventure degli sposi in elicottero e l'immagine della Calabria
Diciamo subito che il bel giovanotto autore della ridicola faccenda di Nicotera o non è ‘ndrangatista, o è un pessimo ‘ndrangatista. Egli ha, infatti, violato la regola principalissima della ‘Ndrangheta, che è il silenzio, la più grigia oscurità e disciplina. Così facendo va contro una secolare, millenaria tradizione di nascondimento; e ha attirato l’attenzione di giudici e polizie, anzi di tutta Italia e tutta Europa. Esattamente quello che la ‘Ndrangheta non vuole. Mi spiego meglio. Se simili sceneggiate le fanno gli zingari come nel caso del funerale di Roma, ciò è nel loro carattere, e nessuno se ne stupisce più di tanto. C’è un’espressione curiosa dialettale che vi spiega bene il concetto: quando uno veste in maniera sgargiante e appariscente e di dubbio gusto, si dice “come i sumeri de’ zingari”. Niente a che vedere con la muta e austera e triste compostezza dello ‘ndrangatista tradizionale; e le donne, peggio. Torniamo a Nicotera. Se ne sentono… il sindaco nega, quell’altro dice, quell’altro nega… Beh, se io fossi il giudice, anzi, prima di questi, l’agente di polizia presente sul territorio, come primissima cosa avrei preteso dal pilota tutta la possibile e immaginabile documentazione: brevetto di volo e libretto (esattamente come fanno con noi automobilisti!), e autorizzazioni varie. Un elicottero non è una bicicletta, e deve prendere il volo da qualche parte, e seguire una rotta, e atterrare da qualche altra parte: il tutto, autorizzato. È dunque facilissimo scoprire se la faccenda era autorizzata o no; e se il velivolo poteva atterrare in piazza o doveva andare da qualche altra parte. Ai giornalisti il sindaco e il pilota e lo sposo possono infiorare tutte le bugie o verità di questo mondo; ai carabinieri o polizia o vigili, non tanto. Le indagini non sono “polemiche”, sono solo indagini, e funzionano con il più elementare sì /no. Io, francamente, non è dell’elicottero che mi preoccupo, o della sceneggiata fatta da un fanfarone in vena di recitare la parte del mammasantissima della domenica; ma dell’immagine della Calabria. Ricordiamo che se viene ucciso un bambino in qualsiasi altra parte del mondo, è un triste caso di passeggera cronaca; se accade in Calabria al “piccolo Cocò”… e non mi fate continuare; bastano le dodici dichiarazioni al giorno di Franco Corbelli, riprese da quattrocentoquarantaquattro giornali e tv. È fuor di dubbio che gli omicidi in Calabria sono in numero assai inferiore a tanti altri posti; senza scordare che, dei pochi morti, quella dei collusi è percentuale altissima. Ma un morto calabrese esce su tutte le tv del pianeta; e ci campa sopra tutto il circo dell’antimafia segue cena; e ci fanno un film. Sapete che ideona mi viene? Se emergono reati a carico del pilota e dei simpatici passeggeri, il sindaco di Nicotera si costituisca parte civile per danno d’immagine. Sì, è un’ideona! E lo stesso faccia Oliverio per la Regione.
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