Nel giorno in cui il Comitato regionale per la tutela dei diritti delle minoranze linguistiche si riunisce a Catanzaro per ulteriori iniziative relative all'applicazione della legge regionale n.15 del 2003 e della legge nazionale n.48/99, anche in considerazione dell'imminente rinnovo della Convenzione e del relativo Contratto di Servizio tra lo Stato e la Rai Radio televisione italiana, credo sia opportuno divulgare una progetto significativo ormai giunto quasi al traguardo nella capitale “arbereshe” del Mezzogiorno d’Italia.
La riapertura, cioè, del Collegio italo-albanese, tenacemente voluta, dal sen. Cesare Marini, già sindaco di San Demetrio, che ha segnato una tappa importantissima, legata non solo allo spendido Monastero niliano di San Adriano, ma anche alla storia di questa cittadina, forte delle sue radici che l’hanno vista non solo orgogliosa di conservare la sua identità culturale e storica, ma guardare sempre al futuro, a partire dal quel indimenticabile sogno di giungere all’Unità d’Italia.
Lo ha fatto anche – grazie alla Amministrazione da lui presieduta, e ci si augura possa ora continuare - custodendo e recuperando lo stupendo patrimonio folklorico e linguistico: “un bel volo di colombe”, che si staglia tra le vostre contrade, un tempo attaversate da una “vecchia corriera” (1912).
È stato così portato quasi al traguardo il progetto di inventariare l’immenso patrimonio archivistico e bibliografico, iniziando dal riodino delle Carte del Collegio italo-greco, poi trasformato in Collegio italo-albanese, il primo istituto internazionale di cultura e formazione del Mezzogiorno d’Italia, fortemente da Guglielmo Tocci, riconosciuto con provvedimento del 1873, modificato il 20 luglio 1922, come risulta dalle carte conservate a Roma nell’Archivio Storico del Senato, tra le quali di leggono anche le petizioni di riapertura presentate nel 1866 dai comuni di Vaccarizzo , S. Giorgio Albanese e S. Demetrio (autonono dal 1811), che il 13 febbraio 1890 presentò domanda di collocarlo a San Adriano.
Proprio allora Girolamo De Rada poneva il quesito nell’opuscolo pubblicato a Catania nel 1891: Il collegio albanese San Adriano sarà Seminario Corsini ovvero Ginnasio liceale Italo-Greco con ramo universitario ecclesiastico?
Sappiamo di certo che la cattedra di albanese fu allora assegnata proprio a lui ( La cattedra di Albanese in San Demetrio Corone, 1892), che negli anni precedenti aveva pubblicato la Grammatica della lingua albanese (Firenze,1870), e diversi volumi di Poesie albanesi a partire dai Canti di Milosao figlio del despota di Scutari ( Napoli, 1834).
L’ Istituto si distinse subito non solo per i suoi ideali patriottici promossi da numerose conferenze ( penso al discorso tenuto nel collegio il 18 giugno 1911 da Francesco Capalbo , La Calabria nella lotta per la libertà e all’ intrigante inserzione del Collegio Italo-Albanese di San’ Adriano, nella Miscellanea: Tra i briganti di Terracina, in un articolo di Anselmo Loricchio apparso nel 1911 in “ Nuova Antologia” ), ma ancor più sul versante scolastico, come si legge in una nota del famoso saggista Giovanni Tinivella, pubblicata nel maggio 1913 dalla “Rivista Pedagogica”.
Dopo la Riforma del 1922 si procedette subito a stabilire il nuovo ordinamento come risulta dall’interessante opuscolo edito a Cosenza mel 1925: Il Collegio italo albanese di San Demetrio Corone: personale organico, ordinamento, norme riguardanti i convittori; paesaggio, storia.
È merito indubbio di Francesco Marchiano, aver epilogato nel saggio edito a Castrovillari nel 1935: Collegio italo-albanese di San Adriano in San Demetrio Corone cenni storici e statuto fondamentale, a mio parere una delle fonti più acceditate a cui bisogna far riferimento.
Per conservarne diligentemente la memoria e dare la possibilità agli studiosi di approfondire tutte le tappe del suo lungo e virtuoso percorso e conoscere anche quei tanti alunni che “ nella fucina dei diavoli” (per dirla con Vincenzo Librandi) si formarono e diedero lustro alla Calabria e all'Italia, l'Amministrazione comunale nel 2014 deliberò di far effettuare un riordino dei fondi archivistici e bibliografici ad opera di un gruppo selezionato di giovani con i fondi assegnati dalla Regione Calabria.
Tale lavoro – come si può ora constatare “ a porte aperte” - è stato effettuato con passione e competenza un prezioso riordino dei fondi archivistici e bibliografici ad opera di un gruppo di giovani donne con la supervisione di chi scrive .
C'è da augurarsi che possa proseguire con ulteriori approfondimenti per aggiungere nuovi tasselli a questo meraviglioso mosaico culturale ed artistico che si estende dal sec. XVIII ai nostri giorni e illustra la più copiosa etnia delle minoranze linguistiche calabresi.