Montepaone, le scuole a lezione di buon cibo al “Naturium”

Il progetto culturale “Naturium” incontra le scuole, promuovendo il diritto al buon cibo, equo, giusto e solidale. Grande entusiasmo tra i ragazzi della scuola secondaria di primo grado salesiana di Soverato che hanno fatto tappa a Montepaone Lido, accompagnati dal direttore, don Mimmo Madonna e dalla coordinatrice Arianna Arcidiacono.

Ad accoglierli, Giovanni Sgrò, l’ideatore di “Naturium”, il cui impegno si snoda sul doppio livello del progetto culturale e dell’attività imprenditoriale. Un intreccio di valori espresso dal nuovo “Naturium” di via Nazionale: vetrina delle eccellenze agroalimentari, ma anche punto di incontro per chi ama la filosofia della sostenibilità ambientale. Focus iniziale sulle filiere del cacao, del caffè, del riso e dello zucchero, ovvero i cosiddetti prodotti “coloniali” sulla cui tracciabilità è sempre necessario un particolare occhio d’attenzione per aiutare chi predilige coltivazioni etiche e rispettose dei diritti e del lavoro, a tutte le latitudini. È seguita una degustazione molto apprezzata di prodotti locali di qualità: il pane di Brognaturo, imbevuto con dell’ottimo olio extravergine d’oliva del territorio, le ricottine dell’azienda agricola Tino di Gasperina, il miele di acacia di Lamezia Terme.

Infine, una interessante lezione di sicurezza alimentare, con l’autorevole intervento dell’avvocato Roberta Ussia, specialista esperta in diritto alimentare, e il suggestivo racconto della peculiare etichetta narrante di “Alce Nero” da parte di Marisa Gigliotti (Slow Food). I ragazzi della scuola media salesiana, nei prossimi giorni lavoreranno in classe, per gruppi, raccontando il proprio vissuto all’interno del “Naturium” con i docenti di Italiano e Scienze. La visita si è conclusa in giardino con la raccolta delle arance e una salutare escursione all’aria aperta.

Catena della grande distribuzione ritira dal mercato un formato di pasta

La catena di supermercati Carrefour ha ritirato dagli scaffali il formato di pasta Mezze Penne Rigate n°145 a marchio Carrefour, prodotte dal pastificio Valdigranoche. A motivare il provvedimento, la presenza non dichiarata in etichetta di tracce di soia. Le confezioni richiamate sono quelle con numero di lotto L16B283006, in confezione da 500 grammi e termine minimo di conservazione 07/06/2019, codice EAN 8012666028610. Da un punto di vista sanitario si tratta di una non conformità con un elevato indice di rischio per gli allergici o gli intolleranti al alla soia. Mentre non ci sono problemi per tutte le altre persone che possono utilizzare  tranquillamente il prodotto. Secondo quanto comunicato da Carrefour, la scoperta è stata fatta durante i controlli che la catena effettua su tutti i prodotti a proprio marchio. Pertanto, a titolo cautelativo, si è provveduto al ritiro dalla vendita dell’intero lotto individuato. Inoltre, Carrefour, in accordo con il produttore e la ASL di competenza dello stabilimento, hanno ritenuto opportuno esporre, nei punti di vendita interessati, un cartello di richiamo ai consumatori allergici alla soia. L’azienda si scusa e invita i consumatori affetti da allergia o intolleranza, a non utilizzare e a restituire le confezioni eventualmente acquistate al punto di vendita per il rimborso ed a contattare per ulteriori informazioni i numeri: 030.7704444.

 

Giu` le mani dalla Dieta mediterranea. "Io sto con Nicotera"

Riepilogo. Negli anni 1950 imperava il dogma americano delle calorie, misura della salute; e calorie da ricavare unicamente con il consumo di carne bovina, parametro ufficiale del benessere. Era la solita ristrettissima visione illuministica e protestante a modello umano unico, però la si trovava, ai miei tempi, sui testi scolastici: nel Nevada stanno benissimo perché mangiano migliaia di calorie, in Thailandia invece malissimo; e ciò in spregio che a Bangkok d’inverno fa 24 gradi all’ombra, e invece il Nevada si chiama Nevada per evidenti motivi. Ma tant’è, era l’America. Altro dogma non solo americano, che il Meridione d’Italia fosse abitato da morti di fame in quanto scarsi o nulli consumatori di bistecche di manzo. Aggiungete i pessimi giudizi sociologici, anche questi di origine protestante, sul Meridione cattolico: il “familismo amorale” di Blanfield e Putnam. Queste tesi, molto discutibili con la loro parte di vero, ebbero però il merito di attirare l’attenzione sulla storia e sulla società meridionali. Ci si cominciò a chiedere come mai i Meridionali, tacciati di tanta miseria e arretratezza, vivessero, mediamente, più a lungo e più in salute dei altri. Non bastando la secolare spiegazione del clima, si rivolse lo sguardo all’alimentazione. Gli studi scientifici furono opera di un gruppo di lavoro americano, guidato da Ancel Keys (1904 - 2004), che pose la sua base a Pioppi nel Cilento; quanto alla Calabria, aveva scelto Nicotera, in quanto cittadina posta tra il mare e il rigoglioso Poro. Così nacque l’idea di Dieta mediterranea, con varie manifestazioni, cui ebbi l’onore di partecipare anch’io con riflessioni sull’alimentazione secondo gli antichi storici calabresi. Ora sta spuntando una legge regionale, che però, a quanto leggo, mi sa tanto, tanto di calabromane. La calabromania è quel vizietto per cui tutti, ma proprio tutti, vogliono tutto: esempio, tutti sono Magna Grecia, e tutti hanno almeno un convento “basiliano”; e un santo più o meno nativo. Così oggi tutti vogliono… la Dieta mediterranea? Ma no, una dieta qualsiasi, da finanziare: albanese, occitana, grecanica, ebraica e sintu. Sintu: che sarà mai? Non entro qui nello spinoso problema cosa mangino di speciale i sinti e gli albanesi e quelli di Roghudi o della Guardia, o se gli israeliti si nutrano tutto l’anno di cedri. Mi pare evidente che ciò nulla abbia a che spartire con la Dieta mediterranea fatta di giuste dosi di legumi, olio, cereali, carne, pesce… e che non deriva dalla più o meno genuina sopravvivenza di remote parlate, ma da un tradizionale intelligente uso delle risorse locali. Perciò, niente interventi a gamba tesa, niente spintoni a farsi largo a caccia di spazi… per non dire altro. La Dieta mediterranea è un fatto scientifico, e va studiata e valorizzata con questi criteri e non con altri; e tanto meno con furbate e contributi a pioggia in vista delle prossime elezioni. Fa bene dunque Nicotera a opporsi, e a volere che l’intervento regionale si rivolto esclusivamente alla Dieta mediterranea e non al cibo in genere di chicchessia. Ma anche qui, attenzione: con forza, con stile, senza sterili campanilismi e primogeniture. La funzione di “roccaforte” non va proclamata a parole ma difesa con i fatti. 

 

 

  • Published in Diorama
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