'Ndrangheta: processo Kyterion 25 condanne e tre assoluzioni

Si è concluso con 25 condanne e tre assoluzioni il processo celebrato con il rito abbreviato, scaturito dall’operazione “Kyterion” (l'antico nome di Cutro). L'inchiesta, condotta dalla Dda di Catanzaro, il 28 gennaio 2015, aveva portato all'arresto di ben 37 persone.

 Condotta dai pm Vincenzo Capomolla e Domenico Guarascio, con il coordinamento del procuratore aggiunto Giovanni Bombardieri, l'inchiesta ha permesso di disarticolare  il clan Grande Aracri di Cutro.

Gli imputati erano accusati, a vario titolo, di associazione per delinquere di stampo mafioso, violazioni di leggi in materia di armi, omicidio, ricettazione, estorsioni, danneggiamenti, turbata libertà degli incanti, intestazione fittizia di beni, illecita concorrenza mediante violenza o minaccia, usura, rapina; tutte condotte aggravate dall’aver agito con metodi mafiosi.

Queste le persone condannate:

Giovanni Abramo (Cutro, 40 anni); condannato a 6 anni e 4 mesi (il Pm aveva chiesto 10 anni);

Francesco Aiello (Cutro, 59) 6 anni e 4 mesi (chiesti 10 anni);

Pasquale Arena detto “Nasca” (Isola C. Rizzuto, 59) 8 anni (chiesti 16 anni);

Giuseppe Celi (Catanzaro, 39); 8 anni (chiesti 16 anni);

Alfonso Diletto (Cutro, 49), 6 anni e 4 mesi (chiesti 16 anni);

Michele Diletto (Cutro, 30), 8 anni e 4 mesi (chiesti 12 anni);

Pasquale Diletto (Cutro, 37), condannato a 8 anni e 4 mesi (chiesti 12);

Salvatore Diletto (Cutro, 26); 6 anni e 4 mesi (chiesti 11 anni);

Francesco Gentile (Isola C. Rizzuto, 57); 8 anni e 6 mesi (chiesti 16 anni);

Salvatore Gerace (Cutro, 47); 6 anni e 4 mesi (chiesti 10 anni);

Antonio Grande Aracri (Cutro, 56); 12 anni (chiesti 18 anni);

Ernesto Grande Aracri (Cutro, 46), 24 anni (chiesto l’ergastolo);

Nicolino Grande Aracri (Cutro, 57 anni); 30 anni di reclusione (chiesto ergastolo);

Angelo Greco (S. Mauro Marchesato, 51); 24 anni (chiesto ergastolo);

Francesco Lamanna (Cutro, 55); 6 anni e 4 mesi (chiesti 18 anni);

Domenico Lazzarini (Cutro, 65), 6 anni e 4 mesi ( 10 anni);

Giuseppe Lequoque (Crotone, 72); 8 anni e 6 mesi (chiesti 16 anni);

Antonio Maletta (Catanzaro, 37); 3 anni e 4 mesi ( chiesti 9 anni);

Francesco Mauro (Petilia P. 53); 6 anni e 4 mesi (chiesti 10 anni);

Matteo Mazzocca (Catanzaro, 30); 3 anni e 4 mesi (chiesti 9 anni);

Domenico Nicoscia (Isola C. Rizzuto, 54), 8 anni e 6 mesi (chiesti 10 anni);

Antonio Salerno (Cutro, 36); 6 anni e 4 mesi ( chiesti 10 anni);

Benedetto Giovanni Stranieri (Roma, 53); 4 anni ( chiesti 9 anni);

Lucia Stranieri (Lecce, 38); 4 anni (chiesti 8 anni);

Romolo Villirillo (Cutro, 38), 6 anni e 4 mesi (chiesti 10 anni).

 

Queste le persone assolte

 

Carmine Riillo (Isola C. R. 39); assolto (chiesti 12 anni);

Luigi Martino (Cutro, 29); assolto (chiesti 7 anni);

Dario Cristofaro (Catanzaro, 54), assolto (chiesti 8 anni);

 

Morte di Federica Monteleone all'ospedale "Jazzolino": confermate 4 assoluzioni

Sono state assolte anche in Appello quattro persone imputate nel processo avviato per fare luce sul decesso di Federica Monteleone, la sedicenne morta all'ospedale "Jazzolino" di Vibo Valentia nel gennaio di otto anni fa. Il verdetto ha interessato due chirurghi che sottoposero ad intervento la giovane, Giovambattista De Iorgi e Benito Gradia, l'infermiere Mario Silvestri e Filomena Panno, all'epoca dei fatti direttore amministrativo dell’Azienda sanitaria locale di Vibo Valentia. Lo scorso anni,i magistrati della Procura generale di Catanzaro avevano sancito l'inammissibilità dell’appello in virtù della circostanza che nel luglio del 2014 era intervenuta la prescrizione dei reati addebitati. 

Operai morti impianto ex Montedison: assolti 8 imputati

Bianca Maria Todaro, giudice del Tribunale di Crotone, ha assolto le otto persone imputate nel processo scaturito dal decesso di diversi operai che un tempo prestavano servizio presso l'impianto Montedison, da tempo inattivo. L'assoluzione, in particolare, ha riguardato il reato di omicidio colposo, mentre per quel che concerne l'imputazione relativa al disastro ambientale sono stati superati i tempi previsti per la prescrizione determinando, di conseguenza,  il non luogo a procedere. La tesi accusatoria era fondata sull'ipotesi che i dipendenti dell'ex stabilimento avessero perso la vita a causa delle polveri di amianto. Francesco Carluccio, pubblico ministero in aula, aveva formulato la richiesta che fossero inflitte cinque condanne e gli imputati fossero assolti dall'accusa di disastro ambientale

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