Al Gran Galà di Cosenza conferita a Gerardo Sacco la cittadinanza onoraria
Un viaggio nella bellezza e nella cultura, compiuto assieme ad amici vecchi e nuovi, a celebrare un successo fatto di lavoro, umiltà e infinita passione.
Il Gran Galà in onore di Gerardo Sacco è stato la celebrazione autentica e sentita di un artista, un uomo, un imprenditore che ha portato la “sua” Calabria nel mondo, si è fatto interprete e portavoce della sua grande bellezza, della sua storia, della sua cultura. E con la sua arte l’ha celebrata e fatta conoscere, dando vita ad un marchio che continua a produrre bellezza nella sua città di nascita, Crotone.
È per i valori che Gerardo Sacco incarna che la Fidapa di Cosenza presieduta da Anna Cerrigone, col patrocinio del Comune e con la direzione artistica di Ruggero Pegna, ha voluto dedicargli una serata davanti ad un pubblico speciale e numerosissimo, che ha gremito il Teatro Rendano di Cosenza. Un autentico spettacolo, presentato da Massimo Proietto, con interventi prestigiosi inframmezzati da tre splendide sfilate dei gioielli più celebri di Gerardo Sacco, i pezzi unici e quelli che l’“orafo delle dive” ha realizzato per il grande cinema e per il teatro. Poi la cittadinanza onoraria conferita al maestro Sacco dal sindaco di Cosenza Mario Occhiuto; e nel finale, sul palcoscenico, Gerardo Sacco assieme ai suoi figli e ai suoi nipoti, il futuro della maison, ai quali Sacco raccomanda “di onorare la vita ogni giorno con coerenza e coraggio, sforzandosi di trovare la giusta sintesi tra ragione e sentimento”.
La serata è stata aperta dalla presentazione della sua biografia “Io sono nessuno, il mio lungo viaggio tra arte e vita”, una chiacchierata tra il maestro orafo e l’autore del libro Francesco Kostner. “Ricordo il primo incontro all'Unical di Gerardo con gli studenti – ha detto Kostner - Mi ha colpito il suo capolavoro comunicativo, quando interruppe il discorso che aveva preparato per raccontare con tutta la sua sincerità e genuinità quello che è stato il suo percorso artistico e di vita, fatto di sacrifici e di rinunce ma sempre permeato da una grandissima voglia di conoscere”. “Il libro è un vero e proprio viaggio – ha aggiunto Mario Bozzo, presidente della Fondazione Carical – che racconta un'infanzia negata dalle condizioni sociali, così come il diritto all'istruzione; e racconta un uomo che nonostante questo ha scommesso sul suo futuro, costruendo il suo successo sulla forza di volontà e sulla curiosità, sulla sete di conoscenza”. “Un libro dal grande valore pedagogico - ha confermato Florindo Rubbettino, della casa editrice che ha pubblicato il volume – nel quale c'è soprattutto l'uomo con tutti i suoi valori”. Alla lettura di un brano tratto dal libro ad opera di Giacomo Battaglia, è seguito l’intervento di Nuccio Ordine, docente di Letteratura italiana all’Unical.
Citando il “Cantico dei cantici”, Ordine ha paragonato la figura dell’orafo a quella del “Deus artifex”, colui che riesce a “modellare, plasmare la materia grezza donandogli la bellezza”. “La storia di Gerardo – ha proseguito - ci dice che nella vita bisogna scegliere la strada della passione; quando ami ciò che fai il lavoro diventa vocazione, gioia. La passione e la fatica possono dare la possibilità di raggiungere le vette più alte, da cui però è possibile cadere. E Gerardo, che nel suo percorso di vita ha perso sua moglie e tutto ciò che aveva realizzato, ha dimostrato che si può risorgere, grazie alla passione e alle proprie forze”. Quindi ha letto la poesia “Itaca” di Costantino Kavafis “che ci ricorda che il viaggio per antonomasia, quello di Ulisse, è un percorso. Ma Itaca non è la meta, non è Itaca a farci ricchi, ma il percorso che affronteremo, le persone che incontreremo, e soprattutto gli sforzi fatti per raggiungere la meta. Il libro di Gerardo rappresenta proprio questo, il senso della vita: il viaggio”. “Le persone che si sentono ‘arrivate’ sono come galli che cantano su cumuli di spazzatura”, ha aggiunto, e ha concluso affermando che “la grandezza di una persona si misura sempre nella semplicità, e Gerardo con la sua genuinità è un grande uomo”.
Un intervento estremamente apprezzato dal maestro orafo crotonese: “Di fronte alla grande cultura di Nuccio Ordine mi rendo conto sempre più di essere “Nessuno”, ed aumenta il mio rammarico per non aver potuto studiare”. Infine l’esibizione dell’ospite speciale della serata, il cantante Giò Di Tonno, che dopo aver pronunciato parole di grande apprezzamento nei confronti dell’arte e della figura del maestro Sacco, ha eseguito alcuni brani scelti proprio “sulla scia delle emozioni suscitate dalla lettura del libro”. Al Galà era presente anche la presidente del distretto sudovest della Fidapa, Giusy Porchia.
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