Arrestato Matteo Messina Denaro, era latitante dal 1993
E' finita, dopo 30 anni, la latitanza di Matteo Messina Denaro. Il boss della mafia è stato arrestato dai carabinieri del Ros nella clinica privata La Maddalena di Palermo, dove era in cura sotto falso nome.
"Sono Matteo Messina Denaro". Sono state queste le prima parole del boss. "Come ti chiami?", gli hanno chiesto i carabinieri. "Sono Matteo Messina Denaro".
L'ex superlatitante, dopo la cattura, è stato condotto nella caserma San Lorenzo per poi essere trasferito all'aeroporto di Boccadifalco e quindi in una struttura carceraria di massima sicurezza. La stessa cosa accadde al boss Totò Riina, arrestato il 15 gennaio di 30 anni fa.
Figlio di Ciccio, vecchio capomafia di Castelvetrano (Tp) e storico alleato dei corleonesi di Totò Riina, Matteo Messina Denaro era latitante dall'estate del 1993, quando in una lettera scritta alla fidanzata, dopo le stragi mafiose di Roma, Milano e Firenze, preannunciò l'inizio della sua vita da Primula Rossa. "Sentirai parlare di me - le scrisse, facendo intendere di essere a conoscenza che di lì a poco il suo nome sarebbe stato associato a gravi fatti di sangue - mi dipingeranno come un diavolo, ma sono tutte falsità". Il capomafia trapanese è stato condannato all'ergastolo per decine di omicidi, tra i quali quello del piccolo Giuseppe Di Matteo, il figlio del pentito strangolato e sciolto nell'acido dopo quasi due anni di prigionia, per le stragi del '92, costate la vita ai giudici Falcone e Borsellino, e per gli attentati del '93 a Milano, Firenze e Roma.
Messina Denaro era l'ultimo boss mafioso di "prima grandezza" ancora ricercato. Per il suo arresto, negli anni, sono stati impegnati centinaia di uomini delle forze dell'ordine. Oggi la cattura, che ha messo fine alla sua fuga decennale. Una latitanza record come quella dei suoi fedeli alleati Totò Riina, sfuggito alle manette per 23 anni, e Bernando Provenzano, riuscito a evitare la galera per 38 anni.
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