L' orda barbarica e l'assenza delle istituzioni
Riceviamo e pubblichiamo
"I cambiamenti repentini di una società portano indubbiamente a cambiamenti di usi ,costumi, comportamenti ed abitudini. Ogni secolo si è contraddistinto per alcune specificità e scoperte tecniche e scientifiche. Il secolo scorso è stato definito , non so bene per quale ragione, il secolo breve. La prima parte del secolo è stata contraddistinta dalle due guerre mondiali, da un nuovo assetto fra gli stati e da un vorticoso sviluppo economico. Ho vissuto la seconda metà di quel secolo, quella caratterizzata da grandi sommovimenti culturali e politici : la scolarizzazione di massa, il sessantotto , la contestazione giovanile, il femminismo, in campo sociale e culturale. Il grande sviluppo delle tecnologie informatiche, la seconda rivoluzione industriale secondo alcuni, il web, la velocità e la facilità di viaggiare e comunicare a distanza, nel campo scientifico. Ho studiato per passione e per profonda convinzione che lo studio ed il sapere rendano liberi. Storia, cultura, tradizioni e valori sono stati il mio pane quotidiano e la mia educazione familiare. Nel secolo attuale viviamo una fase di grande attenuazione e di crisi profonda di tutti i valori morali , politici e di costume. Insieme alla crisi dei valori c’è il conseguente svilimento dei simboli che li rappresentano. In questi giorni ha fatto notizia e scalpore il gesto di uno scalmanato che ha fatto pipi sul Monumento ai Caduti in Guerra. Quel gesto non è isolato. Episodi di teppismo da parte di scalmanati privi di ogni senso umano e civico avvengono ogni giorno ed in ogni parte d’Italia. Tempo addietro è toccato al Monumento dedicato a Garibaldi nel parco delle Rimembranze a Vibo Valentia. E’ stato divelto un marmo ed è stato completamente scarabocchiato il resto del Monumento. Lo scarabocchio non ha neanche una sua dignità di graffito o murales. Prima ancora è successo al Monumento ai Caduti a Filogaso. Anche a quel monumento sono stati divelti i marmi, il fucile del Fante , la corona d’alloro e le aiuole piene di sterpi. Oggi non c’è un altro simbolo che possa rappresentare meglio il valore dei soldati caduti per difendere la libertà ed i confini del proprio paese. Ogni paese sperduto d’Italia ha il suo monumento ai caduti e la commemorazione annuale del 4 Novembre dei caduti rappresenta un momento di grande unità del popolo. Ricordo la partecipazione intensa ed emotiva dei cittadini , soprattutto di quelli che hanno perso i loro cari, durante la cerimonia con il discorso del Sindaco e la deposizione della corona. Profanare quei simboli significa profanare la propria storia, la propria cultura , la propria terra. Un’orda barbarica sembra avanzare in ogni dove. Quel che colpisce in egual misura , tuttavia, è anche l’assenza delle Istituzioni. In altri tempi i sindaci avrebbero provveduto immediatamente a ripristinare lo stato dei luoghi, Invece si tergiversa, si sottovaluta la gravità del danno morale e materiale, ci si trincera dietro la mancanza o ristrettezza dei fondi che lo Stato ogni anno dovrebbe devolvere ai Comuni. La mia impressione è che in realtà si preferisca utilizzare i soldi per fare cose che danno un consenso politico più sicuro. E’ meglio finanziare la squadra locale, organizzare una festa o disperdere i soldi in mille altri rivoli che ripristinare un monumento. I morti tanto non votano, requiescant in pace".
Nicola Iozzo
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