Giro di prostituzione scoperto in Calabria, quattro arresti

Scoperto un lucroso giro di prostituzione dai carabinieri della Compagnia di Reggio Calabria, che nei giorni scorsi hanno dato esecuzione a un'ordinanza di applicazione della misura cautelare degli arresti domiciliari, emessa dal gip del Tribunale reggino, nei confronti di 6 persone, ritenute responsabili, a vario titolo, del reato di associazione per delinquere finalizzata al favoreggiamento ed allo sfruttamento della prostituzione.

L'attività investigativa - condotta dai militari dell'Arma a partire da novembre 2020 - ha consentito di acquisire elementi indiziari utili a tratteggiare un solido quadro probatorio in merito all'esistenza di un mercato dedito all'attività di sfruttamento della prostituzione di ragazze di origine romena, di giovane età, da parte di loro connazionali, nei pressi della stazione centrale ferroviaria del capoluogo reggino.

Le indagini, svolte mediante attività tecnica e servizi di osservazione e pedinamento, hanno permesso di accertare come gli indagati gestivano l'attività illecita, facendo da intermediari con i clienti e controllando da vicino l'operato delle giovani vittime al fine di ottenerne i profitti.

In particolare, gli investigatori avrebbero fatto luce sulle continue minacce, violenze psicologiche e percosse, subite dalle presunte vittime, costrette dagli indagati ad avere incontri sessuali a pagamento.

Prostituzione, nove donne sanzionate nel Reggino

I carabinieri della Compagnia di Gioia Tauro (Rc) hanno predisposto una serie di servizi di controllo, finalizzati a garantire il rispetto di un’ordinanza adottata dal Comune di San Ferdinando che impone il divieto, lungo le strade comunali, dell’attività di meretricio.

Nello specifico, i militari della locale Stazione, hanno eseguito specifici controlli precisamente tra la contrada Focolì e la 2^ zona industriale, contestando nove sanzioni amministrative per un importo di 1.800 euro ad altrettante donne sorprese a prostituirsi.

 A cinque di loro, trovate senza i dispositivi di protezione individuale, sono state contestate ulteriori sanzioni per oltre 2.600 euro per violazione della normativa sulla “certificazione verde”.

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Matrimoni combinati per ottenere il permesso di soggiorno, misure cautelari per 11 persone

Rilasciavano permessi di soggiorno falsi, principalmente a cittadini cinesi, organizzando matrimoni o finte convivenze con italiani che guadagnavano dai mille ai 2 mila euro.

Questo è il motivo che ha portato i poliziotti della Squadra mobile di Catanzaro a eseguire, stamattina, 11 misure cautelari.

Si tratta di 7 persone ritenute responsabili di appartenere a un’associazione per delinquere finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina attraverso l’organizzazione di matrimoni di comodo e la produzione di documentazione falsa; le altre 4 sono invece destinatarie di una seconda ordinanza cautelare perchè accusate di favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione.

Le indagini sono partite dopo la segnalazione di alcune pratiche sospette da parte dell’Ufficio immigrazione della questura che riguardava l’utilizzo di certificazioni che riportavano il medesimo protocollo e quindi ritenute false.

Attraverso le intercettazioni ambientali e telefoniche i poliziotti hanno scoperto tutta l’organizzazione criminale al cui vertice c’erano due coniugi italiani e una cittadina cinese. Quest’ultima reclutava i suoi connazionali che erano interessati a rinnovare il titolo di soggiorno attraverso questo meccanismo fraudolento, in mancanza di altri requisiti leciti. I coniugi, suoi stretti collaboratori, si occupavano di individuare le persone disposte a formalizzare matrimonio o convivenza con persone in realtà sconosciute, in cambio di somme di denaro che si aggiravano tra i mille e i 2mila euro.

I promotori dell’organizzazione, oltre che dell’assistenza logistica, si occupavano anche di organizzare il matrimonio e garantire così ai cittadini stranieri tutti i vantaggi che ne derivavano, con enormi profitti.

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Costringeva moglie e figlia a prostituirsi, arrestato

I carabinieri del Comando provinciale di Cosenza, al termine di un'indagine coordinata dalla Procura della Repubblica della città bruzia, hanno arrestato un uomo di 53 anni accusato di favoreggiamento della prostituzione e maltrattamenti in famiglia.

Ai domiciliari è finito anche il figlio 27enne dell'uomo, indagato per maltrattamenti.

I dettagli dell'operazione saranno resi noti nel corso di una conferenza stampa che si svolgerà oggi, alle 10.30, presso il Comando provinciale dei carabinieri di Cosenza. 

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Sfruttamento della prostituzione e caporalato, numerosi arresti in Calabria

Erano costretti a lavorare 10-12 ore al giorno, sette giorni su sette, senza alcuna protezione individuale, a 2-3 euro l'ora i braccianti extracomunitari sfruttati da una rete di caporali di origine centrafricana, con la complicità di imprenditori agricoli operanti nel settore della raccolta e vendita di agrumi nella piana di Gioia Tauro.

A fare luce sulla vicenda, sono stati i carabinieri del Comando provinciale di Reggio Calabria che stamane hanno eseguito un'ordinanza di custodia cautelare, emessa dalla Procura della Repubblica di Palmi, a carico di 20 persone ritenute responsabili, a vario titolo, d'intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro, sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione.

A dare l'abbrivo all'operazione è stata la denuncia di un migrante.

Complessivamente gli uomini dell'Arma hanno arrestato 20 persone (13 in carcere e 7 ai domiciliari) e notificato 9, tra obblighi di dimora, divieti di dimora e obbligo di presentazione alla pg.

 

Prostituzione minorile, in manette ex parroco vibonese

Gli uomini della squadra mobile di Vibo Valentia hanno dato esecuzione ad un ordine di carcerazione emesso dalla procura della Repubblica presso il tribunale ordinario di Catanzaro nei confronti di Felice La Rosa, già parroco di Zungri (VV), attualmente sospeso dalle funzioni, poiché condannato con sentenza definitiva alla pena di 2 anni e 4 mesi per il reato di induzione alla prostituzione minorile, accertato nell’ambito dell’operazione di polizia giudiziaria denominata “Settimo Cerchio”, conclusasi nel mese di novembre 2016.

L’ordine di esecuzione per la carcerazione è stato disposto a fronte di un residuo di pena da scontare corrispondente a 1 anno e 1 mese.

L’arrestato è stato associato preso la casa circondariale di Vibo Valentia.

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Sfruttamento della prostituzione, 7 arresti

Sette persone sono state raggiunte da  un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal gip di Crotone su richiesta della locale procura della Repubblica, per i  reati di associazione per delinquere e reclutamento di donne ai fini di sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione. Uno degli indagati è ritenuto, inoltre, responsabile di violenza sessuale, lesioni personali aggravate e minaccia aggravata.

I destinatari del provvedimento, eseguito dai carabinieri della Tenenza d’Isola di Capo Rizzuto, sono: Sebi Costel e Aurel Petrica, rispettivamente di 23 e 24 anni, (per entrambi custodia in carcere); Vito Vallone, di 48 anni (domiciliari); Giovanni  Cristofalo, di 82 anni (domiciliari); Francesco Carmine Verterame, di 64 anni  (domiciliari); Alexandra Galion, di 19 anni (domiciliari).

Durante le indagini, condotte tra ottobre 2018 e gennaio 2019, i militari dalla Tenenza d’Isola di Capo Rizzuto, hanno scoperto le azioni di adescamento condotte dagli indagati ai danni di  giovani donne dell’est Europa, alcune delle quali, sarebbero state costrette a prostituirsi con violenze e minacce.

A dare l’abbrivio all’attività investigativa è stata la denuncia di una delle vittime che, dopo essere riuscita a sfuggire ai presunti aguzzini, ha cercato rifugio presso la caserma dei carabinieri, dove ha raccontato una storia fatta di violenza e costrizioni.

Grazie alle indagini, gli uomini dell’Arma sono, quindi, riusciti ad individuare tutti i componenti del sodalizio criminale, composto da 7 persone, una delle quali attualmente si trova in Romania.

Operazione “Sex home”, 10 persone arrestate per sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione

I carabinieri della Compagnia di Locri, con la collaborazione dei Comandi dell’Arma territorialmente competenti su tutto il territorio italiano, hanno eseguito numerose ordinanze applicative di misura cautelare, emesse dal tribunale di Locri su richiesta della locale procura della Repubblica, a carico di persone accusate a vario titolo di sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione mediante la gestione di varie “case di incontri”.

I destinatari del provvedimento sono: Salvatore Buttiglieri, di 65 anni; Najia Karfi (45) detta “Angela"; Antonio Leone (52); Saloua Nadir (31); Giovanni Alessi (44); Giuseppe Reale (71); Felicia Veras Reyes (41).

I primi tre sono stati sottoposti alla misura della custodia cautelare in carcere, gli altri quattro alla misura degli arresti domiciliari.

Al termine delle operazioni, gli arrestati sono stati condotti presso le case circondariali di Reggio Calabria, Locri e Vicenza.

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