Allarme criminalità, più legge e meno tolleranza
I ragazzini delinquenti di Napoli sono spesso inferiori ad anni 16, cioè in obbligo scolastico. Se a scuola non vanno, i genitori commettono un reato. Se il preside non prende atto dell’evasione dell’obbligo, e non provvede prima a contattare le famiglie, poi a denunziare la cosa alla magistratura, commette omissione di atti d’ufficio.
Lo stesso per il delinquente di Crotone, che, pluripregiudicato, teneva in casa pistola e abbondanti munizioni, senza che nessuno abbia ritenuto di dare un’occhiata.
Eccetera.
A mio modesto avviso, ci sono precise responsabilità di natura disciplinare e penale, a carico di autorità di polizia e scolastiche, che non hanno compiuto degli elementari doveri.
Già, la situazione, che è pesante, richiede la più ovvia tolleranza zero: nessun tolleranza degli atti criminali dei ragazzini; nessuna tolleranza dei reati commessi da genitori, dirigenti scolastici e forze di polizia.
Verissimo che occorre un piano di risanamento sociale e morale… ma questa così solare affermazione non deve fornire un comodo alibi per rinviare le urgenze, in attesa di qualche miracolosa palingenesi dei buoni costumi.
Lavoriamo dunque per il lungo tempo; ma imponiamo il rispetto della legge. Se un delinquente può detenere una pistola, la colpa è sua; ma è anche di chi glielo ha permesso. Se i ragazzi non vanno a scuola, la colpa è soprattutto di padre, madre e autorità della scuola.
Tolleranza zero.
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