Siria: il video "bufala" del falso salvataggio dei "Caschi Bianchi"

In guerra la verità è la prima vittima”. Il buon vecchio Eschilo ritorna di stringente attualità nel caso della clamorosa “bufala” che ha per protagonisti i cosiddetti “Caschi Bianchi” siriani. Una balla colossale che in Italia, come del resto in tutto l’Occidente, è stata coperta da un sepolcrale silenzio.

Del resto, al collaudato schema che vuole i buoni da una parte ed i cattivi dall’altra non poteva sfuggire neppure il feroce conflitto che dal 2011 strazia la Siria. I media nostrani hanno, infatti, affibbiato al legittimo presidente Bashar al Assad (già insignito, nel 2010, da Giorgio Napolitano dell’onorificenza di Cavaliere di Gran Croce della Repubblica italiana) le stimmate del sanguinario dittatore.

Sul fronte opposto, invece, è stata collocata l’opposizione, spacciata per moderata anche quando a rappresentarla sono i tagliagole dell’Isis o i terroristi di Al Nustra, ovvero il ramo siriano di Al Quaeda

In questo scenario, l’informazione ha ceduto, da un pezzo, il passo alla propaganda.

Tuttavia, l’abile gioco della manipolazione, a volte, sfugge di mano e si rivela per quello che è.

Succede, così, quello che è capitato ai “Caschi Bianchi”, presentati in Occidente come eroici soccorritori impegnati a strappare alla morte le vittime intrappolate sotto le macerie provocate dai  bombardamenti.

In realtà,  i “Caschi Bianchi” sono un’organizzazione finanziata dagli Stati Uniti e dal Syrian National Council, ovvero l’opposizione siriana con sede ad Istanbul. Si tratta, quindi, di una struttura tutt’altro che neutrale e perfettamente schierata al fianco di uno dei contendenti. Quanto i volontari siano impegnati nell’opera a sostegno dell’opposizione armata lo testimonia l’ultimo video propagandistico caricato in rete e prontamente rimosso dalle Forze rivoluzionarie siriane (RSF).

Nel filmato compaiono due "Caschi Bianchi" apparentemente intenti a soccorrere un ragazzo rimasto sotto i detriti di un edificio raso al suolo dalle bombe. Quello che sembra un atto di eroica generosità, in realtà, non è altro che un prodotto "cinematografico" girato ad esclusivo beneficio delle telecamere. Una volta scoperta, la "bufala" è stata prontamente fatta sparire da YouTube.

Del resto, dall'inizio del conflitto i falsi salvataggi operati dai "Caschi Bianchi" sono piuttosto numerosi. In alcuni casi l'intento propagandistico è talmente evidente da scivolare addirittura nel ridicolo.

All'inizio di questo mese, un giornalista siriano, Abbas Yomeh, ha dimostrato, ad esempio, la falsità delle immagini che ritraggono una bambina salvata dagli "eorici" soccorritori. In tre diversi fotogrammi vengono, infatti, immortalate le scene di tre differenti salvataggi in cui la protagonista è sempre la stessa bambina.

Dopo la pubblicazione dei video con i falsi salvataggi, in tanti sulla rete hanno ironicamente sostenuto che dopo essere stati candidati per il Premio Nobel per la Pace, i “Caschi Bianchi”  potrebbe essere nominati anche all'Oscar per i loro allestimenti cinematografici.

 

"Trovata un'astronave a Serra San Bruno", la bufala che impazza sulla rete

La diffusione capillare di internet e dei social network ha contribuito in maniera determinante a “democratizzare”, sviluppandolo, il mondo dell’informazione. L’aspetto più intrigante del web 2.0 è rappresentato dalla possibilità offerta a ciascuno di essere, contemporaneamente, consumatore e produttore di notizie. Lo schema classico che vedeva il passaggio della notizia dalla fonte al lettore, mediante il filtro del giornalista, in molti casi, è venuto meno. Un aspetto positivo solo in apparenza, poiché l’assenza di filtri, il più delle volte, non permette di vagliare ciò che è vero da ciò che non lo è. Nel mondo vorticoso dell’informazione online, dove ogni giorno viene pubblica una sterminata mole di informazioni, circola di tutto. In molti casi, si tratta di notizie vere, in altri verosimili, in altre ancora palesemente false.  Sono proprio quest’ultime, però, a diventare virali, a circolare con velocità inusitata fino a  raggiungere decine di migliaia di lettori in poche ore. Nelle bufale propalare attraverso la rete è incappata anche Serra San Bruno. A leggere la notizia, segnalataci da un nostro lettore, pubblicata dal sedicente "Giornale Informativo", nei boschi che circondano il borgo della Certosa sarebbe stata scoperta una “capsula” che sarebbe niente meno che una “astronave extraterreste”. Una notizia sensazionale, tanto più che, a leggere l’articolo, “è la prima volta che si entra in contatto con una realtà come questa”. La “notizia fantastica” che “ha destato molto clamore” sarà approfondita a partire da domani quando “arriveranno alcuni studiosi sudamericani” che avranno il compito di chiarire la natura dell’oggetto rinvenuto”. Ovviamente “ la zona è stata sottoposta a sequestro da parte della autorità e sarà sorvegliata, giorno e notte, da alcuni vigilanti. Fino a quando non si sarà in grado di saperne di più, meglio non far avvicinare nessuno”. Come tutte le bufale che circolano in rete, anche questa ha un solo scopo, attirare lettori per trarre profitto dai banner pubblicitari.

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