"L'Eni deve sanare i disastri ambientali procurati alla Calabria"

"Sull’annosa questione Eni-Crotone ora la Regione, dopo l’Ordine del Giorno approvato all’unanimità dal Consiglio regionale nella seduta di martedì 10 novembre, può dotarsi di un Piano”. E’ quanto ha sostenuto la consigliera regionale di Calabria in Rete Flora Sculco, incontrando oggi i giornalisti a Crotone (assieme ai consiglieri comunali Enrico Pedace e Manuela Cimino) nel corso di una partecipata conferenza stampa. Ha aggiunto: "Da quel documento del Consiglio regionale occorre prendere le mosse, ridando protagonismo alle energie politiche, sociali e imprenditoriali del territorio, per convogliarle su due fronti ed il cui esito deve intercettare le previsioni del ‘masterplan’ del Governo per il rilancio del Sud ed il conseguente ‘Patto per la Calabria’ coordinato dalla Regione". Quali sono i due fronti? Ha spiegato la consigliera regionale: "Il primo fronte: ottenere, con l’intervento risoluto della Regione e del Governo, impegno messo nero su bianco nella parte conclusiva dell’Ordine del Giorno, che l’Eni onori gli enormi debiti contratti con la città di Crotone e suggellati in sentenze di tribunali, presto e senza più tentennamenti. Il secondo: trasformare la questione dei disastri ambientali provocati al territorio dal processo di deindustrializzazione iniziato negli anni 90 e la problematica dell’arricchimento dell’Eni, che nel mare antistante la città da decenni estrae metano pari a circa il 19% della produzione italiana destinata anche al mercato internazionale, in opportunità reali di sviluppo per Crotone e per la Calabria".  Ad avviso di Sculco, “questa è anche l’occasione per la Calabria che ha in Crotone un pezzo della sua storia più importante, visto che Crotone fin dal 1921 è stata una delle realtà più industrializzate dell’intero Mezzogiorno con livelli occupazionali consistenti e con la formazione di una classe lavoratrice tra le più produttive e professionalizzate dell’intero Paese, per dimostrare che qui non attendiamo la manna dal cielo. Che la Calabria ha ragioni da vendere e crediti enormi da esigere nei confronti dello Stato, ma anche la capacità di progettare la fuoriuscita dalla crisi, sperimentando assieme al Governo, con intelligenza e idee innovative, le nuove vie per lo sviluppo".  Ha sottolineato Flora Sculco: “Tuttavia, e questa è un’altra delle novità dell’ordine del giorno, occorre, d’ora in avanti, abbandonare la politica delle recriminazioni, dei posizionamenti difensivi e dell’autoreferenzialità e concentrare gli sforzi del territorio, valorizzando i talenti di cui disponiamo, per creare sviluppo produttivo, ricchezza generale ed occupazione. L’occasione è data, anzitutto, dall’inserimento, contemplato dall’ordine del giorno, della questione Eni-Crotone, nel Patto per la Calabria - uno dei 15 Patti per il Sud previsti dal ‘masterplan’ che dovranno essere definiti entro dicembre 2015 dal lavoro comune Governo-Regioni-Città metropolitane - per ciò che riguarda non solo le bonifiche e la tutele ambientale ma anche e soprattutto lo sviluppo complessivo di Crotone (agricoltura e industria, agroalimentare, turismo a attrattori culturali, servizi e logistica, infrastrutture - ad incominciare dal potenziamento dell’aeroporto e del porto, dalla ‘106’ e dalla linea ferroviaria – servizi di pubblica utilità). L’impegno del Governo con il masterplan presenta importanti spunti di novità che la Calabria deve cogliere fino in fondo, sul presupposto - insito nel masterplan - che non sono le risorse che mancano, ‘essendo a disposizione per politiche di sviluppo circa 95 miliardi da qui al 2023’. Quando il Governo sostiene che le risorse per lo sviluppo ci sono, ma che è mancata per decenni la capacità di utilizzarle, dice due cose vere e chiama in causa le responsabilità anche delle classi dirigenti del Mezzogiorno. Ciò che dobbiamo fare noi oggi è correggere i comportamenti del passato, anzitutto dotandoci di una visione del futuro che vogliamo per il nostro territorio e, in secondo luogo, percorrere, con serietà e responsabilità, ogni occasione che ci viene messa disposizione per assicurare alle nostre popolazioni prospettive di crescita e sviluppo". 

 

Iscritti in calo nelle università calabresi: "La Regione deve finanziare il diritto allo studio"

"Il Mezzogiorno e le sue aree più svantaggiate purtroppo continuano a fare i conti con squilibri storici e strutturali di cui la recente indagine sulle Università italiane è una spia d’allarme assai pericolosa, perché nella società e nell’economia della conoscenza in cui il sapere è uno dei fattori decisivi della competitività economica, la Calabria segnala una pesante regressione che reclama interventi urgenti".  E’ quanto afferma la consigliera regionale di Calabria in Rete Flora Sculco che aggiunge: "Il crescente calo delle iscrizioni universitarie, con percentuali da capogiro nell’ateneo di Reggio Calabria che ha perso negli ultimi quattro anni il 40% degli iscritti, è l’esito di un’obbligata rinuncia agli studi per molti giovani calabresi le cui famiglie vivono una condizione di crescente disagio economico a fronte della quale non si interviene con adeguate politiche mirate a tutelare il diritto allo studio costituzionalmente garantito. Con questi chiari di luna, altro che cambio di passo nelle politiche per il Mezzogiorno! La riduzione del welfare accademico - spiega la consigliera regionale - non garantisce pari opportunità ai giovani calabresi. E non consente a regioni come la Calabria, che più di altre avrebbero bisogno di investimenti in cultura, ricerca e innovazione, di valorizzare il proprio capitale umano per affrontare la sfida del rinnovamento. L’esodo degli studenti dagli atenei meridionali e l’abbattimento del diritto allo studio, mettono a rischio il futuro di questa parte del Paese, perciò la Regione Calabria deve assolutamente reagire. Anzitutto, aumentando e non diminuendo, come invece ha recentemente fatto, la percentuale di copertura della quota destinata alla borsa di studio che oggi è ferma al 42 per cento. E, in secondo luogo, insistendo perché il Governo riveda le scelte sul diritto allo studio che è il grande assente della legge di Stabilità. Un diritto costituzionale - sottolinea Flora Sculco - che subisce una vessazione più marcata in Calabria, dove erroneamente non è finanziato a sufficienza. Purtroppo, in Calabria, sommando l’indifferenza del Governo alle poche dotazioni che finanziano le borse di studio messe a disposizione dalla Regione, il risultato è una manifesta violazione del diritto agli studi universitari per tantissimi ragazzi che non hanno possibilità economiche. Occorre - aggiunge Flora Sculco - che la Regione Calabria inserisca, anche con urgenza, questa problematica tra le proprie priorità. Ed intervenga per tamponare il più possibile iniquità e diseguaglianze prodotte da politiche nazionali miopi che sottraggono investimenti necessari alla formazione dei nostri giovani. Energie e risorse umane che la Calabria non può abbandonare e disperdere, ma impegnare nella costruzione di un percorso di crescita e di sviluppo che non può più attendere".

 

"L'area centrale della Calabria rischia di essere ulteriormente isolata"

"Sarebbe una beffa, se ora, dopo l’iniziativa di 'Calabria in Rete' per rilanciare l’area baricentrica della Calabria, svoltasi di recente a Catanzaro e che ha avuto riscontri positivi in particolare tra i cittadini, e dopo le 'uscite' pubbliche per dare concretezza alla cosiddetta 'Area Vasta', la città capoluogo di regione perdesse una storica Istituzione com’è l’Ospedale Pugliese".  Lo sostiene la consigliera regionale di Calabria in Rete Flora Sculco, che aggiunge: "Se da un lato si dice di voler sostenere il riscatto del capoluogo, dall’altro non si possono assumere decisioni 'a sua insaputa'. Decisioni che, se non partecipate adeguatamente e condivise con la città, rischierebbero di isolarla ulteriormente. Pertanto - sottolinea - aderisco all’iniziativa 'Salviamo l'ospedale Pugliese' promossa da diverse e combattive associazioni catanzaresi che ha già raccolto 2mila firme, e condivido le preoccupazioni, più che giustificate, delle associazioni dei commercianti.  Il processo d’integrazione in itinere tra le Aziende ospedaliere Pugliese-Ciaccio e Mater Domini e l'Università Magna Graecia di Catanzaro in vista dell’azienda unica Renato Dulbecco, è senza dubbio importante, un risultato da conseguire naturalmente con le attenzioni necessarie onde evitare qualsiasi penalizzazione delle tante professionalità che operano nella sanità pubblica. Tuttavia, non è pensabile che l’Azienda unica possa realizzarsi a spese della città, già fortemente depauperata da una serie di trasferimenti di uffici ed istituzioni che la stanno svuotando di funzioni e presenze. Se c’è un’integrazione funzionale da portare avanti nella sanità e nell’interesse della Calabria - spiega la consigliera regionale - c’è anche da fare attenzione alle esigenze di Catanzaro, che deve assolutamente rilanciare il ruolo che le spetta nel contesto geopolitico regionale, quale guida di un’area centrale che deve essere valorizzata, al più presto e con vigore, per sostenere le sue prospettive di sviluppo e dare segnali di unitarietà alla Calabria”. Conclude Flora Sculco: “In tal senso - conclude - è decisivo che al cosiddetto ‘tavolo paritetico’ che si occupa del processo d’integrazione delle due Aziende, prendano parte sia il sindaco di Catanzaro, un esponente del Comitato ‘Salviamo l’ospedale Pugliese’ e le forze sociali, perché rappresentino il punto di vista della città, apportando i suggerimenti del caso e per evitare che la nascita dell’Azienda sanitaria unica abbia come effetto l’abbandono del 'Pugliese'. Al contrario, l’Ospedale Pugliese, la cui storia si identifica con quella della città, della sua provincia e della regione, deve poter continuare ad esistere, sia per mettere a servizio dell’utenza le proprie competenze che per evitare di impoverire una delle zone più movimentate del contesto urbano del capoluogo".

 

 

Sanità, "I cittadini continuano a non ricevere prestazioni dignitose, nonostante commissariamenti e discussioni"

"Quanto sta accadendo in ogni territorio, nella sanità pubblica in particolare, desta preoccupazione e allarme. Nonostante commissariamenti e discussioni interminabili, rimane il fatto, grave, per cui i cittadini continuano a non ricevere prestazioni dignitose, mentre è incessante la fuga dalla Calabria con gli aggravi di spesa che sappiamo e i tanti sacrifici per le famiglie".   Lo sostiene la consigliera regionale di Calabria in Rete Flora Sculco che "valuta positivamente la prima ricognizione fatta dal Consiglio regionale martedì  ai 'Riuniti' di Reggio, col presidente Irto e gli altri colleghi, cui ne seguiranno altre - aggiunge -  in tutta la Calabria: da Crotone a Cosenza. Ad avviso di Flora Sculco, "Se non fosse per le tante figure e i tanti operatori sanitari che in ogni struttura danno il massimo, spesso con abnegazione e grande professionalità, a quest’ora la sanità pubblica sarebbe precipitata nel caos. A mio avviso, la decisione assunta di effettuare, da parte del Consiglio regionale, puntuali ricognizioni sul campo, non è solo un modo per fare uscire la politica dai 'Palazzi', ma ha anche un altro significato da non sottovalutare. Ossia - conclude -  si intende discutere di sanità, in questo frangente in cui le polemiche sono a tratti esasperate, con chi la sanità la fa per davvero, nei reparti e in ogni struttura pubblica; e nel farla, ha di mira esclusivamente i bisogni dell’utenza a cui dare risposte, nonostante decine di difficoltà vecchi e nuove". 

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