Pubblichiamo lo stralcio di un articolo apparso su Insideover, a firma di Andrea Muratore, Mauro Indelicato
La guerra aperta tra Russia e Ucraina è iniziata. Vladimir Putin e Volodymir Zelensky lo avevano lasciato intendere chiaramente: aveva l’aria di un non plus ultra allo Zar del Cremlino l’avvertimento del presidente ucraino sui paragoni con la crisi che ha portato alla seconda guerra mondiale, e anche il richiamo di Putin al “genocidio” nel Donbass lasciava intendere che la situazione stesse per precipitare.
L’azione russa è partita e i paragoni chiave da tenere a mente sono due: l’operazione della Nato in Jugoslavia nel 1999 ma soprattutto Desert Storm, l’attacco americano all’Iraq di Saddam Hussein che aprì la Guerra del Golfo nel 1991.
Lo scenario che Lee presenta è chiaro: c’è la compresenza tra un’offensiva a tutto campo delle forze aeree e missilistiche russe e di un attacco di terra su più direttrici. Bielorussia, Belgorod, Crimea: i varchi di ingresso delle truppe russe nel Paese limitrofo sono, per ora, questi tre, mentre anche sul confine del Donbass è partito un attacco su larga scala. Se l’obiettivo fosse quello di “demilitarizzare” e “denazificare”, ovvero russificare, il Donbass, il paragone con il Kosovo e il Kuwait dei decenni scorsi appare ancora più chiaro, e anzi forse solo il basilare punto di partenza: Mosca sta accecando le capacità di reazione ucraina. Un video di Elint News mostra un’offensiva missilistica su larga scala in atto.
Per continuare la lettura clicca qui.