L’Italia dei record e le patacche da fureria
Buona parte dell’Italia calcistica è in visibilio dopo il successo azzurro nella gara d’esordio agli Europei. Il rotondo 3-0 rifilato ai turchi, sembra aver definitivamente consacrato la nazionale del “Mancio”. Una squadra che, a sentire buona parte dei commentatori, macina record e primati con impressionante scioltezza.
Mancini sembra aver letteralmente ammaliato gli italici pallonari, impegnati a fare a gara per tagliare il traguardo del complimento più mieloso. I paragoni con i commissari tecnici del passato - anche con mostri sacri del calibro di Vittorio Pozzo, Enzo Bearzot o Marcello Lippi - non si contano.
Se qualcuno volesse fare un’obiezione verrebbe immediatamente fustigato con lo scudiscio dei numeri che, si sa, non mentono mai. Come ricordano ogni due per tre gli osservatori, Mancini, grazie alla vittoria sulla Turchia, ha migliorato il record assoluto di successi nelle prime 33 partite da commissario dell'Italia. Un primato che, manco a dirlo, apparteneva allo stesso Mancini che ora, con 28 risultati utili consecutivi, è a due sole lunghezze dal record di Vittorio Pozzo. In attesa che il primato del 1939 venga fatto evaporare dal neghittoso sole di questa primavera, ci siamo cimentati nell’improba fatica di guardare oltre il nostro naso e siamo andati a scorrere la lista degli avversari macinati dall’italico tritacarne negli ultimi tre anni.
Compulsando la lista, abbiamo scoperto che la nazionale di Mancini ha costruito le sue fortune contro formazioni, il più delle volte, solo di poco superiori alle rappresentative del dopolavoro ferroviario. I 28 risultati utili consecutivi - se si eccettuano un pareggio con il Portogallo e un successo con l’Olanda- sono stati, infatti, collezionati con nazionali sperdute nelle pagine di coda del ranking Fifa. Per capire quanto gli azzurri siano cresciuti, servono avversari di ben altra caratura rispetto a Polonia, Liechtenstein, Armenia o San Marino.
Per non parlare del test con la Turchia, per il quale i più si sono spellati le mani con generosissimi applausi. Per prevenire, o meglio ancora, evitare cocenti delusioni, sarebbe bene che gli addetti ai lavori, ricordassero che per trovare la squadra di Şenol Güneş nel ranking Uefa bisogna scorrere la graduatoria fino alla 32esima posizione, alle spalle di Iran e Algeria. A ciò si aggiunga che, per tutta la prima frazione di gioco, gli azzurri hanno faticato non poco a trovare il bandolo della matassa contro una formazione incapace d’imbastire due passaggi consecutivi. Con i turchi rintanati nella loro trequarti, l’Italia si è specchiata nel suo stucchevole e innocuo possesso palla, prima di riuscire a trovare il vantaggio grazie all’autolesionistica zampata di Demiral.
Pertanto, diciamocela tutta: gli azzurri, al momento, sono un esercito carico di patacche conquistate in fureria. Per comprenderne il reale valore, più che l’ennesima parata, serve un’autentica prova del fuoco.
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