Il tar respinge il ricorso di Franco Mundo, Graziano di Natale rimane in Consiglio regionale

“Sono felice per la decisione del Tar Calabria che ha respinto il ricorso avverso la mia elezione a consigliere regionale della Calabria proposta dal sindaco di Trebisacce Franco Mundo. Voglio ringraziare i miei avvocati Oreste Morcavallo e Francesco Grossi per l’alta professionalità dimostrata e per aver impostato –dichiara il Segretario-Questore del Consiglio regionale, Graziano di Natale (Iric) - una difesa che ha fatto venire alla luce l’inammissibilità di un ricorso basato su presupposti giuridicamente errati e su dichiarazioni testimoniali mendaci e completamente inattendibili”.

Continua Di Natale: “Chi cercava la verità, l’ha finalmente trovata ma questo non mi basta perché ho proposto denuncia penale di falso nei confronti di chi strumentalmente si è prestato impudentemente, sfacciatamente e spudoratamente, per promuovere un’azione giudiziaria fondata su menzogne”. 

Sentenza Tar. Ferro soddisfatta a metà: “Ora si chiariscano le responsabilità, spiace per Mangialavori”

“La decisione del Tar ha dato seguito a quanto stabilito dalla Consulta, che aveva sancito l’illegittimità della legge elettorale regionale nella parte in cui escludeva l’elezione in consiglio del cosiddetto miglior perdente. Ho sempre avuto fiducia nel corso della giustizia e sono felice che alla fine di questo lungo iter giudiziario sia stata ripristinata una condizione di legalità costituzionale e di democrazia, e soprattutto sia stato restituito ai cittadini il diritto di essere rappresentati da chi ha avuto il preciso mandato di guidare l’opposizione al governo regionale”. 

È quanto dichiara il nuovo consigliere regionale Wanda Ferro che aggiunge: “insieme alla soddisfazione c’è però grande amarezza per gli oltre due anni trascorsi dal voto, un lungo periodo nel quale mi è stato impedito di esercitare il ruolo che mi è stato affidato dai cittadini, e per il fatto che non è stata ad oggi fatta piena chiarezza sulle responsabilità di quanto avvenuto sul finire della precedente legislatura, che vanno evidentemente ricercate anche nell’operato di precisi settori della burocrazia regionale. Per questo – precisa la già candidata del centrodestra alla presidenza della Regione Calabria - auspico la costituzione di una commissione di inchiesta all’interno del Consiglio regionale che ricostruisca ruoli e responsabilità nella stesura di un testo di legge palesemente incostituzionale, che ha creato un vulnus gravissimo nella composizione dell’assemblea. 

Bisogna prendere atto con rammarico, e su questo non posso che concordare con le parole del presidente della Prima sezione del Tar Vincenzo Salamone, del fatto che siano stati ancora una volta i giudici a doversi sostituire alla politica nella scrittura di una legge elettorale. Una legge, aggiungo, che per la sua importanza deve essere pienamente  funzionale ai principi di democrazia e non agli interessi di chi governa o ai calcoli di chi aspira ad essere rieletto. 

Ringrazio – afferma ancora Ferro - ancora una volta i tanti calabresi che mi sono stati accanto in questi anni e che mi hanno sempre sostenuto e dato forza, così come ringrazio la stampa che non ha mai abbassato i riflettori su questa vicenda, evidentemente comprendendo che la posta in gioco riguardava non la semplice assegnazione di un seggio, ma l’affermazione della piena legalità delle istituzioni e la tutela dei principi di democrazia. 

Rivolgo ancora un ringraziamento al collegio difensivo che mi ha rappresentato davanti al Tar e alla Consulta, composto dagli avvocati Valerio Donato, Francesco Pullano, Francesco Saverio Marini e Angelo Clarizia. 

In ultimo, ma non certo per importanza, esprimo profondo dispiacere per l’esclusione dal Consiglio di Giuseppe Mangialavori, che ho sempre avuto vicino e che apprezzo per le sue grandi doti morali oltre che per le sue qualità professionali e politiche. In questi anni – conclude - Mangialavori ha dimostrato di sapere svolgere il proprio ruolo di consigliere di opposizione con competenza e coerenza, raccogliendo sempre grande fiducia e consenso attorno alle proprie iniziative, e dimostrando di rappresentare una grande risorsa non solo per Forza Italia e il centrodestra, ma per l’intera Calabria”.

Consiglio regionale. Sentenza Tar: Giuseppe Mangialavori lascia il posto a Wanda Ferro

Si chiarisce in maniera definitiva lo scenario riguardante la composizione del Consiglio regionale della Calabria.

La decisione del Tar infatti conferma quelle che erano le previsioni della vigilia: Giuseppe Mangialavori cede lo scranno a Wanda Ferro, che era stata la candidata alla presidenza della Regione per il centrodestra. Rimane, invece, in carica Ennio Morrone, che era l’altro principale indiziato ad abbandonare Palazzo Campanella.

Mangialavori, che faceva parte del gruppo della Cdl, è il coordinatore provinciale di Vibo di Forza Italia.

Guerra dei Gal, Pileggi presenta il ricorso al Tar

Il Cogal Monte Poro ha presentato ricorso al Tar della Calabria contro il decreto della Regione del 26 ottobre scorso  con il quale si assegnano i fondi destinati dal Psr allo sviluppo rurale dell’area territoriale del Vibonese.

Il ricorso è motivato dal presupposto che il “costituendo Gal Terre Vibonesi ha presentato un partenariato che si sovrappone a quello del Cogal Monte Poro - Serre Vibonesi che ha approvato il suo Piano di Azione locale il 25 luglio scorso per essere trasmesso alla Regione Calabria".

“Che la Regione Calabria abbia prestato più dell’occhio di riguardo al costituendo Gal Terre Vibonesi – ha commentato il presidente del Cogal Paolo Pileggi - per essere lo stesso di emanazione politica di accordi trasversali tra correnti del PD e di FI, risulta ampiamente dalle contestazioni che il Cogal sottolinea rispetto alle procedure e al merito del punteggio assegnato.

Il ricorso al Tar si è dunque reso necessario al fine di fare chiarezza su una vicenda caratterizzata da favoritismi e clientela. L’avviso pubblico della Regione Calabria  avrebbe dovuto selezionare i Gal sulla base di criteri oggettivi e qualitativi, per attuare le strategie locali finalizzate allo sviluppo rurale”.

Sentenza Tar su decreto Scura, il Comitato: "Ora riporteremo la nostra battaglia nelle piazze"

"Con sentenza dell’11 maggio scorso, depositata in segreteria il 20 giugno, il Tar Calabria ha rigettato il ricorso che il Comitato civico Pro Serre, assieme agli altri comitati sorti in difesa degli altri tre ospedali di montagna calabresi (Soveria Mannelli, Acri e San Giovanni in Fiore), aveva presentato contro il decreto 9 emanato il 2 aprile 2015 dal commissario ad acta per il piano di rientro dal disavanzo sanitario, Massimo Scura, riguardante - ricorda in una nota lo stesso Comitato - la riorganizzazione della rete ospedaliera calabrese. Come si ricorderà, il Comitato aveva in un primo momento presentato ricorso straordinario al Presidente della Repubblica, atto che invece è poi passato nelle competenze del Tar grazie alla richiesta avanzata dall’amministrazione comunale di Arena, che ringraziamo per il sostegno alla nostra battaglia civica. Nonostante l’impegno costante del nostro legale, l’avvocato Angelo Calzone, e il sostegno ricevuto dalle centinaia di serresi che hanno contribuito volontariamente a sostenere le spese legali, i giudici amministrativi hanno rigettato il nostro ricorso, dichiarandolo in parte improcedibile perché, successivamente, sulla stessa materia è intervenuto con alcune modifiche un ulteriore decreto (il numero 30 del 3 marzo 2016).  Al di là degli aspetti tecnici e delle possibili ulteriori azioni legali, che nei prossimi giorni saranno valutati dai nostri avvocati, intendiamo innanzitutto ringraziare i tantissimi cittadini che, in maniera disinteressata e in piena coscienza della battaglia civica in atto, hanno garantito e garantiscono il loro appoggio alle iniziative politiche del Comitato". Ai serresi, oltre a un sentito ringraziamento per il contributo concreto ricevuto, garantiamo inoltre - è annunciato nel documento - che la nostra lotta, nonostante questa battuta d’arresto, non conoscerà sosta e andrà avanti con maggiore determinazione di prima. Quella che si combatte nelle aule dei tribunali a colpi di carta bollata non è la nostra battaglia, ne siamo consapevoli, ma abbiamo comunque cercato di far valere in sede di giustizia amministrativa le ragioni di migliaia di persone che continuano a subire, con tutti i governi che si sono alternati negli ultimi anni sia a Catanzaro che a Roma, tagli indiscriminati a servizi essenziali per la sopravvivenza di intere comunità già emarginate sotto tutti i punti di vista.  Ci abbiamo provato, soprattutto perché nessun soggetto politico presente sul territorio, al di là delle belle parole e degli annunci da campagna elettorale, ha mai avanzato alcun atto concreto contro questa riorganizzazione sanitaria che finisce per colpire sempre i più deboli. Finora a queste latitudini solo il Comitato ha impugnato un decreto del tanto contestato (a parole) commissario Scura, mentre la Regione Calabria ha pensato bene di costituirsi in giudizio contro il Comitato e a favore di Scura. Sappiano, i mandanti e i sudditi politici di quest’ultimo, che non ci fermeremo certo qui, anche perché rimane in piedi nei decreti di Scura la clausola che prevede la chiusura dell’ospedale di Serra San Bruno nel momento in cui entrerà in funzione il nuovo ospedale di Vibo. Nonostante quella del nuovo ospedale sia già diventata l’ennesima vicenda tragicomica che questo territorio è costretto a subire, non possiamo certo accettare di sperare che la nuova struttura non vada mai a regime per mantenere in vita il presidio ospedaliero di Serra". "Per questi motivi - assicura il Comitato - riporteremo molto presto la nostra battaglia nelle strade e nelle piazze, nella convinzione che il ruolo di lotta del Comitato sia sempre più necessario per contrastare le nefandezze della politica nostrana e riscattare un territorio che, al di là delle decisioni della giustizia penale e amministrativa, ha estremo bisogno di almeno un minimo di giustizia sociale".

 

Ospedale di Serra, il Tar rigetta il ricorso del Comitato Pro Serre

Il Tar della Calabria ha rigettato il ricorso presentato dal Comitato civico Pro Serre con il quale il sodalizio civico aveva chiesto l’annullamento del decreto Scura, l’atto con cui il commissario ad acta per la sanità calabrese ha provveduto alla riorganizzazione della rete ospedaliera, ridimensionando ulteriormente, quindi penalizzando, il nosocomio serrese già depotenziato dal Piano di rientro dell’ex governatore Scopelliti. Il Comitato aveva adito il Tribunale amministrativo sostenendo che il provvedimento del commissario ad acta  non riconosceva la qualifica di ospedali generali «agli ospedali di Serra San Bruno e Soveria Mannelli, consentendo così la dismissione di tutte le discipline e le specialità proprie di un presidio di base dotato di pronto soccorso», e non prevedendo per questi nosocomi neanche la trasformazione in ospedali di montagna  per zone particolarmente disagiate «in quanto distanti più di 90 minuti dai centri di hub o spoke di riferimento superando i tempi previsti per un servizio di emergenza efficace». I ricorrenti inoltre avevano sollevato eccezioni secondo le quali il decreto sarebbe stato inficiato da irragionevolezza e irrazionalità. Di tutt’altro avviso i giudici amministrativi che  hanno depositato la sentenza che va in direzione opposta rispetto a quella auspicata dal Comitato Pro-Serre e con la quale rigettano tutte le ragioni argomentate nel ricorso ribadendo che il Commissario ad acta nell’esercitare la propria potestà programmatoria «gode di un ampio potere discrezionale» e che il provvedimento in generale è «privo di elementi di irrazionalità o illogicità idonei a inficiarne la validità». La parola ora  al Presidente della Repubblica al quale il sodalizio civico ha effettuato un nuovo ricorso al fine di proteggere quello che nelle zone delle Serre è un diritto che giorno dopo giorno viene calpestato. Certo è che più il tempo passa e le amministrazioni regionali si avvicendano e sempre meno il nosocomio somiglia ad un ospedale, anzi, tra qualche tempo potrebbe essere trasformato – con tutto rispetto - in un ospizio.

 

 

Sforamento Patto di stabilità: Tar sospende la sanzione a carico della Provincia di Vibo

Il Tribunale amministrativo regionale per la Calabria ha sospeso il provvedimento, emesso dal direttore della Direzione centrale della finanza locale del Ministero dell’Interno, attraverso il quale l’Amministrazione provinciale di Vibo Valentia era stata sanzionata di 1 milione e 163 mila euro, per l’inadempienza del Patto di stabilità relativo all’anno 2010. Il Tar Calabria ha accolto, dunque, l’istanza di sospensiva dell’erogazione della disposizione, ritenendo valide e, quindi, degne di essere accolte, le documentazioni presentate e le argomentazioni poste, a nome e per conto della Provincia di Vibo Valentia, dall’avvocato Antonello Fusca, che negli ultimi mesi si è tenuto in stretto e costante contatto con il presidente Andrea Niglia e il segretario generale Cesare Pelaia. Il provvedimento consentirà, dunque, alla Provincia di Vibo di richiedere al Ministero dell’Interno la somma trattenuta e di utilizzarla per le attività dell’Ente.  "L’ordinanza emessa a nostro favore dal Tar Calabria mi riempie di soddisfazione",  ha dichiarato, a riguardo, il presidente Niglia. "Abbiamo avuto intuito nell’impugnare il provvedimento sanzionatorio che il Ministero dell’Interno aveva prodotto, nei riguardi della passata amministrazione, per via dello sforamento del patto di stabilità nel 2010. Le  Province e i Comuni che, nelle nostre stesse condizioni, non hanno invece avuto l’idea del ricorso giudiziario ai rispettivi Tribunali amministrativi regionali, non potranno esimersi dal pagare le relative sanzioni ministeriali. Il milione e 163 mila euro trattenuto dal Ministero, che presto avremo nuovamente a disposizione, ci darà dunque respiro e ci consentirà di affrontare, con un po’ più di serenità, le tante emergenze che abbiamo quotidianamente davanti. A volte - conclude il presidente della Provincia di Vibo Valentia - siamo pervasi dalla sensazione che il nostro sia un territorio abbandonato e lasciato solo a se stesso. Le prese di distanza da parte di molti ci danno l’impressione di lottare da soli contro tutti. Ma questa Amministrazione, nonostante la drammatica situazione economica e finanziaria ereditata, sta comunque silenziosamente ottenendo risultati confortanti, che ci fanno ben sperare per il prossimo futuro". 

 

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Risultati delle Comunali di Lamezia a rischio: verifiche in 16 sezioni

Saranno compiute le verifiche dei dati elettorali di sedici sezioni di Lamezia Terme in relazione alla consultazione celebratasi nella scorsa primavera per rinnovare il Consiglio Comunale. Lo hanno deciso i giudici del Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) della Calabria accogliendo l'istanza avanzata da tre candidati, assistiti legalmente dall'avvocato Francesco Pitaro. Il Prefetto avrà due mesi di tempo, come disposto dai magistrati, per gli accertamenti del caso. Paolo Mascaro, emerso vincitore dalle urne capeggiando una coalizione di centrodestra, ostenta tranquillità: "Attendiamo l'esito della verifica".

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