Terremoti, allarme dell’Istat: “In Calabria record di case vecchie e situate in zona pericolosa”
È un record negativo, che la Calabria vorrebbe proprio non avere. I dati, purtroppo, sono preoccupanti, soprattutto alla luce degli eventi sismici che si ripetono sempre con maggiore frequenza.
Ad illustrare i numeri, che fotografano la realtà, è stato il presidente dell’Istat Giorgio Alleva che ha letto l’apposita relazione davanti alle commissioni Bilancio congiunte nel corso dell’audizione sulla manovra alla Camera. Il 9% del territorio italiano appartiene alla zona sismica 1, quella in sostanza che è più a rischio. Ma se si scende nei particolari, si scopre che per le comunità meridionali la situazione è ancora peggiore: la percentuale sale al 50% in Calabria, al 33% per Abruzzo e tra il 20% e il 30% per Basilicata, Campania, Molise e Umbria. Sono 9 regioni su 20 non ricadono, almeno in parte, in zona 1.
“Complessivamente – viene evidenziato nella relazione - il numero di abitazioni residenziali della zona 1 ammonta a circa il 5,6% del totale delle abitazioni italiane: si tratta di poco meno di 1,9 milioni di abitazioni, oltre la metà delle quali (52,5%) costruite prima dell’entrata in vigore della normativa antisismica (ovvero prima del 1971). Oltre il 42% di queste abitazioni è situata in Calabria, circa il 13% in Campania”.
La rilevazione è datata 2011 e specifica che “la larga maggioranza (il 77,1%) degli edifici costruiti in questa zona prima del 1971 ha una struttura portante in muratura e solo il 13,5% in cemento armato. Inoltre, più di un quarto degli edifici della zona eretti dopo il 1970 continua ad avere la struttura portante in muratura. La porzione di territorio occupata da comuni in zona sismica 2 (la più ampia per estensione) è pari al 35,2% e include altre quattro regioni (Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna e Toscana). Vi si trovano circa il 32% delle abitazioni residenziali del Paese, per poco meno del 52% costruite prima del 1971. La quota di edifici costruiti anteriormente a questa data con struttura portante in cemento armato è del 16,2%. Sicilia e Campania sono le regioni con il maggior numero di abitazioni in zona 2 (25,2% e 20,1% rispettivamente)”.
Inoltre, “la zona sismica 3 rappresenta il 32,7% del territorio italiano ed è presente in tutte le regioni ad eccezione della Calabria, il cui territorio appartiene interamente alle prime due zone, e della Sardegna, interamente situata in zona 4. Nella zona 3 si trovano il 40,7% delle abitazioni residenziali, circa il 55% delle quali costruite anteriormente al 1971. Circa il 16% degli edifici della zona costruiti prima del 1971 ha una struttura portante in cemento armato”.
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