'Ndrangheta: beni per 2 milioni di euro confiscati ad un 57enne

Beni per un valore superiore ai 2 milioni di euro sono stati confiscati dalla Dia di Reggio Calabria ad un imprenditore di 57 anni.

Destinatario del provvedimento è Vitaliano Grillo Brancati, di Villa San Giovanni, ritenuto "collettore degli interessi economici" della cosca di 'ndrangheta Buda-Imerti.

Arrestato nel giugno del 2010 nell'ambito dell'operazione "Meta" assieme ad altre 41 persone, l'uomo è stato condannato, per concorso esterno in associazione mafiosa e turbativa d'asta, a 9 anni e 8 mesi in primo grado, pena poi ridotta a 5 anni e 6 mesi in appello, ed infine assolto nel febbraio di quest'anno dalla Corte d'Appello di Reggio Calabria, dopo l'annullamento con rinvio della Corte di Cassazione.

La sezione Misure di prevenzione del Tribunale reggino, ritenendolo socialmente pericoloso "per appartenenza alla 'ndrangheta, nell'accezione valida nel giudizio di prevenzione, con un ruolo defilato ma prezioso negli interessi della cosca legati al settore delle aste immobiliari", ha disposto la confisca del suo patrimonio.

Tra i beni oggetto del provvedimento: 7 immobili, tra cui 6 appartamenti di pregio ed un locale commerciale, un'imbarcazione da diporto e varie disponibilità finanziarie.

Droga: dieci arresti tra Calabria e Lombardia

Dieci persone, prevalentemente di origini calabresi, sono state raggiunte, questa mattina, da un’ordinanza di custodia cautelare in carcere.

Gli indagati sono accusati, a vario titolo, di associazione finalizzata al traffico illecito ed alla detenzione illegale di sostanze stupefacenti.

Il provvedimento, emesso dal gip su richiesta Direzione distrettuale antimafia, è stato eseguito dal Centro operativo della Dia di Milano.

 

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'Ndrangheta: confiscati beni per 1 milione e 200 mila euro

Un provvedimento di confisca di beni, per un valore di un milione e 200 mila euro, è stato eseguito dalla Dia di Reggio Calabria nei confronti di Santo Gambello, di 41 anni.

L'uomo è considerato vicino alla cosca Labate, operante nella zona sud della città dello Stretto.

La confisca é stata disposta dalla sezione Misure di prevenzione del tribunale di Reggio Calabria, su proposta del direttore della Dia, Nunzio Antonio Ferla.

Gambello, nel 2007, fu coinvolto nell'operazione "Gebbione". Nel processo che ne scaturì venne condannato a 6 anni e 4 mesi di reclusione per associazione mafiosa ed intestazione fittizia di beni.

Gli accertamenti, condotti dalla Dia, avrebbero fatto emergere la sproporzione tra i redditi di Gambello e del suo nucleo familiare e gli ingenti investimenti effettuati nel settore immobiliare.

I beni confiscati, ubicati nel centro di Reggio Calabria, consistono in un magazzino e due autorimesse, per una superficie complessiva di circa mille metri quadri.

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Due persone arrestate per traffico di stupefacenti

I Carabinieri della Stazione di Platì hanno tratto in arresto Pasquale e Saverio Perre, rispettivamente di 32 anni e 25 anni.

I due, già noti alle forze dell’ordine, sono finiti in manette in seguito ad un’ordinanza di applicazione della misura cautelare in carcere, emessa dal gip del Tribunale di Milano, su richiesta della Procura della Repubblica meneghina, che ha condiviso le risultanze investigative della Dia di Milano.

I Perre erano ricercati dallo scorso mese di marzo in quanto ritenuti responsabili di associazione finalizzata al traffico di stupefacenti, detenzione e spaccio di ingenti quantitativi di cocaina, marijuana e hashish.

L’indagine era stata avviata a febbraio del 2016 quando, nell’ambito di un’altra inchiesta della Direzione distrettuale antimafia di Bari, riguardante un sodalizio criminale finalizzato al traffico di stupefacenti con base in Puglia, era stata accertata anche l’esistenza di un’associazione finalizzata al traffico di droga operante nell’hinterland milanese.

In tale contesto Pasquale Perre, avrebbe avuto il compito di organizzare e dirigere l’associazione occupandosi del reperimento delle forniture e delle intese con gli acquirenti per le cessioni dello stupefacente, mente Saverio Perre si sarebbe occupato delle consegne della droga coadiuvando il “capo” in ogni fase del narcotraffico.

Gli arrestati sono stati associati alla casa circondariale di Locri a disposizione dell’Autorità giudiziaria.

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'Ndrangheta: sequestrati beni per un valore di 142 milioni di euro

La Direzione investigativa antimafia di Reggio Calabria, sotto le direttive della Dda, ha eseguito un sequestro di beni per un valore complessivo di 142 milioni di euro nei confronti di un imprenditore, Pietro Siclari, di 69 anni.

L'omo è accusato di avere intrattenuto rapporti con alcune cosche della 'ndrangheta.

Arrestato dalla Dia nel novembre del 2010, Siclari era stato condannato ad otto anni. Nel maggio del 2015, i beni dell'imprenditore erano stati confiscati, ma alla fine del 2016 la Corte d'appello di Reggio ne aveva disposto il dissequestro.

I successivi accertamenti condotti dalla Dia hanno permesso alla sezione Misure di prevenzione del Tribunale di emettere un nuovo provvedimento di sequestro.

Oggetto del sequestro sono 87 immobili, tra appartamenti, ville, locali commerciali e terreni, e numerosi rapporti finanziari tra cui conti correnti, fondi comuni d'investimento e depositi titoli

 

'Ndrangheta: confiscati beni per un valore di 15 milioni di euro

La Direzione Investigativa Antimafia di Reggio Calabria ha dato esecuzione a due decreti di confisca di beni nei confronti di altrettante persone.

Il primo provvedimento ha interessato Nicola Romano, 68 anni, originario di Antonimina, in provincia di Reggio Calabria, operaio forestale ma di fatto imprenditore nei comparti del taglio e della lavorazione del legno, nonché della produzione di calcestruzzo.

Il secondo invece ha colpito i beni di proprietà di Domenico Barbieri, imprenditore reggino di 59 anni.

Arrestato nel 2012 nell’ambito dell’operazione ''Saggezza”, Nicola Romano è considerato esponente di spicco del sodalizio criminale 'ndranghetista che opera ad Antonimina. Con l'accusa di associazione mafiosa e altri reati è stato condannato, in primo grado, alla pena di venti anni e dieci mesi di reclusione.

Con il provvedimento, emanato a seguito delle attività investigative condotte dal Centro Operativo Dia di Reggio Calabria, è stata disposta la confisca di quattro società di Antonimina, operanti nei settori del commercio e lavorazione del legname e della produzione di calcestruzzo. Sono stati, inoltre, sottoposti a confisca 47 immobili, tra cui 31 appezzamenti di terreno, sette appartamenti, un capannone adibito a stabilimento industriale ed alcuni magazzini e fabbricati rurali, nonché disponibilità finanziarie aziendali e personali, per un valore stimato in oltre 13 milioni di euro. Romano è stato sottoposto alla misura della sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno per la durata di cinque anni.

L’altra misura di prevenzione ha interessato Domenico Barbieri, arrestato nel 2010 nell’ambito dell’operazione “Meta” e condannato nel 2013 dalla Corte d’Appello di Reggio Calabria a cinque anni e dieci mesi di reclusione.

Nei suoi confronti il Tribunale di Reggio Calabria - sezione misure di prevenzione, ha disposto la confisca di quattro immobili ubicati nel comune di Villa San Giovanni e otto appezzamenti di terreno situati nel comune di Catona di Reggio Calabria. Il valore  stimato dei beni ammonta ad oltre due milioni di euro. Nei confronti di Barbieri è stata applicata la misura della sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno per tre anni e sei mesi.

Si tratta di confische che costituiscono l’ultimo atto di una lunga serie di attività eseguite dal Centro Operativo Dia di Reggio Calabria e dalla dipendente Sezione Operativa di Catanzaro nei confronti di organizzazioni 'ndranghetistiche che, nell’ultimo biennio 2015-2016, hanno condotto complessivamente al sequestro/confisca di beni il cui valore è stimato in oltre un miliardo di euro ed alla presentazione di 19 proposte di applicazione di misure patrimoniali reali.

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Trasversale delle Serre, accesso ispettivo della Dia oggi sui cantieri di Chiaravalle

Nella mattinata di oggi uomini della Dia, la Direzione Investigativa Antimafia di Catanzaro, hanno effettuato un accesso ispettivo sui cantieri della Trasversale delle Serre, a Chiaravalle Centrale. I controlli hanno riguardato persone, imprese e mezzi. Un monitoraggio a vasto raggio, dunque, e particolarmente incisivo. Il classico protocollo degli accertamenti prevede, infatti, che gli stessi vengano estesi all'assetto societario delle ditte impegnate nei lavori, ai rapporti contrattuali in essere, alle relative maestranze identificate. Successivi riscontri saranno presumibilmente finalizzati, nelle prossime ore, a rilevare eventuali condizionamenti da parte della criminalità organizzata. L’accesso al cantiere, svolto in collaborazione con i militari della locale stazione dei carabinieri, guidati dal maresciallo Giovanni Falsanise, è stato effettuato in maniera tale da non ostacolare la normale attività lavorativa in corso ed ha permesso il controllo complessivo di tutti gli operai e dei mezzi riconducibili all’impresa appaltante. Salvo imprevisti, l'opera, che porta dall'accesso al viadotto Sant'Antonio fino allo svincolo di Cardinale e Torre,  dovrebbe essere consegnata il prossimo 30 luglio. A prescindere dai controlli odierni, sulla Trasversale delle Serre, in particolare sul tratto “Serra San Bruno-Chiaravalle”, pende ancora il recente, pesante giudizio espresso dall'Autorità nazionale anticorruzione (Anac) presieduta da Raffaele Cantone. Nella deliberazione n. 2 dell'8 gennaio 2016  è scritto, tra l'altro, che “l’appalto è stato caratterizzato da molteplici lacune di natura progettuale, di esecuzione e di gestione dell’appalto, ciascuna delle quali di per se non decisiva ma nell’insieme tali da determinare un abnorme incremento delle opere e la notevole protrazione del tempo contrattuale”. Considerazioni trasmesse sia in Procura che alla Corte dei Conti.

 

La Dia di Firenze sequestra beni per 3 milioni di euro ad imprenditore calabrese

Un ingente patrimonio mobiliare, immobliare e societario del valore stimato di oltre 3 milioni di euro, e` stato sequestrato dalla Direzione investigativa antimafia di Firenze. L'operazione rappresenta il culmine di una complessa attivita` investigativa coordinata dalla Procura della Repubblica di Firenze. Destinatario del provvedimento, un imprenditore calabrese operante da anni in Toscana. Dalle indagini, sarebbe emerso che grazie all'ausilio di un "prestanome", l'uomo sarebbe riuscito ad operare una serie di investimenti che gli avrebbero permesso di acquisire alcune attivita` commerciali come bar, pasticcerie, pizzerie e diversi appartamenti ubicati nei comuni di Firenze e Prato.

 

 

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