Immigrazione irregolare, tre presunti scafisti fermati in Calabria
I finanzieri della Sezione operativa navale di Crotone, congiuntamente al personale della locale Squadra mobile, in seguito a un'operazione di soccorso effettuata da mezzi navali della capitaneria di porto e dell’agenzia Frontex, hanno eseguito attività investigative finalizzate all’individuazione degli scafisti che avevano condotto un motoryacht con a bordo 161 migranti trasbordati in alto mare.
Le indagini hanno permesso d'individuare e fermare tre presunti trafficanti di persone di nazionalità egiziana che, a vario titolo, avrebbero reso possibile il trasporto dei migranti dalla Turchia fino al punto in cui l’unità si era fermata in vicinanza di una nave mercantile.
Sono in corso ulteriori approfondimenti investigativi sulla base degli elementi fin qui raccolti.
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Sbarco d'immigrati in Calabria, fermati due scafisti
Si è conclusa con il fermo di indiziato di delitto nei confronti di due scafisti di nazionalità egiziana, l’attività investigativa svolta dal personale della Squadra Mobile di Crotone in seguito allo sbarco, avvenuto il 14 aprile scorso, di 230 immigrati di diverse nazionalità giunti nel porto del capoluogo pitagorico dopo essere stati soccorsi dalle motovedette della Guardia Costiera al largo delle coste calabresi.
Decisive si sono rivelate l’analisi dei cellulari in uso agli immigrati e le loro dichiarazioni, che hanno consentito di ricostruire tutte le fasi del viaggio, dalla partenza dalle coste libiche sino all’arrivo in Calabria, con l’individuazione dei due cittadini egiziani ritenuti gli scafisti.
Al termine delle indagini, che hanno permesso di acquisire a carico dei due stranieri elementi determinanti ed atteso il concreto pericolo di fuga, gli stessi sono stati posti in stato di fermo di polizia giudiziaria per il reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina ed associati presso la locale casa circondariale.
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Imbarcazione carica d'immigrati affonda in Calabria, numerose vittime
Tragedia all'alba di oggi davanti alle coste di Steccato di Cutro, nel Crotonese, dove un'imbarcazione con a bordo diversi immigrati è affondata a causa delle avverse condizioni del mare.
Sul natante - un peschereccio spezzato in due tronconi dalla furia delle onde - viaggiava un numero imprecisato di persone.
Allo stato si contano 59 vittime, mentre i superstiti sarebbero un'ottantina.
Le operazioni di soccorso e recupero sono ostacolate dalle condizioni proibitive del mare. Al momento, per cercare d'individuare altri sopravvissuti, i vigili del fuoco stanno utilizzando, in sinergia con la capitanerie di porto, gli acquascooter.
La zona della sciagura è battuta da un elicottero della guardia costiera impegnato ad individuate eventuali corpi in mare.
Notizia in aggiornamento
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Imbarcazione con 252 immigrati a bordo approda in Calabria, identificati i presunti scafisti
Nella giornata di domenica scorsa due unità navali della guardia di finanza hanno intercettato un natante - di probabile provenienza turca– con 252 immigranti a bordo, a pochi metri dalla costa crotonese.
L’imbarcazione, una volta abbordata, è stata condotta nel porto di Crotone dove sono state avviate le operazioni finalizzate all’individuazione degli scafisti che, al termine dell’indagine sono stati identificati in due persone di nazionalità egiziana. Contestualmente, i finanzieri hanno individuato anche quattro membri dell’equipaggio, tutti di nazionalità pachistana.
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Immigrati positivi al coronavirus trasferiti ad Amantea, Di Natale (Iric) chiede l'intervento del governo
“Non nascondo forti preoccupazioni per la notizia appresa ieri del trasferimento ad Amantea di tredici migranti risultati positivi al covid 19. La Calabria in generale non è in condizioni di fronteggiare emergenze di questa portata ed una situazione del genere –sottolinea il segretario-questore del Consiglio regionale, Graziano Di Natale (Iric)-, va assolutamente scongiurata. È necessario, pertanto, senza ulteriori perdite di tempo, un intervento immediato del Governo per evitare che possa accadere il peggio”.
Aggiunge Di Natale: “Ritengo che la scelta di trasferimento di Amantea sia infelice sia per il posto individuato che si trova al centro della città sia per motivi di chiara opportunità trattandosi di una cittadina che da sempre è meta di tanti turisti. Fortemente preoccupato, in modo particolare, per l’adeguatezza sia della struttura che dell’assistenza, chiedo – conclude Di Natale-, quindi un intervento immediato del presidente della Regione Calabria perché è impensabile che si possa gestire l’emergenza sanitaria in questo modo.”
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Immigrati positivi al coronavirus sbarcati in Calabria, Wanda Ferro (FdI) annuncia un'interrogazione
Sullo sbarco a Roccella Jonica di 28 migranti positivi al coronavirus il deputato di Fratelli d’Italia Wanda Ferro annuncia un'interrogazione al presidente del Consiglio Conte, al ministro dell’interno Lamorgese e al ministro della Salute Speranza.
“Gli italiani - spiega Wanda Ferro - non hanno sopportato i lunghi mesi di lockdown per vedere vanificati i loro sacrifici dall’apertura incontrollata dei porti. I calabresi hanno contenuto il diffondersi dell’epidemia con il rispetto delle regole, e ora vedono i loro confini spalancati a chi proviene da paesi in cui sono presenti vasti e pericolosi focolai. La Calabria è sempre stata terra di accoglienza, ma deve continuare a proteggere il proprio fragile sistema economico e sanitario dalla minaccia del coronavirus e non può essere sacrificata sull’altare delle battaglie ideologiche. Come ha rimarcato l’assessore al Turismo Orsomarso, essere una regione libera dal covid ha consentito alla Calabria di proporsi come meta turistica sicura, con riscontri incoraggianti in termini di presenze e prenotazioni. Il turismo è linfa vitale per l’economia regionale, ma se si trasforma la Calabria nel pre-triage covid dell’Europa ogni sforzo delle istituzioni, degli imprenditori e dei cittadini sarà mandato in fumo. Occorre un impegno straordinario per controllare le coste ed impedire gli sbarchi di soggetti positivi al coronavirus che rischiano di fare esplodere una pericolosa ondata dell’epidemia, che rappresenterebbe un colpo letale per le regioni del Sud."
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L'Italia, i migranti ed un piano per l'Africa
Iuventa è variante rara di Iuventus. Nulla di sportivo, vuol dire gioventù in latino. È una nave tedesca che, impipandosene delle leggi italiane, va a prendere “migranti” e li scarica in Italia; e per far ciò è palesemente d’accordo con gli scafisti. Chiaro? Non li “salva” da morte; li trasporta. Ma l’aria è cambiata, e la nave è sotto sequestro, e speriamo ci resti.
Il governo, e in esso quello che è il vero ministro degli Esteri, cioè quello degli Interni, Minniti, mostra una strana e improvvisa decisione, e impone un codice di condotta molto logico; e chi non firma, è fuori. Vorrei fosse vero. Intanto pare che il numero dei “migranti” sia in calo. Qualcuno si stupisce che io approvi Minniti: ma i fatti sono fatti. E anche la lotta per i cantieri non mi dispiace.
Un corollario: se Minniti fa anche il ministro degli Esteri, perché non risparmiamo lo stipendio di Alfano che sta lì a scaldare la sedia?
Navi italiane operano in acque libiche: è la prima volta dal 1942. Il generale che controlla Tobruk, Haftar, minaccia di bombardarle. Sarà una rodomontata, sarà quello che volete, però vorrei informare il lettore che, ove mai ciò avvenisse, il dovere del comandante della missione non è di fare politica estera o stare a sentire il parere dei giornali, ma difendere le navi con uso di tutte le armi. E siccome non bastano, ci vorrebbe subito un sostegno da nostri aerei e altre navi.
Insomma, le cose si sono messe in movimento, e non si sa dove possono finire. L’aria è cambiata, e nemmeno i più fanatici immigrazionisti continuano a sostenere la follia di “accogliamo tutti” e comunque.
Ora è il tempo di un piano per l’Africa. Ma questo è un altro discorso.
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Calabria: "Svaniti nel nulla 118 minori sbarcati a Corigliano"
"Tra il 30 giugno e il 30 luglio risultano dispersi sul territorio 118 minori stranieri non accompagnati sui 346 sbarcati soltanto sul porto di Corigliano Calabro": è quanto comunica il Garante per l'Infanzia e l'Adolescenza della Regione Calabria, Antonio Marziale.
"I dati - spiega Il Garante - sono stati raccolti da Maurizio Alfano, che ho personalmente incaricato di coadiuvarmi in questa difficile opera di ricognizione, grazie anche alla collaborazione dell'amministrazione comunale e delle strutture preposte all'accoglienza o all'inserimento di questi sventurati ragazzi".
"Dalle informazione raccolte - continua il Garante - è da rilevarsi che la soglia anagrafica dei naufraghi minorenni si è sensibilmente abbassata, mentre è aumentata del 15% circa la percentuale di sbarcati rispetto al 2016 e, tra questi, ben 11 ragazze, 9 delle quali, grazie all'intervento di Alfano per conto dell'Ufficio del Garante, sono state subito inviate in strutture di prima accoglienza sul territorio italiano, evitando così situazioni di scongiurabile promiscuità, anche se drammaticamente 2 di loro risultano disperse".
"Un altro rilievo da non sottovalutare concerne la provenienza dei minorenni coinvolti in questo esodo - evidenzia Marziale - come la Somalia e l'Eritrea, prima d'ora coinvolti solo marginalmente".
Il Garante continua: "Difficile non dirsi preoccupati davanti ad un simile quadro, soprattutto se si tiene in considerazione la recente denuncia del Procuratore della Repubblica di Castrovillari, Eugenio Facciolla, proprio sull'allontanamento dei minorenni, alcune volte addirittura attesi da furgoni pronti a caricarli e portarli chissà dove. Si può immaginare al ricongiungimento con altri parenti già in Italia o in Europa, ma si possono immaginare anche tante altre e sinistre possibilità".
Per Marziale: "Il governo e le istituzioni europee devono molto alle prefetture, e un ringraziamento personale rivolgo io al prefetto Tomao, ai comuni coinvolti e a tutti gli attori di queste autentiche missioni di accoglienza, senza il cui apporto la situazione risulterebbe ingestibile, ma ciò evidentemente non basta a garantire ai minorenni sicurezza, se è vero, com'è vero, per esempio, che la mediazione, volta alla loro assistenza in termini legali, culturali e linguistici interviene dopo settimane, se va bene. Adesso è necessario, però, interrogarsi sul destino e sulle responsabilità di queste emorragie nei centri di accoglienza ed ė necessario individuare possibili complicità di organizzazioni che potrebbero condurre i naufraghi da un inferno ad un altro".
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