Operazione “Turòs” contro l’usura, 5 arresti
Questa mattina la Guardia di finanza di Crotone ha tratto in arresto 5 persone, destinatarie di un provvedimento di custodia cautelare emesso dal tribunale di Catanzaro, su richiesta della Direzione distrettuale antimafia, con l’accusa, a vario titolo, di usura, anche aggravata dalle modalità mafiose, estorsione e abusivismo finanziario.
Destinatari delle misure restrittive eseguite nell'ambito dell'operazione denominata "Turòs", sono: un imprenditore agricolo cutrese di 51 anni; un commerciante crotonese di 42 anni (entrambi sottoposti alla custodia cautelare in carcere); un muratore crotonese di 43 anni; un dipendente di una cooperativa di pesca di Isola di Capo Rizzuto di 45 anni, ed un piccolo imprenditore agricolo cutrese di 67 anni, padre del crotonese di 42 anni (tutti sottoposti agli arresti domiciliari).
Inoltre, in esecuzione del provvedimento cautelare, i finanzieri hanno sottoposto a sequestro, un appartamento, un’imbarcazione e depositi bancari per un valore di oltre 130 mila euro, riconducibili, anche attraverso l’interposizione del proprio nucleo familiare, al cutrese di 51enne.
Le indagini, eseguite anche mediante captazioni telefoniche, video ed ambientali, hanno consentito di far luce su una presunta pratica di concessione “abusiva” di presiti di denaro, che per gli investigatori risalirebbe “quantomeno al 2012, nel territorio compreso tra i comuni di Cutro (Kr), Botricello (Cz), Belcastro (Cz) e Isola di Capo Rizzuto (Kr)”.
Per le fiamme gialle alcuni degli indagati avrebbero fatto ricorso a un linguaggio criptico per interloquire con i debitori. Inoltre, i presunti usurai avrebbero concesso prestiti per oltre 100 mila euro a 5 piccoli imprenditori locali, ai quali avrebbero applicato un tasso d’interesse annuo variabile tra il 30 e il 120 % ottenendo, anche attraverso minacce e pressioni psicologiche, vantaggi economici per oltre 75 mila euro (ad esempio a fronte di un prestito di euro 5 mila euro, erogato nel 2013, sarebbero stati corrisposti, nell’arco di 5 anni, interessi per 30 mila euro).
In uno dei casi, i finanzieri avrebbero accertato che il presunto usuraio, per ottenere la restituzione del capitale e degli interessi, si sarebbe avvalso della collaborazione di “soggetti intranei” alla cosca Grande Aracri.
Oltre ai presunti casi di usura, le attività investigative hanno permesso di delineare 4 episodi di concessione di prestiti non usurari, per un ammontare complessivo di circa 50 mila euro, da parte di uno degli indagati,
il quale, per non ricadere sotto la lente d’ingrandimento dell’antiriciclaggio, avrebbe raccomandato ai propri debitori di utilizzare, nei bonifici bancari, causali in linea con l’attività economica svolta.
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