Dal Pakistan alla Calabria con 42 ovuli di eroina in corpo: arrestato corriere della droga

Era partito in aereo dal lontano Pakistan accompagnato dal figlio ancora minorenne, sono atterrati a Milano e da li, a bordo di un autobus di linea, sono giunti all'alba alla loro destinazione finale: Sibari, nel cosentino.

Fin qui niente di strano, sembra la storia di un viaggiatore comune, uno dei tanti partiti dalla propria patria in cerca di fortuna in terra straniera; qualcosa però va storto. Nel piazzale degli arrivi degli autobus, antistante la stazione ferroviaria di Sibari, c'erano gli uomini della Guardia di Finanza con l'unità cinofila al seguito che stavano eseguendo i controlli di routine. Alla vista dei militari l'uomo, K.M. di 41 anni di origine pakistana, ha tradito un certo nervosismo, immotivato secondo i finanzieri; da li scatta il controllo dei documenti prima e, con l'aiuto del cane antidroga, dei bagagli poi.

Il pastore tedesco non ha esitazioni e si pianta davanti alle valige che il passeggero porta con se. Una volta perquisito lo zaino i finanzieri hanno rinvenuto 420 grammi di eroina purissima contenuti in 42 ovuli sigillati. Ad un successivo e più attento esame dei documenti di viaggio, dove l'uomo risultava partito dal Pakistan ed arrivato in Italia passando per Dubai, ai militari è stato chiaro che il viaggiatore aveva fatto da corriere e molto probabilmente aveva ingerito gli ovuli per eludere i controlli negli aeroporti.

Il pakistano è stato arrestato per traffico e detenzione illecita di stupefacenti e rischia ora una pena che va da un minimo di 6 ad un massimo di 20 anni di reclusione, mentre lo stupefacente è stato sequestrato assieme ai telefonini che l'uomo aveva con sé.

Il figlio minorenne che viaggiava con l’uomo, risultato estraneo ai fatti, su disposizione della Procura del Tribunale dei Minorenni di Catanzaro è stato affidato alla mamma che risiede a Cassano allo Ionio.

Il quantitativi di eroina intercettato, considerando i “tagli” successivi a cui viene di solito sottoposto avrebbe consentito di realizzare circa 2000 dosi, per un guadagno della criminalità organizzata che si aggira intorno ai 100 mila euro.

 

Angela Merkel e la pericolosa ideologia delle porte aperte

Diremo un’altra volta perché la Merkel è pericolosa con la sua politica monetaristica, che porta a far morire di fame le persone vive purché tornino i conti dei soldi di carta, anzi elettronici.

 La Merkel è pericolosa per aver adottato una bruta ideologia “delle porte aperte”, che, come tutte le ideologie, è cieca e universale, senza nulla concedere all’analisi, e tanto meno al caso per caso. Arriva uno dalla Tunisia, per lei è un “profugo”; un profugo anche se magari scappa dalla polizia che lo insegue per omicidio, furto, droga, pedofilia… Per lei, la polizia tunisina ha sempre torto, e il profugo ha sempre ragione; e fare qualche indagine le sembra una violazione dei diritti umani del millantato profugo.

 Poi il profugo ruba un camion e ammazza e ferisce non so quante persone. La Merkel ne ha la responsabilità, e peggio di una responsabilità politica, ha la responsabilità morale della strage. Imperterrita come tutti gli ideologi, commenta che va tutto bene, e devono arrivare tantissimi altri profughi e terroristi e fanatici… fanatici islamisti, come lei è una fanatica democratica. Forse per questo s’intendono.

 In mezzo ai milioni di sconosciuti giunti in Europa, ci sarà certo una percentuale di brava gente; ma i fatti provano che altre percentuali sono molto più numerose. E comunque, niente di più facile che spacciare per “disperato” un criminale assassino.

 Criminale assassino è una definizione fattuale, e lasciamo agli opinionisti della domenica dissertare se il Corano è o no un “libro di pace”. Noi non dobbiamo muovere guerra al Corano ma ai suoi lettori: se lo interpretino bene o meno, fattacci loro.

 L’Europa è incapace di difendersi come è incapace di incivilire e assimilare le masse. Lo ha fatto bene per secoli, e tutti noi discendiamo da qualche forestiero africano o asiatico giunto chissà come, e dopo un paio d’anni convertito e italianizzato. Italianizzato non nel senso che studiasse gli Asolani del Bembo; convertito non nel senso che si fosse laureato in teologia: convertito e italianizzato, alla buona.

 La Merkel non si contenta di “accogliere” le singole persone, accoglie le loro religioni e mentalità, a parte uno spruzzo di lingua tedesca. Le Merkel, e in Italia le Boldrini hanno inventato una cosa che si chiama “integrazione”, cioè un mostruoso miscuglio di fedi e lingue e usanze: il terreno ideale per i conflitti e per le radicalizzazione.

 Ci sono ottimi motivi perché chi scrive auspichi alle prossime elezioni la sconfitta della Merkel, di cui abbiamo avuto già importanti assaggi.

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Erdogan: "dietro al terrorismo islamico ci sono i Paesi occidentali"

Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan punta il dito contro i Paesi occidentali ritenuti responsabili di fomentare e sostenere il terrorismo islamico.

Nel corso di un discorso ufficiale pronunciato durante una visita al Parlamento di Islamabad, in Pakistan, Erdogan ha sostenuto che "i Paesi occidentali sostengono" Al Qaida e l'Isis. Un sostegno comprovabile attraverso numerose  "prove".

L'Occidente, ha affermato il presidente turco,  "fornisce armi all'Isis e anche a (Fethullah) Gulen", ovvero al maggiore oppositore di Erdogan ritenuto la mente del fallito colpo di stato del 15 luglio scorso.

"Quando saremo riusciti a buttare fuori i terroristi dal mondo islamico - ha aggiunto - la pace ritornerà in Turchia, Pakistan ed in altre parti del mondo".

Del resto, secondo Erdogan, Al Qaida e Isis "non hanno nulla a che vedere con l'Islam", anzi "lo danneggiano".  " Per questo motivo - ha concluso - noi li combattiamo dentro il nostro Paese e fuori, come facciamo in Siria".

Il testamento segreto di Bin Laden, 29 milioni di dollari per la Jihad

Un patrimonio di 29 milioni, pari a 26,6 milioni di euro. E’ quanto avrebbe destinato alla Guerra Santa, Osama Bin Laden nel suo testamento. Il documento sarebbe stato rinvenuto negli oltre 100 plichi sequestrati nel covo pachistano di Abbottad, dove è stato ucciso il terrorista. I materiale, declassificato e reso pubblico, ha confermato alcune delle fobie di Bin Laden. Da alcune lettere emergono, infatti, le principali paure del leader di Al Queda, come, il timore di essere intercettato, l'ossessione per i droni ed il timore per la possibile presenza di un microchip nei denti della moglie.

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