Il Giro d'Italia, la nave dei veleni ed il senso di colpa dei politici calabresi

Leggo di una “vibrata” e “vibrante” protesta da parte della classe politica calabrese con il presidente della giunta regionale, Oliverio, in testa nei confronti di un cronista Rai, che durante la tappa Pizzo-Praia a Mare del Giro d'Italia ha osato ricordare la cosiddetta nave dei veleni che sarebbe stata fatta affondare al largo di Cetraro.

Tutti i nostri politici hanno in modi diversi ribadito che le indagini esperite in seguito alla denuncia di un pentito di mafia hanno sortito esito negativo, che le dichiarazioni del pentito erano destituite da ogni fondamento, che la successiva pronuncia della magistratura aveva confermato l'infondatezza delle affermazioni fatte dal pentito.

Nessuna nave dei veleni, Il cronista Rai ha, dunque, infangato la Calabria con una ricaduta d'immagine talmente negativa da compromettere seriamente lo sviluppo turistico della zona allontanando i turisti che volessero recarsi in vacanza al mare di Cetraro che ,guarda caso, quest'anno aveva ricevuto la bandiera Blu.

Aldilà delle dichiarazioni dei politici, rimane tuttavia un dato incontrovertibile basato su statistiche e numeri : il numero dei morti in Calabria per tumori è altissimo e supera di gran lunga le percentuali delle altre regioni.

Le cause più comuni sono quelle su cui ormai quasi tutti gli studiosi concordano: presenza incontrollata di amianto sui fabbricati e sui capannoni industriali, inquinamento acustico, elettromagnetico ed ambientale.

Ma queste da sole non giustificano tantissimi decessi. Evidentemente il dubbio che possano esserci altre fonti d'inquinamento è sacrosanto. Tempo addietro un articolo su una testata locale tracciava una mappa molto circostanziata dei possibili siti inquinati da depositi e materiali inquinanti provenienti da altre regioni e da altri luoghi.

È del tutto evidente che manca il controllo del territorio, che gli accertamenti degli organi preposti regionali, provinciali e comunali (Asl, Arpacal, ecc.) sono insufficienti ,carenti, inadeguati o del tutto assenti.

La legge sulla bonifica dell'amianto non è stata mai applicata per mancanza di fondi, il personale delle strutture atte al controllo è insufficiente, le varie Asl hanno istituito da poco un registro tumori per il monitoraggio dei vari tipi di tumori. Insomma un quadro desolante che riconduce all’assenza di una classe politica accorta , previgente e dedita al bene comune.

Le rimostranze alla Rai sono solo una foglia di fico per nascondere colpe più gravi, che non si emendato con semplici dichiarazioni poco credibili di protesta.

  • Published in Diorama

Anas, presentato il documentario “Strade – 90 anni di storia italiana”

È stato presentato questa mattina in anteprima, presso la Casa del Cinema di Roma, il documentario dal titolo “Strade – 90 anni di storia italiana”, realizzato da Rai Cultura in collaborazione con Anas. Insieme al presidente di Rai Com, Roberto Nepote ed al vicedirettore responsabile di Rai Storia, Giuseppe Giannotti, erano presenti all’anteprima anche la regista Sabrina Salvatorelli, gli autori Gianluca Miligi e Marco Orlanducci e il produttore esecutivo Alessandra Giorgi.

Il documentario racconta il percorso di Anas dal momento in cui fu fondata come Aass nel 1928, fino all’ingresso nel Gruppo Ferrovie dello Stato nel gennaio 2018.

Sullo sfondo la storia italiana e i suoi cambiamenti. La struttura filmica del documentario, che andrà in onda martedì 27 marzo su Rai Storia alle ore 22:10 e sabato 31 marzo su Raitre alle ore 15:00, si basa su materiali d’archivio di Anas, della Rai e dell’Istituto Luce.

L’obiettivo del lungometraggio è quello di intrecciare le tappe più significative della storia di Anas con gli avvenimenti più importanti che hanno segnato lo sviluppo dell’Italia. Attraverso filmati dell’epoca e interviste si ripercorre il grande impegno dell’azienda delle strade nel contribuire alla costruzione prima, e al potenziamento poi, degli assi strategici del Paese.  

Basti pensare che nel 1928, in piena epoca fascista, la neonata Aass ebbe il compito di “depolverizzare” le principali arterie stradali in un momento in cui la circolazione avveniva per lo più a bordo di veicoli a trazione animale.

Nel 1946 la Aass fu soppressa per far posto all’Anas, a cui fu affidato il compito di ricostruire tutte le strade ed i ponti bombardati e distrutti durante il Secondo conflitto mondiale.

Poi ci furono gli anni del boom economico che coincisero con la costruzione del Grande raccordo anulare voluto dall’allora direttore di Anas Eugenio Gra, che creerà un acronimo per dare il suo nome all’anello della Capitale che diventerà la strada più trafficata d’Italia (oggi ha picchi di traffico di oltre 166.000 veicoli al giorno).

In quegli stessi anni nacque il progetto della A3 “Salerno Reggio Calabria”, costruita fra il 1964 e il 1974, all’interno di tre regioni morfologicamente complesse come la Campania, la Basilicata e soprattutto la Calabria. L’infrastruttura, che deve molto all’ingegner Giuseppe Scaramuzzi all’epoca responsabile dei lavori, è considerata un’opera ingegneristica di elevata complessità.  

Nel documentario si alternano più voci. La storia dell’azienda, infatti, è raccontata attraverso i ricordi dei cantonieri di ieri e di oggi e attraverso le testimonianze del presidente Ennio Cascetta e dell’amministratore delegato Gianni Vittorio Armani.

 “Crediamo – ha detto il presidente di Anas, Ennio Cascetta - che per guardare al futuro della nostra Azienda, ai prossimi 90 anni, non basti la programmazione dei nuovi investimenti o farci trovare pronti alla sfida delle nuove tecnologie. Per essere proiettati verso il futuro serve anche la consapevolezza del passato, la memoria delle cose fatte e del ruolo che si è avuto nella crescita del nostro Paese. Questo non solo come un lascito per le nuove generazioni, ma soprattutto per dire ‘grazie’ a tutti coloro che prima di noi hanno lavorato per far crescere l’Anas e la nostra Italia”.

 

  • Published in Cultura

Rai, Caligiuri a “Voci dal mondo” intervistato sul libro “Il pericolo viene dal mare”

Il Direttore del Master in Intelligence dell'Università della Calabria, Mario Caligiuri, domenica 21 gennaio 2018 alle ore 7.30 verrà intervistato su Radio Uno della Rai nella trasmissione “Voci dal mondo” condotta da Alba Arcuri.

Caligiuri parlerà del suo libro scritto insieme ad Andrea Sberze “Il pericolo viene dal mare. Intelligence e portualità” edito da Rubbettino con la prefazione di Lucio Caracciolo.

L’intervista verrà curata da Giuseppe Carrisi.

 

 

  • Published in Cultura

Canone Rai, il 31 gennaio scade il termine per presentare la richiesta di esenzione

In una nota, il Codacons "ricorda ai cittadini che non posseggono un televisore, che per non ricevere l’addebito del canone Rai 2018 sulla bolletta dell’energia elettrica, devono inviare all’Agenzia delle Entrate la richiesta di esenzione entro e non oltre la data del 31 gennaio 2018.

In questo modo potranno ottenere l’esonero del pagamento del canone in bolletta per l’intero anno.

E’ consigliabile comunque presentare la dichiarazione entro la fine del mese di dicembre 2017 per evitare l’addebito in bolletta della prima rata del canone 2018".

L'associazione dei consumatori ricorda, inoltre, "che la dichiarazione ha una validità annuale e che, se si possiedono i requisiti, occorre presentarla ogni anno"

"Per i titolari di una utenza elettrica di tipo residenziale, il canone tv per uso privato viene addebitato direttamente sulla bolletta elettrica (10 rate mensili, da gennaio a ottobre di ogni anno).

In caso di esistenza di un’utenza elettrica nel luogo di residenza anagrafica, vi è una presunzione che il Cittadino detenga un apparecchio tv. 

Per superare tale presunzione è necessario presentare all’Agenzia delle Entrate una dichiarazione sostitutiva con la quale si dichiara che in nessuna delle abitazioni per le quali il dichiarante è titolare di un’utenza elettrica è detenuto un apparecchio tv (da parte del dichiarante stesso o di altro componente della famiglia anagrafica). 

Anche l’erede può utilizzare il modello per dichiarare che non è presente alcun apparecchio televisivo nell’abitazione in cui l’utenza elettrica è ancora temporaneamente intestata al defunto".

Il Codacons evidenzia, indine, "che la dichiarazione può essere presentata:  direttamente dai contribuenti (per mezzo dell’applicazione web disponibile sul sito dell’Agenzia delle Entrate, utilizzando le credenziali Fisconline o Entratel rilasciate dall’Agenzia); tramite gli intermediari abilitati (Caf e professionisti) per la presentazione telematica della dichiarazione sostitutiva. 

La modulistica, accompagnata da a un valido documento di riconoscimento, potrà essere inoltrata anche:

La Rai in Calabria oggi, ieri e forse domani

Per i tipi dell' Editore Pellegrini di Cosenza è stato di recente pubblicato il saggio "La mia Rai" di Santi Trimboli, che analizza 25 anni di esperienza diretta dal 1985 al 2010, scandita da quella inqualificabile traiettoria che si è snodata dalla "lottizzazione"  - frutto dello storico compromesso - manuale Cencelli - alla "occupazione ", dalla Prima (sino al 1994) alla Seconda Repubblica, ormai sfinita .

Un intreccio di cammini paralleli e di rami genealogici  che hanno descritto e interpretato gli eventi regionali e non solo, sotto il controllo del capo direttore di turno, oggi inesistente, come rimarca il presunto/ fantastico "candidato" Ulderico Nisticò.

Egli giustamente sottolinea il ruolo e il posto che dovrebbe essere dato alla cultura, anche per aver dato, e continua a farlo, preziosi contributi, cito per tutti: l'edizione in italiano della "Calabria illustrata" di p. Giovanni Fíore da Cropani.

Vorrei , però, ricordare che quando fu avviata la sede regionale a Cosenza, la sezione programmatica diretta da Antonio Minasi produsse straordinari documentari, che illustrano con immagini meravigliose i beni culturali, raggiunse notevoli risultati anche a livello internazionale, come ebbe a sottolineare Indro Montanelli. Erano strumenti didattici di nuova generazione, ora purtroppo sepolti nelle Teche, o in alcune biblioteche, e che - credo - andrebbero rispolverati e diffusi, anche come testimonianze dell'evolversi del territorio e della conservazione dei beni culturali e ambientali. 

Sottoscriviamo tutti una petizione alla Rai, purtroppo in dissesto, di non trascurare la Calabria, e di servirsi di personalità autorevoli come Ulderico, per spronare sopratutto tantissimi giovani a conoscere la propria terra, prima di dover.... purtroppo .... emigrare.

 

  • Published in Cultura

A Storie Vere su Rai Uno il caso del bimbo della provincia di Reggio Calabria vittima di bullismo (VIDEO COMPLETO)

Il servizio pubblico è tornato ad occuparsi della grave vicenda del bambino calabrese di neanche dieci anni, delle elementari, vittima un anno e mezzo fa di una serie di riprovevoli episodi di bullismo culminati con un pestaggio che l'ha mandato all'ospedale. La nuova edizione del programma “Storie Vere” di Rai 1, condotto da Eleonora Daniele, nella puntata di oggi, mercoledì 17 maggio, ha dedicato un approfondimento a questo fenomeno raccontando alcune storie emblematiche che hanno avuto vasta eco, tra cui quella dell'attore e star di “Ballando con le Stelle” Antonio Palmese e, appunto, quella del piccolo della provincia di Reggio Calabria.

In collegamento dalla sede Rai reggina sono intervenuti la giovane mamma Francesca assieme a Salvatore Agosta, consulente personale di Studio 3A, la società di patrocinatori stragiudiziali specializzata a livello nazionale nella valutazione delle responsabilità in ogni genere di sinistro, a tutela dei diritti dei cittadini, a cui la madre del piccolo si è rivolta per far luce sui fatti e per ottenere giustizia.

“E' successo di tutto e di più. Mio figlio tornava a casa tutti i giorni piangendo, non riusciva più neanche a camminare da quello che subiva a scuola, dai compagni di classe e da qualche altro alunno più grande di lui. Un incubo al punto che non voleva più andare a scuola. Ho capito che c'era qualcosa che non andava, ho cominciato a recarmi a scuola per vedere com'era la situazione, ma più si andava avanti più le cose peggioravano, non c'era via di uscita. Finché, il 27 gennaio 2016, è stato brutalmente picchiato e da lì sono iniziati i problemi, tanti, come la bulimia alimentare. Ho dovuto toglierlo da quell'istituto e mandarlo in un'altra scuola. In quei giorni mio figlio era un bambino con poca voglia di vivere” ha raccontato la mamma, puntando il dito sull'atteggiamento dell'istituzione scolastica e di tutta la comunità. “A scuola ho trovato un muro, mi sono ritrovata in una solitudine che non avrei mai creduto di dover sopportare, un secondo dolore più grave ancora: una solitudine che ci ha distrutti, è come se fosse stato un male aver denunciato. E' forse questa la cosa più terribile: sentirmi sola e abbandonata”. Parole forti.

“E' un caso molto delicato – ha continuato Salvatore Agosta facendo il punto sulla vicenda – Parliamo di un bambino di non ancora dieci anni all'epoca dei fatti (oggi ne ha undici). La mamma si è rivolta a noi di Studio 3A per avere assistenza sotto il profilo legale e per far valere i propri diritti e di questo noi ci occupiamo. La prima cosa che abbiamo fatto è stata di sporgere una querela presso le autorità del posto, le quali sono andate nell'istituto per effettuare i dovuti accertamenti. Qui, purtroppo, si è creata proprio una barriera, al punto che l'istituto è arrivato a denegare completamente i fatti - che pure noi abbiamo prontamente dimostrato con denunce e certificati medici -, anziché avviare, come avrebbe dovuto, una propria indagine interna per appurare cosa sia avvenuto e dare risposte alla famiglia. A questo ci stiamo pensando noi: abbiamo già acquisito alcuni elementi, ne serviranno altri. Abbiamo trovato un muro anche a livello di omertà ambientale: non è stato facile reperire delle testimonianze, necessarie per supportare le azioni che intendiamo portare avanti. Ci siamo riusciti ed è un altro tassello che abbiamo aggiunto per il prosieguo ottimale di questa battaglia”.

Anche Antonio Palmese ha espresso sconcerto per la giovanissima età del bambino preso di mira (“dieci anni? è tanto piccolo” ha detto) ma ha fatto forza alla mamma sostenendo che “quest'esperienza negativa con il tempo rafforzerà suo figlio, diventerà una persona migliore”. “ll bullismo – ha concluso il noto psichiatra Alessandro Meluzzi, ospite in studio - è un comportamento odioso e nocivo, e la sua nocività non si ferma alle vittime ma si estende alle famiglie, alle classi, all'educazione a un atteggiamento omertoso nei confronti di qualcuno che diventa il capro espiatorio di un gruppo: è una malattia profonda di una comunità e purtroppo la scuola per sua stessa natura, essendo un organizzazione anche burocratica, in casi come questi ha una certa tendenza a rinchiudersi a riccio, in modo difensivo, spesso addirittura negando, rimuovendo, minimizzando. Proprio per questo bisogna ricorrere a tutti gli strumenti che ci sono in campo, quello della pubblica opinione, delle denunce penali, dei colloqui. Quando c'è un evento di bullismo e della sua forma amplificata, che è il cyberbullismo, bisogna dire a chi lo fa di smettere, ma bisogna anche dire alla vittima di non tacere, perché il silenzio e la rimozione, alla fine, è la base di una malattia che diventa cronica, irreversibile e in qualche modo mortale”.

  • Published in Cronaca

Borgo dei Borghi, domenica il programma RAI "KILIMANGIARO" dedica la puntata a Fiumefreddo Bruzio, candidato a diventare il borgo più bello d'Italia

Fiumefreddo Bruzio, comune del Basso Tirreno Cosentino, luogo turistico di grande pregio inserito dal novembre 2005 nel prestigioso club dei Borghi più belli d'Italia, quest’anno è stato selezionato come borgo calabrese in rappresentanza della Regione per partecipare al concorso “Borgo dei Borghi”, collegato alla trasmissione Rai Kilimangiaro.

Domenica 26 febbraio dalle ore 15.25, su RAI 3, la trasmissione Kilimangiaro dedicherà la puntata alla Calabria, si parlerà di Fiumefreddo Bruzio, delle sue bellezze architettoniche e paesaggistiche  della sua storia.Durante la trasmissione verrà mandato in onda un video di circa 10 minuti realizzato dalla Rai.

L’amministrazione Comunale di Fiumefreddo Bruzio nella persona del Sindaco Dott. Vincenzo Gaudio Calderazzo e il coordinatore del progetto di marketing territoriale #votafiumefreddobruzioborgodeiborghi2017, l’urbanista Pasquale Raffaele Demasi, invitano tutti i calabresi a seguire la puntata.

Demasi in un comunicato stampa riporta: “Ricordo a tutti i Calabresi che dal 13 marzo al 2 aprile sarà possibile votare “Fiumefreddo Bruzio“ e farlo proclamare il “borgo più bello d’Italia”, la votazione potrà essere effettuata tramite il sito www.kilimangiaro.rai.it, inoltre si può da subito lasciare la propria email nella sezione “contatti” del sito interne www.fiumefreddobruziotraiborghipiubelliditalia.com cosi da poter rimanere aggiornati sulla modalità di voto e su ulteriori notizie.”

Anche il  Presidente della Regione Oliviero in un comunicato stampa del settembre 2016 affermava: “Quando sarà il momento inviteremo tutti i calabresi, residenti e non, a sostenere attivamente la candidatura di Fiumefreddo Bruzio, antico borgo medievale, ricco di storia, arte e cultura, patria dell’artista Giuseppe Pascaletti, luogo di elezione del grande pittore siciliano Salvatore Fiume che arricchì questo piccolo centro di alcuni affreschi e sculture, terrazzo naturale sul mar Tirreno da cui lo sguardo spazia fino alla Sicilia, alle isole Eolie, alla costa calabra e ai monti del Cilento, con il suo castello, la sua “porta merlata”.

È morto Luciano Rispoli, era nato in Calabria 84 anni fa

È morto, a 84 anni, Luciano Rispoli. Autore e conduttore televisivo, giornalista e conduttore radiofonico, già direttore del Dipartimento Scuola Educazione della Rai, Rispoli era nato a Reggio Calabria, nel 1932. Il giornalista si è spento nella tarda serata di ieri nella sua abitazione di Casalpalocco a Roma. A dare la notizia, il giornalista e scrittore Mariano Sabatini, a lungo collaboratore di Rispoli: "Con grandissima costernazione, e in accordo i la moglie e i figli, devo dare la triste notizia della scomparsa del popolare giornalista, autore e conduttore di programmi celeberrimi: “Parola mia” e “Tappeto volante” su tutti. Entrato in Rai, in seguito a un concorso per radiocronisti nel 1954 ha continuato a proporre la sua televisione civile e rispettosa anche dopo aver lasciato la tv pubblica, dal 1991, su Tmc e poi su altre emittenti, con un rientro in Rai nel 2002-2003". Rispoli "è mancato dopo una lunga malattia a 84 anni, compiuti il 12 luglio scorso. Io posso solo dire, al di là del grande dolore che provo in questo momento, che è stato un grande privilegio collaborare quindici anni con un padre fondatore della Tv come lui. Da Rispoli ho imparato tanto. Tutto. E mi dispiace che purtroppo questa Rai a cui aveva dato tantissimo, negli ultimi anni lo aveva dimenticato, provocandogli grande rammarico", conclude Sabatini. 

 

 

  • Published in Cultura
Subscribe to this RSS feed