Siria: autobomba al mercato di Azaz, decine di morti

I morti sono almeno sessanta, mentre i feriti sono oltre 150. Questo il bilancio, provvisorio, del drammatico attentato compiuto oggi in Siria.

La notizia è stata diffusa dalla televisione libanese degli Hezbollah Al Manar e dall'emittente panaraba satellitare Al Arabiya.

Secondo i due organi d'informazione, che hanno citato fondi vicine alle opposizioni,  la strage è stata compiuta in un affollato mercato di Azaz, città controllata da gruppi ribelli che dista una cinquantina di chilometri da Aleppo. Per seminare morte e distruzione, i terroristi si sono serviti di un'autobomba che hanno fatto esplodere all'ora di punta.

Altro sangue è stato versato, inoltre, nella provincia di Raqqa dove 11 civili, di cui cinque minori appartenenti alla stessa famiglia, sono stati uccisi nei bombardamenti aerei compiuti dalla coalizione guidata dagli Stati Uniti. Secondo l'Osservatorio nazionale per i diritti umani (Ondus), i cinque minori sono morti insieme  due donne della famiglia in un raid portato sul villaggio di Al Swidiyyeh.

Per l'Ondus, nel corso del 2016, la coalizione a guida americana avrebbe provocato 467 vittime civili, 108 delle quali sarebbero minori.

Siria, gli abitanti di Raqqa si ribellano ai terroristi dell'Isis

Infuria la rivolta a Raqqa, capitale siriana del sedicente Stato Islamico. Come confermato da Russia today, nella giornata di ieri sarebbe esplosa una violenta insurrezione popolare contro i terroristi dell'Isis. A guidare la ribellione, cittadini fedeli al legittimo governo di Damasco, che in poche ore sono riusciti a riconquistare ben cinque quartieri ((al-Dareiyeh, al-Ramileh, al-Ferdows, al-Ajili e al-Bakri), tutti situati nella zona settentrionale della città. A dare fuoco alle polveri, una manifestazione nel corso della quale sono stati scanditi slogan e cori inneggianti all’Esercito Arabo Siriano e al presidente Bashar Al Assad. Alle dimostrazioni sono seguiti feroci scontri armati nel corso dei quali sono stati uccisi decine di fondamentalismi islamici. I miliziani del Califfato, avrebbero grandi difficoltà a controllare la loro capitale, anche perché tra le loro fila si conterebbero ben 200 disertori che starebbero cercando una via di fuga. Gli uomini del Califfato avrebbero istituito diversi posti di blocco all'ingresso della città per tentare di riprenderne il controllo. Tuttavia, in molti quartieri il vessillo nero dell'Isis è stato ammainato ed al suo posto è stata issata la bandiera siriana.

 

 

Siria, l'Isis si ritira da Damasco

I miliziani dell'Isis si ritirano da Damasco. Oltre 4 mila civili potranno, così, fare ritorno in quel che rimane delle loro case. La ritirata degli uomini del Califfato è stata concordata con le autorità siriane che hanno raggiunto un accordo grazie al quale il quartiere di Qadam potrà ritornare sotto il controllo del governo legittimo. Circa 500 famiglie hanno ricevuto il permesso a fare ritorno nella zona situata nella parte meridionale della capitale siriana. In queste ore, i miliziani starebbero completando l'evacuazione dal sobborgo di Hajar al Asward. L'accordo, raggiunto a dicembre tra lo Stato Islamico ed il Governo del presidente Assad, prevede la liberazione del quartiere in cambio del trasferimento in sicurezza dei miliziani verso Raqqa, la roccaforte dell'Is nel nord del Paese.

Uccide la madre che gli chiedeva di lasciare l'Isis

 

Ha giustiziato in piazza la madre che lo invitata a lasciare l'Isis. L'episodio è accaduto nella cittadina siriana di al - Tabaqa, non lontano da Raqqa ed ha avuto come protagonisti una signora di 40enne ed il figlio 20enne, combattente dello Stato Islamico. Preoccupata per l'avanzata dell'esercito siriano, la donna ha chiesto al ragazzo di scappare. Per tutta risposta, lui ha raccontato tutto ai suoi superiori. La reazione non si è fatta attendere, così i miliziani jihadisti hanno prima arrestato e poi condannato a morte la donna. L'esecuzione è stata eseguita dal figlio su una piazza di Raqqa.

 

 

Siria: gli aerei russi hanno distrutto mille autocisterne dell'Isis

Negli ultimi cinque giorni i raid aerei russi hanno distrutto oltre 1.000 autocisterne usate per trasportare il petrolio alle raffinerie dell'Isis in Siria. A dare la notizia e` stato il ministero della Difesa russo che ha evidenziato come negli ultimi due giorni, i bombardieri di Mosca abbiano colpito, inoltre, un grande deposito di greggio situato a 15 km a sudovest di Raqqa. Nelle vicinanze della capitale siriana dello Stato islamico e` stata pesantemente danneggia, anche, una raffineria controllata dai terroristi.

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