Simone Maiolo è un ragazzo di 27 anni cresciuto nel piccolo comune di Fabrizia, e dalla pietra pomice alla spugna più morbida ha conosciuto le infinite sfumature dell’animo umano. Sua l’idea, la regia e la sceneggiatura di “Tutto l’amore che ho” un cortometraggio che sta avendo successo su Internet e che narra le vicissitudini di una famiglia fabriziese che martoriata dal bisogno giunge all’estremo supplizio. Ma chi è Simone Maiolo e quali le “ragioni” del cortometraggio ce lo ha raccontato lui stesso. Dopo il Diploma in Arte si è iscritto alla Facoltà di Scienze della Formazione Dell’ Università degli Studi Di Torino, Indirizzo DAMS (Dipartimento Arte, Musica e Spettacolo). «Non ricordo esattamente per quale motivo decisi di volermi dedicare anima e corpo alla Settima Arte – spiega - Suppongo dalla necessità di raccontare attraverso le immagini ciò che non riuscivo ad esprimere con le parole. Ero molto timido da ragazzino. Non avevo alcuna consapevolezza in ambito artistico, ero circondato da compagni di scuola che eccellevano in musica, disegno… Ed io?, beh trascrivevo su di un foglietto di carta ciò che i miei occhi osservavano oltre la finestra della mia scuola. Non potete immaginare cosa si può scoprire in un anno tramite quel piccolo spazio. Diciamo che fù la mia “Finestra sul cortile”». Riguardo alle idee «sono convinto che siano dotate di vita propria, è inutile stare concentrati affinché si sedimentino nella testa. Un consiglio è quello di uscire fuori, interagire, conoscere… “La gente è il più grande spettacolo del mondo e non si paga il biglietto” cit. Charles Bukowski. Il titolo del cortometraggio è Tutto l’amore che ho: un paradosso dell’amore di un padre nei riguardi della propria famiglia». Veniamo alla vicenda: Antonio è un uomo di mezz’età, schivo e riservato, non ha amici, non ha un impiego, giocatore incallito e senza freni. Le due sole ragioni che lo spingono ad andare avanti sono il piccolo Salvatore, un paffuto bimbo di circa 10 anni e sua moglie Maria, donna tutta d’un pezzo, ma che da ormai troppo tempo, vive il matrimonio come una trappola asfissiante. L’ennesima sfuriata della moglie, scaturisce in Antonio un senso di colpa viscerale, che mette perfino in discussione la sua affermazione come individuo all’interno della società. Antonio non trovando nessuna risposta agli interrogativi che lo attanagliano, decide di recarsi nel luogo più estraneo alla sua persona: in Chiesa. Qui l’incontro casuale con suo fratello, un prete progressista e dai modi al quanto discutibili. Dopo l’incontro i sensi di colpa di Antonio non fanno altro che aumentare, spingendolo a chiedersi se effettivamente esiste una risposta e se esiste qual è il prezzo. Ecco quindi che Simone ci spiega la trama: «La scelta del tema nasce dalla necessità di raccontare una storia personale, intima, dove il tema centrale è per l’appunto la famiglia. Mettendo in risalto gli aspetti più oscuri che si celano dietro la mente umana. Una lenta riflessione sul perché gli uomini costantemente errano, agendo in modo del tutto egoistico. Una storia ricca di sfumature e ambiguità, dove non si capisce con chiarezza chi è buono e chi è cattivo. Una favola moderna cruda e senza speranza. La scelta degli interpreti è stata fortemente voluta per via della loro naturalezza e la capacità di calarsi nella storia, senza rischiare di storpiarne il significato».
Regia e Sceneggiatura Simone Maiolo, Direttore della Fotografia Ivan Lomanno, Montaggio Patrizia Alcaro, Fonico Presa Diretta Antonio Maiolo, Produttore esecutivo Vittorio Manno, Prodotto da Cosima Cirillo.
Ecco il link: https://youtu.be/CA_d-jIR5BE
CAST
Antonio: Antonio Maggio
Maria: Maria Carmela Daniele
Michele: Simone Maiolo
Salvatore: Raffaele Maggio