Mai conferenza stampa fu più affollata. Nel Salone del Lampadari di Palazzo San Giorgio tutti in piedi per Sua Maestà la Reggina che prova a riprendersi lo scettro sottrattole da una emergenza finanziaria non più sostenibile e, per questo, costretta a fare un bagno di umiltà e tornare a calcare i campi con scarso lignaggi nobiliare della Serie D. Almeno è questo l'auspicio, un desiderio coltivato con passione che, tuttavia, potrà prendere forma concreta soltanto il 4 agosto quando i Consiglio Federale farà conoscere ufficialmente il destino del futuro prossimo del calcio reggino. A prendere le redini dell'intricata situazione non poteva che essere Mimmo Praticò: è lui, l'ex presidente del CONI Calabria ad assumersi l'onere di guidare la cordata di imprenditori disposti a rilanciare la gloriosa società amaranto. Un dovere morale per la classe dirigente della città perché, come ha sottolineato il sindaco Giuseppe Falcomatà, nel breve intervento che ha anticipato la lettura del programma da parte di Praticò, "Reggina e regginità sono la stessa cosa". Guardare avanti senza voltarsi indietro: non è più il tempo di piangere sul latte versato e le recriminazioni contro la decisione, obbligata, adottata dalla Federcalcio di svincolare d'imperio l'intera rosa, sono fuorvianti. Un concetto, peraltro, che ha fedelmente espresso l'ex numero 1 dello sport calabrese, rimarcando, nella circostanza, la mancata conoscenza delle carte federali. Una onesta ammissione di responsabilità che fa a pugni con la versione dei fatti propinata all'opinione pubblica la settimana scorsa, secondo cui la FIGC sarebbe venuta meno a presunti ed inesistenti patti non scritti, ma tali da consentire di agognare l'iscrizione alla Lega Pro. L'idea di Praticò e di coloro che hanno deciso di imbarcarsi nell'impresa è quella di restituire dignità ad un nome che negli ultimi anni è stato calpestato da una gestione, quanto meno, poco accorta. Per farlo ci si affida al passato ed alla storia: è questo la motivazione forte che ha spinto i soci a denominare la nuova società AS Reggina, recuperando quei concetti di Associazione e Sportiva appartenenti al mondo che fu, pregno di sogni fanciulleschi e distante anni luce dalle velleità milionarie dominanti nel calcio moderno. Un nome identico a quello che campeggiava sui colori sociali prima dell'avvento nel 1986 di Pino Benedetto e Lillo Foti. Domenico Comandè, Francesco Giuffrè, Fortunato Martino, Pietro Polimeno e Giovanni Sgrò sono i componenti del gruppo pronto ad impegnare risorse finanziarie per far ripartire la Reggina. L'aspirazione è quella di procedere per step successivi, il prossimo dei quali, se tutto dovesse andare nella direzione sperata, sarà costituito dall'azionariato popolare, sul modello di ciò che già si vede da tanti anni in Spagna e Germania. Il modo migliore per restituire centralità al tifoso, troppo spesso sacrificato sull'altare di esigenze dettate da impersonali motivi puramente economico-finanziari. Già in questa prima fase, del resto, dovranno essere gli appassionati a garantire la quota parte maggiore del flusso di denaro necessario. Lo faranno attraverso la campagna abbonamenti che produrrà, si confida, quell'ossigeno indispensabile per consolidare e far crescere il progetto, assieme agli sponsor. Sono già tanti, ha assicurato Praticò, quelli che hanno già fornito piena disponibilità, in rapporto alle rispettive possibilità aziendali, ad affiancare e supportare inizialmente la start up. La squadra, ha detto l'imprenditore reggino: "Sarà un mix tra gioventù ed esperienza". L'obiettivo è quello di dare spazio alle professionalità di Reggio e provincia, sia sul campo che nella sfera tecnica. Un piano che sarà impreziosito, con ogni probabilità, dalla presenza di alcune "vecchie glorie" che aiuteranno, con la forza del loro prestigio, a tessere nuovamente il filo, spezzatosi, del feeling e dell'identificazione tra società e tifoseria. Perché tutto quello che è stato concepito in queste settimane cariche di passione si realizzi, è imprescindibile, e Praticò lo ha detto a chiare lettere, che l'Amministrazione Comunale e le istituzioni tutte, remino dalla stessa parte. A Palazzo San Giorgio nello specifico, si chiede che lo stadio Granillo sia concesso a titolo gratuito, trovando, peraltro, all'interno dell'impianto, gli spazi necessari per gli uffici societari. Dalle parole iniziali del sindaco questa apertura di credito non dovrebbe mancare, a maggior ragione che lo stesso Falcomatà, a titolo simbolico e per testimoniare il suo legame alla Reggina, ha pubblicamente chiesto di poter siglare il primo abbonamento della prossima stagione.