“Non rientra tra i poteri dell’Anac commissariare i Comuni o le funzioni da essi svolte". A chiarirlo, per l'ennesima volta, è il sindaco di Catanzaro, Sergio Abramo. "L’Autorità Anticorruzione - spiega il Primo Cittadino - può esercitare solo un cosiddetto “potere d’ordine” che, come è espressamente chiarito dal Consiglio dell’Anac nella delibera n. 146 del 18 novembre 2014, “può essere considerato come un potere conformativo e dissuasivo, a scopo collaborativo: con esso l’amministrazione viene aiutata ad una rapida riconduzione alla legalità.” E’ - chiarisce la delibera - “un potere diverso dal potere sostitutivo: anche se uno dei suoi presupposti può essere l’inerzia dell’amministrazione nell’attuare le disposizioni richiamate, con esso l’ANAC non si sostituisce all’amministrazione, adottando al suo posto un atto o un comportamento cui sarebbe obbligata dalla legge, ma si limita ad ordinare l’adozione di atti di esercizio di funzioni che restano nella titolarità dell’amministrazione.” Ma questo, ovviamente, solo “nel caso di mancata adozione di atti o provvedimenti richiesti dal piano nazionale anticorruzione e dal piano triennale di prevenzione della corruzione nonché dalle regole sulla trasparenza dell'attività amministrativa o nel caso di comportamenti o atti contrastanti con i piani e le regole sulla trasparenza citati (articolo 1, comma 3, della legge 6 novembre 2012, n190)”. E non è certo questo il caso di Catanzaro. La “bufala” del commissariamento del Comune da parte di Anac è così clamorosamente smascherata, essendo stata costruita su un “falso” giuridico, nonché sul travisamento premeditato delle frasi contenute nella lettera che il presidente Cantone ha inviato a tutti i sindaci delle città capoluogo di Regione. Espressioni come “Comune di Catanzaro commissariato”, “Comune di Catanzaro nel mirino dell’Anac”, “Comune di Catanzaro posto sotto sorveglianza”, “A destare i sospetti dell’Anac” , falsamente attribuite a firma del presidente Cantone, sono tutte letteralmente inventate e i loro autori ne dovranno eventualmente rispondere. Non esiste, agli atti, alcuna istruttoria dell’Anac a carico del Comune di Catanzaro, essendo un’Amministrazione con le carte in regola, anche per avere istituito nel 2013 la Stazione Unica Appaltante, con il compito, tra gli altri, di rafforzare l’attività di prevenzione delle infiltrazioni mafiose negli appalti pubblici attraverso la concentrazione delle procedure di gara in una struttura specializzata a ciò preposta. Il comunicato del presidente Cantone, con le allegate tabelle sulle procedure negoziate, è chiarissimo al proposito. Si legge testualmente: “Dai dati si evince, in maniera inequivocabile, che il ricorso alla procedura negoziata in tutti i comuni presi in considerazione è in aumento, sia per i lavori, sia per i servizi, sia per le forniture; per tale ragione i dati sono stati comunicati ai sindaci dei comuni per i provvedimenti che riterranno di adottare". "Se i consiglieri Guerriero, Capellupo e Giglio sono in possesso di documenti che attestino l’apertura di un’istruttoria nei confronti del Comune di Catanzaro, sono invitati ad esibirli". "In caso contrario, dovranno rispondere, quanto meno moralmente, dell’ennesimo attacco a base di fango - avverte Abramo - che essi portano all’immagine della città a fini esclusivamente politici. Leggano bene le tabelle dell’Anac. Il primo dato che emerge è che Catanzaro è uno dei Comuni che ha la più bassa percentuale (14,3%, venti punti in meno della media nazionale) degli importi assegnati nei lavori pubblici con la procedura negoziata, mentre quasi tutti i Comuni, con in testa Firenze, Bologna, Ancona, superano di gran lunga la media nazionale. E andiamo ad analizzare anche lo scostamento percentuale con il precedente periodo (2007-2010) tanto sbandierato dai consiglieri Guerriero, Capellupo e Giglio, sempre riferito al delicato settore dei lavori pubblici. Se Catanzaro passa dal 12,10% al 58,18% (+46,08), altre città governate dalla sinistra registrano scostamenti molto più gravi: Firenze passa dal 28,50% al 94,40% (+65,90%), Bologna passa dal 28,20% al 95,50% (+67,30%), Perugia passa dal 32,35% al 79,59% (+47,24%). I Comuni più “esposti” d’Italia sarebbero a questo punto Firenze, Bologna e Perugia guidati dai sindaci Matteo Renzi, Virginio Merola, Wladimiro Boccali, tutti del Partito Democratico. Nonostante Catanzaro abbia assegnato con la procedura negoziata appena il 14,3% degli importi dei lavori pubblici, ho accolto ovviamente l’invito del presidente Cantone a una puntuale e costante sorveglianza e ho attivato le azioni di controllo". "Resto però del parere - sostiene il sindaco - che l’immagine della Città e dell’Amministrazione debba essere tutelata di fronte ad attacchi vili e sleali che hanno come unico obiettivo quello di coprire di fango la città per fini esclusivamente politici".