Riceviamo e pubblichiamo:
Come lavoratori impegnati nei Centri per l’Impiego calabresi intendiamo esprimere con la seguente nota il nostro disappunto e la nostra contrarietà rispetto alle decisioni prese il 28 c.m. nella riunione tra la Regione Calabria, l’Upi Regionale e i rappresentanti delle Organizzazioni Sindacali, nella quale si è deciso di prorogare per un altro anno le Convenzioni con le Province ed il nostro status di “lavoratori in avvalimento”.
Dopo gli anni e i mesi passati nei quali sono emerse in tutta evidenza le tante situazioni drammatiche e insostenibili che si vivono nei nostri CPI (stipendi arretrati non pagati per gli impiegati nella provincia di Vibo Valentia e di Crotone con la situazione drammatica di Vibo emersa in modo anche eclatante sui giornali per difficoltà logistiche e funzionali oltre ogni limite), 17 lavoratori in provincia di Catanzaro che aspettano da 7 anni di uscire dal loro part-time involontario di sole 18 ore settimanali, situazione irrisolta di 64 lavoratori a tempo determinato di Reggio Calabria e 8 in Provincia di Crotone, anch’essi con tanti mesi di stipendio arretrato non pagato) e le tante azioni che si sono svolte per chiedere un cambio di passo e una definitiva assunzione di responsabilità (conferenze stampa, manifestazioni di piazza, tre diverse convocazioni dal prefetto, in parte disertate e comunque inutili, uno sciopero generale regionale di tutti i CPI) ci aspettavamo un esito diverso e una soluzione più di prospettiva che purtroppo non è arrivata.
Traslare a livello regionale e utilizzare le coperture garantite dal governo con il “decreto milleproroghe” per concedere un altro anno ai colleghi a Tempo Determinato mediante l’utilizzo di risorse FSE e rinnovare senza modifiche significative le Convenzioni già in essere con le Province non aiuta a risolvere in modo credibile nessuno dei problemi sopra elencati. Equivale piuttosto a decidere di non decidere, nascondendo la polvere sotto un tappeto ormai logoro fatto di inadeguatezza, pressappochismo e scarsa lungimiranza che è esattamente il contrario di quello di cui i nostri uffici hanno bisogno.
Dal nostro punto di osservazione La Calabria non è infatti una regione qualsiasi e riteniamo inaccettabile che i Centri per l’Impiego siano oggettivamente abbandonati e progressivamente dismessi (magari in favore di un settore privato ritenuto più efficiente ma che si è già dimostrato solo più rapace e approfittatore).
Dai nostri sportelli debbono (per legge) passare infatti i più disperati tra i disperati di questa Regione: disoccupati, cassaintegrati, mobilitati in deroga e giovani Neet, tutti alla disperata ricerca di opportunità di impiego e di vita. Politici e amministratori accorti non possono e non debbono togliere serenità e speranza da questi luoghi e noi non possiamo continuare a gestire tutto questo, come ormai da troppo tempo facciamo, in continua emergenza, senza riferimenti certi a livello dirigenziale, senza risorse, senza stipendi, senza linee telefoniche, senza sistemi informativi adeguati; ora anche per un altro lungo anno senza un riconoscimento giuridico che ci permetta di identificare con chiarezza chi è il nostro datore di lavoro.
Noi riteniamo che il disposto della Legge Delrio (L. 56/2014) e l’esito referendario, lasciando immutato il titolo V della Costituzione, abbiano stabilito in modo inequivoco che le Regioni hanno la piena responsabilità sul Settore del Mercato del Lavoro e delle politiche attive che sia quindi arrivato il momento anche per la Regione Calabria di fare senza indugi tutti i passaggi, finora rimandati, necessari per un reale ed effettivo riconoscimento dei CPI come Uffici territoriali propri, cosi come previsto espressamente anche dal decreto legislativo 150/2015 di riordino in materia di servizi per il lavoro e come molte altre Regioni hanno già fatto (vedi, ultima, la Regione Abruzzo).
Ribadiamo quindi qui le nostre principali richieste, nella speranza che vengano valutate con lo stesso spirito costruttivo con cui le proponiamo:
• Che il Dipartimento Sviluppo economico, Lavoro, Formazione, Politiche sociali provveda ad ottemperare celermente al mandato ricevuto dalla Giunta con la deliberazione n. 575 del 28/12/2016, costituendo come previsto un “tavolo tecnico” che individui le necessarie integrazioni alle Convenzioni e colmi le innumerevoli lacune presenti in esse, per il tempo strettamente necessario per addivenire ad una gestione diretta dei CPI da parte della Regione;
• Che a questo tavolo partecipi, per come stabilito e promesso in modo reiterato, l’Assessorato al Bilancio e l’Assessorato al Personale della Regione Calabria e che allo stesso venga ammessa la partecipazione di delegati in rappresentanza dei responsabili dei CPI, dei lavoratori part-time e dei lavoratori a tempo determinato;
• Che in tale contesto venga superata la condizione limbica ancora irrisolta, giuridicamente inammissibile, che ci vede esclusi dalla pianta organica delle Amministrazioni Provinciali, in virtù della legge Delrio, con immediata immissione nei ruoli regionali e con la conseguente applicazione della contrattazione decentrata di secondo livello a partire dall’ 1/1/2015;
• Che la proroga delle Convenzioni con le Province sia stabilita per il tempo strettamente necessario alla definizione di questo nuovo assetto organizzativo e che le stesse decadano immediatamente dopo;
• Che per la provincia di Catanzaro in cui esiste da troppo tempo un grave problema di sottodimensionamento degli organici per effetto dei pensionamenti, si utilizzino con immediatezza le risorse disponibili (stabilite per legge sul numero dei dipendenti a tempo indeterminato in servizio nell’anno 2015), riconoscendo il tempo pieno ai lavoratori part-time utilizzati ora al 50%, ovvero almeno aumentando a 32 le loro ore lavorate, per come già riconosciuto ai loro ex colleghi transitati nei dipartimenti regionali nei mesi passati;
• Che per la durata della validità delle Convenzioni le risorse da assegnare alle Province, come da accordi in sede di Conferenza Stato/Regioni (2/3 statali e 1/3 Regionali), vengano tutte vincolate al pagamento degli stipendi e al buon funzionamento dei Servizi per l’impiego, evitando che vengano intercettate e utilizzate per altri scopi; ovvero, anche peggio, “confiscate” dalle banche creditrici, come accaduto in passato nelle province di Vibo e di Crotone;
• Che sia celermente approvata la Legge di riordino del Mercato del Lavoro, attualmente in discussione presso la terza Commissione consiliare, e che nella stessa si dia finalmente spazio ad un nuovo e più coerente modello organizzativo e gestionale, prevedendo l’immissione nei ruoli regionali del personale degli attuali CPI cosi da renderli riconosciuti e riconoscibili quali principali strumenti dell’Ente regionale intorno ai quali innestare nuove azioni di “politica attiva” del lavoro, capaci di alleviare le sofferenze dei tanti calabresi che stanno da troppo tempo aspettando segnali di speranza.
I Centri per l’Impiego delle Province di Catanzaro, Crotone, Vibo Valentia e Reggio Calabria