Spara in ascensore all'ex fidanzata: in manette un ragazzo di 22 anni
Nella tarda serata dei ieri, al culmine di serrate indagini, la Squadra Mobile, coadiuvata dal personale del locale Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico, ha tratto in arresto in flagranza di reato Davide Assumma, giovane ventiduenne reggino, accusato del ferimento, mediante esplosione di un colpo d’arma da fuoco, della ex fidanzata all’interno dell’ascensore condominiale nello stabile di residenza della giovane, nel quartiere Sbarre di Reggio Calabria. La donna è stata ferita al polpaccio sinistro e, dopo le prime cure prestate dal 118, trasferita presso i locali Ospedali Riuniti. per gli opportuni accertamenti sanitari. Sul luogo del delitto sono state immediatamente avviate dagli investigatori della Squadra Mobile tutte le attività idonee all’individuazione dell’autore dell’insano gesto: le testimonianze raccolte, nel fornire fondamentale contributo alle indagini, hanno delineato le presunte responsabilità dell’ex fidanzato della giovane donna, la quale ha confermato che l’autore del ferimento era stato proprio il giovane con il quale aveva intrattenuto una relazione per circa 18 mesi, terminata di recente. L’uomo, resosi irreperibile subito dopo l’azione delittuosa, è stato oggetto di serrate e incessanti ricerche da parte degli investigatori, appena acquisiti elementi idonei a configurare le sue sospette responsabilità. Estremamente eloquenti sono state, secondo gli inquirenti, le dichiarazioni assunte dai numerosi testimoni ascoltati che hanno palesato la natura non episodica dei litigi tra i due fidanzati e qualificato il ferimento come l’apice di un’escalation comportamentale persecutoria, orchestrata da Assumma con comportamenti violenti fin dall’inizio della storia, acuitisi a partire dalla fine della relazione con la giovane ventenne. Assumma, vistosi braccato da numerose pattuglie, si è presentato poco dopo la mezzanotte in Questura ed è stato tratto in arresto. L’uomo, durante la sua permanenza in Questura, fanno sapere gli inquirenti, ha tenuto un comportamento tutt’altro che collaborativo, non fornendo alcuna giustificazione in ordine all’accaduto. L’arrestato, al termine degli adempimenti di rito, è stato tradotto presso l’istituto penitenziario di Arghillà, a disposizione dell’Autorità Giudiziaria competente.
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