“Non abbiamo dimenticato, né smesso di pensare con una certa apprensione, che al no global Caruso è stato affidato un compito che appare alquanto in contrasto con i suoi trascorsi da ‘rivoluzionario’. Non abbiamo dimenticato, né smesso di pensare che i giovani dell’Università di Catanzaro diventeranno suoi studenti, ed intanto ancora ci risuonano nelle orecchie le deprecabili parole che tante volte Caruso ha avuto per lo Stato, per le sue Istituzioni, le sue regole, i suoi rappresentanti… Giovedì salirà in cattedra per la sua prima lezione e noi non possiamo fargli mancare il nostro benvenuto, ricordandogli con quanta forza speriamo che tenga a mente la necessità di trasmettere il senso del rispetto dei principi di ordine e legalità, vero fondamento della società civile”. Lo afferma Franco Maccari, segretario generale del Coisp (Sindacato Indipendente di Polizia), a 48 ore dall’inizio del corso di Sociologia dell’ambiente e del territorio presso l’Università “Magna Graecia” di Catanzaro, assegnato a Francesco Saverio Caruso. Una scelta mai digerita dal Coisp che, ora, rinnova le critiche e si mostra pronto a nuove espressioni di dissenso. “Dopo una scia di polemiche e di discussioni seguita alla nostra prima reazione – sostiene Maccari - siamo quantomeno soddisfatti di aver suscitato una riflessione pubblica sul fatto che in tante sedi, troppo spesso, salgano in cattedra, in senso figurato, persone che nel loro passato hanno dimostrato con i fatti di essere stati in vari modi contro lo Stato, contro le regole e contro le Forze dell’Ordine che rappresentano l’uno e le altre. Continuiamo ad essere convinti che anche questa volta sia così, e che Caruso sia e rimanga un altro esempio di quelle persone che covano un vero odio per ciò che non è in linea con le loro convinzioni e ritengano lecito tutto pur di combatterlo, anche perché lui non ha mai smentito certe sue posizioni e certe sue parole di un passato non troppo lontano. Ciò che non sappiamo per certo – conclude Maccari – è se Caruso avrà il buon gusto di astenersi dal contaminare la sua azione di insegnamento con le proprie convinzioni personali e soprattutto, ove mai non dovesse essere così, se qualcuno di competenza se ne accorgerà e gli darà una qualche importanza”.