Lavoratori ex precettori di mobilità in deroga, Laura Ferrara (M5S) porta il caso dei 6mila calabresi a Bruxelles

È di qualche giorno fa l'interrogazione dell'europarlamentare del MoVimento 5 Stelle, Laura Ferrara, circa la paradossale situazione in cui versano i mille tirocinanti degli Uffici Giudiziari italiani dell’Ufficio per il Processo. Ora la pentastellata, unica calabrese eletta al Parlamento europeo, ha deciso di sollecitare la Commissione europea per i ritardi e le irregolarità nei percorsi di tirocini che questa volta colpiscono i seimila percettori di mobilità in deroga calabresi. 

«La Regione Calabria continua a rimandare l'emergenza con un imbarazzante rimbalzo di responsabilità con il Ministero del Lavoro. Questi seimila tirocinanti – ricorda la Ferrara – sono padri e madri di famiglia, fra loro vi sono ultra sessantenni che svolgono un'attività lavorativa vera e propria senza però beneficiare della tutela previdenziale, assistenziale ed economica propria di un normale lavoratore. Il sistema utilizzato è come al solito sbagliato, un circolo vizioso che alimenta le frustrazioni e la tensione di chi, di colpo, si è trovato fuori dal mercato del lavoro e viene risucchiato dal solito vortice di precariato. 

Un sistema viziato a monte e in cui l'amministrazione pubblica maschera dietro a “tirocini” ripetuti nel tempo, rapporti d'impiego mai formalizzati legalmente. Come se non bastasse queste persone sono anche vittime dell'assoluta mancanza di progettualità di questa amministrazione regionale, la quale avvia tali percorsi pur non avendo ancora di fatto disponibili le risorse economiche per le indennità. Ritardi sui pagamenti, irregolarità e le solite promesse. Alcuni percorsi si sono addirittura conclusi senza che i tirocinanti abbiano ancora ricevuto un solo centesimo. Nello studio di questa situazione allucinante, in cui l'amministrazione pubblica, anziché tutelare questa fascia debole la sfrutta senza nemmeno adempire alle spettanze economiche come previsto, bisogna sottolineare che nessun contratto scritto è mai stato stipulato con i soggetti promotori dei tirocini, in pratica si tratta di rapporti di lavoro mai formalizzati legalmente. Per tutte queste ragioni – conclude l'eurodeputata - ho ritenuto opportuno informare la Commissione europea con una apposita interrogazione, ritenendo questi tirocini non conformi a quanto previsto con la Raccomandazione del Consiglio su un quadro di qualità per i tirocini. Inoltre chiedo che la Commissione solleciti al più presto la Regione Calabria ed il Ministero a regolarizzare le numerose criticità affinché alle stesse si ponga finalmente fine e si possa provvedere nell'immediato al pagamento delle retribuzioni già maturate».

 

 

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Tirocinanti giustizia, Laura Ferrara (M5S) interroga la Commissione europea

"Un futuro in bilico, quello dei tirocinanti degli Uffici giudiziari italiani dell’Ufficio per il Processo, che da sette anni proroga dopo proroga, si aggirano nei corridoi delle aule di giustizia, con tirocini pagati 400 euro al mese". 

È quanto afferma Laura Ferrara, eurodeputata del MoVimento 5 Stelle che su questa tematica interroga la Commissione europea.

"Lo Stato italiano aggira la legge all’interno degli stessi tribunali. Nelle cancellerie degli Uffici Giudiziari italiani dell’Ufficio per il Processo, sono in corso circa mille tirocini formativi, che anno dopo anno fanno seguito a contigui percorsi/tirocini di perfezionamento avviati dal Ministero di Giustizia italiano e svolti sempre dagli stessi tirocinanti, con uguali mansioni e presso gli stessi uffici giudiziari ministeriali o uffici affini. 

Il Ministero – continua la pentastellata – utilizza i tirocini al posto dei regolari contratti di lavoro. Niente contributi previdenziali, ferie, malattia, Tfr o tredicesima per queste persone, definite tirocinanti ma che svolgono in realtà una vera e propria attività lavorativa, spesso a centinaia di chilometri da casa, ma non beneficiando del sistema di tutela previdenziale, assistenziale ed economica proprio di un normale lavoratore. 

L'Europa deve aprire gli occhi di fronte a questa situazione paradossale, chiedo pertanto alla Commissione se questi tirocini siano  svolti in conformità ai principi introdotti con la Raccomandazione del 10 marzo 2014 del Consiglio, in particolare facendo riferimento alla qualità, alle condizioni di lavoro e alla durata ragionevole del tirocinio. 

Cosa c'è di formativo nell'ennessima proroga di un percorso per delle persone che già svolgono quella stessa attività da anni. - Si chiede la Ferrara – Se la Commissione è a conoscenza di questa farsa tutta italiana, ed ora attraverso la mia interrogazione lo è, dovrebbe dare concretezza al recentissimo “pilastro europeo dei diritti sociali” e porre fine a questo trattamento discriminatorio del Governo italiano".

 

 

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Consorzi di bonifica, Ferrara (M5S): "I calabresi continueranno a pagare tributi ingiusti"          

"Le dichiarazioni apparse sulla stampa del Consigliere regionale Giuseppe Neri con cui si afferma l’eliminazione delle tasse ingiuste dei Consorzi di bonifica sono sconcertanti e distorsive della realtà dei fatti. A maggio 2017 – dichiara Laura Ferrara, Deputata europea del M5S – con la contestuale modifica della L.R. n. 11/2003 e l’approvazione dei piani di classifica, il Consiglio regionale ha consentito ai Consorzi di continuare a mettere le mani in tasca a quelle migliaia di cittadini calabresi che, a causa di tributi consortili ingiusti, ricevono cartelle di pagamento, fermi amministrativi e presentano ricorsi alle Commissioni tributarie. Questi cittadini  riceveranno ancora analoghi tributi  per il solo fatto che i loro terreni ricadono in un comprensorio consortile, a prescindere da specifici e diretti vantaggi o benefici  derivanti da opere ed attività di bonifica”.  

Per correggere il sistema di imposizione  ei Consorzi erano state presentate due proposte di legge di iniziativa popolare, una delle  quali sostenuta da 8000 firme. Le proposte di iniziativa popolare sono state sostituite, nonostante la ferma opposizione dei Comitati civici promotori, da un testo normativo di Mauro D’Acri, diventato L.R. n. 13/2017, approvato contestualmente ai piani di classifica nel mese di maggio 2017.

“Ciò che con la proposta di legge di Mauro D'Acri – continua Laura Ferrara – è stato eliminato o modificato nella L.R. 11/2003, compresi i riferimenti ai benefici indiretti, potenziali e alla lett. a), art. 23 della L.R. 11/2003, con cui sono stati motivati per anni avvisi di pagamento illegittimi, continua a rimanere in vita nei piani di classifica del 2014, approvati contestualmente alla predetta proposta di legge regionale. I piani, oltre a risultare in molte parti un copia e incolla di piani di altre regioni, nei paragrafi 8.2 e 8.3 prevedono sia un beneficio generale, consistente “nella presenza del Consorzio”,  sia i medesimi criteri di imposizione che erano presenti nel vecchio testo dell’art. 23, L.R. 11/2003. L’operazione del Consiglio regionale è servita solo a dare una parvenza di legalità e di  cambiamento all'imposizione dei tributi consortili, in modo da permettere ai consorzi di battere cassa indistintamente su tutti i consorziati e contrastare l’accoglimento dei ricorsi. Un’autentica presa in giro nei confronti dei cittadini. La cosa più giusta da fare sarebbe stata quella di modificare prima la L.R. 11/2003 e successivamente riscrivere i piani di classifica del 2014 per adeguarli alle modifiche, individuando le aree che non traggono uno specifico e diretto beneficio dalla bonifica per escluderle dalla contribuenza. Abbiamo chiesto da mesi –conclude Laura Ferrara - l’istituzione di un tavolo tecnico  per discutere di questa e di altre proposte ma non abbiamo ancora ricevuto risposta”

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Calabria: tra inefficienza e lungaggini procedurali, Ferrara (M5S) interroga la Commissione europea

"Continua ad essere ancora troppo lungo l’iter procedurale che caratterizza gli avvisi pubblici, bandi di gara, manifestazioni di interesse pubblicati dalla Regione Calabria nell'ambito di Por e Psr Calabria 2014/2020, a valere sui fondi Fesr, Fse e Feasr".

È quanto fa notare Laura Ferrara, eurodeputata del Movimento 5 Stelle, che su questo tema ha inviato apposita interrogazione alla Commissione europea.

"I ritardi e l’inefficienza tipici dell’espletamento delle procedure in Calabria sono un ulteriore ostacolo allo sviluppo ed alla crescita del territorio. La mia interrogazione prende spunto da una risposta inviatami lo scorso marzo dalla Commissione che, così come la maggior parte dei calabresi, rilevava la necessità di abbreviare i tempi delle procedure d’appalto. Condizione necessaria per rispettare le buone pratiche amministrative e per non scoraggiare la partecipazione alle stesse. Con questo obiettivo, dopo un confronto fra la Commissione e Autorità di gestione, la Regione si sarebbe impegnata ad adottare entro l'aprile 2017 un atto amministrativo attraverso cui obbligare gli uffici regionali a contenere i tempi necessari per la gestione degli appalti Fesr entro i 90 giorni. Impegno puntualmente disatteso, almeno fino ad oggi – puntualizza la Ferrara -, a distanza di mesi le procedure sono ancora lente e farraginose, avanzano tra ritardi, inefficienze e sospensioni. I partecipanti spesso ci segnalano le tantissime criticità che riscontrano ogni volta che decidono di partecipare ad una call del nuovo Programma di finanziamenti europei. Chiedo pertanto alla Commissione se la Regione Calabria abbia realmente adottato il provvedimento che prevede l’espletamento entro i 90 giorni o se si tratta dell’ennesima boutade dell’amministrazione Oliverio. È tempo che la Regione venga sollecitata ad una migliore efficienza amministrativa – conclude la pentastellata - se si vuole realmente raggiungere tutte le finalità prefissate nei Programmi".

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Ferrara (M5s): "Oliverio risolva i problemi dei calabresi, oppure faccia un passo indietro"

“La recente ordinanza del Tar Calabria relativamente al ricorso contro il decreto di esclusione di oltre un centinaio di giovani agricoltori dalla misura 4 a valere sul Psr Calabria 2014/2020, certifica, ancora una volta, le inefficienze ed i ritardi che contraddistinguono da anni l'azione dell'attuale amministrazione regionale”.

È quanto sostiene Laura Ferrara, europarlamentare calabrese del MoVimento 5 Stelle, commentando l'ordinanza del 10 novembre scorso del Tribunale amministrativo regionale che sospende l'efficacia del provvedimento emanato dal Dipartimento agricoltura calabrese.

“E' assurdo che ogni bando o avviso pubblico emanato dalla Giunta Oliverio continui ad essere accompagnato puntualmente da costanti criticità e da tempistiche indefinite. Dallo sviluppo imprenditoriale, alle misure occupazionali ed inclusive, fino all'agricoltura – continua l'europarlamentare grillina - non si contano più gli “esempi” di cattiva amministrazione.

Nel caso specifico, è impensabile che l'iter di un bando così importante per i giovani agricoltori calabresi, emanato a giugno 2016, continui a restare impantanato in una fase di stallo a causa di malfunzionamenti e problematiche a più riprese segnalate ma mai analizzate e risolte.

Il Presidente Oliverio assuma le proprie responsabilità – conclude la Ferrara – e risolva concretamente i problemi dei cittadini calabresi, oppure faccia un passo indietro e si faccia da parte per il bene della Calabria”

 

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La depurazione calabrese al vaglio della Commissione europea

«È ufficiale: la Commissione per le Petizioni ha ritenuto ricevibile la petizione diretta a sollecitare urgenti misure per eliminare le problematiche che riguardano il sistema depurativo in Calabria, al fine di garantire che le acque reflue urbane siano raccolte e sottoposte a trattamento appropriato in conformità alla Direttiva 91/271/CEE».

È quanto annuncia in una nota Laura Ferrara, eurodeputata del MoVimento 5 Stelle che da tempo denuncia la cattiva gestione del comparto depurativo calabrese e l’immobilismo dannoso e costoso dell’attuale governo regionale in materia.

Tra le iniziative sulla questione depurazione promosse dall' europarlamentare calabrese, il progetto di analisi Punto Zero, le interrogazioni parlamentari sulla gestione dei fondi presentate alla commissione europea, il costante monitoraggio sull’uso dei fondi europei destinati al comparto depurativo, il decalogo della buona depurazione e la proposta di istituire un tavolo tecnico interistituzionale.

«La stessa petizione rientra in una serie di azioni portate avanti in questi anni per denunciare, fare chiarezza e presentare proposte per avere un sistema di depurazione efficiente. La Calabria – continua la pentastellata - è la seconda regione per numero di agglomerati non in regola con le direttive europee. L'Unione europea – specifica la Ferrara - ha competenze concorrenti in materia ambientale. Inoltre coerentemente al “principio di precauzione e dell’azione preventiva” (art.191 TFUE) può attivarsi direttamente per la tutela della salute fino a promuovere misure destinate a risolvere i problemi ambientali. Nella lettera inviatami dalla Commissione si rende noto, inoltre, che le criticità del sistema depurativo calabrese saranno sottoposte anche alla Commissione Ambiente ed alla Commissione europea che sta già procedendo all’analisi della petizione. Questo è solo l’inizio di un iter che permetterà, finalmente, di avere risposte certe e si spera anche risolutive rispetto al problema della depurazione nella nostra regione. Una volta caricata la petizione sul portale, sarà possibile aderire on line, avviando così un’azione collettiva che dimostrerà alla decadente classe dirigente calabrese che dal basso, con la forza dei cittadini le cose possono cambiare. Quando verrà calendarizzata la discussione, illustrerò in maniera dettagliata alle Commissioni coinvolte le criticità che hanno contribuito al coinvolgimento di centinaia di Comuni calabresi in due procedure d'infrazione europea. Denuncerò la “politica delle soluzioni tampone”, la poca trasparenza nella spesa dei fondi europei nel settore depurativo, le numerose inchieste giudiziarie che in questi anni hanno portato alla luce cosa si cela dietro le inefficienze del sistema, le cui conseguenze ricadono in maniera diretta sulla salute dei cittadini».

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Tirocini bando scuola, Laura Ferrara (M5S): “Ritardi inaccettabili ed inspiegabili”

«Il pesante ritardo con cui procede il bando riservato a 600 disoccupati calabresi per l’attivazione di tirocini formativi nelle scuole della Regione è assurdo ed inaccettabile».

Così Laura Ferrara, parlamentare europea del MoVimento 5 stelle, commenta la kafkiana vicenda che coinvolge 600 disoccupati calabresi che da quasi un anno e mezzo sono in attesa di dare inizio al loro percorso “formativo”. Un iter avviato i primi di settembre del 2016 con l’emanazione da parte della Regione Calabria di uno specifico bando del quale però poi si è persa ogni traccia.

«Non è la prima volta che la Regione Calabria ci regala performances di questo tipo, dal bando per giovani imprenditori mai realizzato alle lungaggini burocratiche per alcune misure per asili nido, sono decine gli esempi di bandi ed avvisi pubblici che regolarmente si caratterizzano per le più disparate criticità. La Regione Calabria – continua la Ferrara - negli anni sta abituando i suoi cittadini ad una sorta di “regolare inefficienza”, trend che va interrotto immediatamente.È assolutamente impensabile che l’iter per l’avvio dei tirocini nelle scuole rischi di diventare due o tre volte più lungo della durata stessa del tirocinio che è quella di 10 mesi con una retribuzione paria 500/600 euro lordi per mensilità. Un bando bloccato, non si sa su quale scrivania della Cittadella regionale, del quale l'assessore Roccisano nello scorso anno faceva grande pubblicità e che, ad oggi, continua a tenere sospesi centinaia di cittadini che aspettano ancora risposte e date certe.

La Regione Calabria, quindi, diventi efficiente adempiendo ai suoi obblighi di servizio pubblico e dando risposte chiare ai 600 disoccupati ed alle loro famiglie che da oltre un anno permangono in una sorta di limbo rimbalzati di mese in mese dagli uffici regionali calabresi senza alcuna motivazione. Il Presidente Oliverio – conclude l’europarlamentare calabrese- metta da parte gli slogan e le conferenze autoreferenziali e si metta a lavoro per risolvere i problemi della gente, dando, quindi, immediata attuazione a tali percorsi formativi/lavorativi che, per quanto si configurino come misure minime di politica occupazionale, costituiscono comunque un piccolo sostegno al reddito delle famiglie ed un'opportunità di crescita professionale».

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'Chi inquina paga' è realtà, sì di Strasburgo al testo Ferrara (M5s)

Approvata con 502 voti a favore, 74 contrari e 35 astenuti, la relazione per implementare e rafforzare l'efficacia della direttiva europea sulla responsabilità ambientale a firma di Laura Ferrara, eurodeputata del Movimento 5 Stelle e vicepresidente della commissione giuridica (JURI) del Parlamento Europeo.

Dopo aver incassato la maggioranza, tre settimane fa, nella commissione competente, con il voto di oggi il testo Ferrara sulla responsabilità ambientale basato sul concetto del 'Chi inquina paga' diventa definitivamente realtà.

"Un ottimo risultato di cui beneficeranno tutti i cittadini europei – ha commentato a caldo Ferrara - perché ora si riuscirà ad agire per fare in modo che chi violenta l'ambiente, con le conseguenze tristemente note sulla salute umana, se ne assuma le responsabilità e ne risponda".

La relazione nasce da "un grande lavoro di studio e di ascolto di cittadini ed esperti  sull'attuazione della direttiva europea sulla responsabilità ambientale perché il mio e nostro scopo era quello di rendere più efficace la disciplina comune per la prevenzione e la riparazione del danno ambientale, così che abbia costi ragionevoli per la società e che si basi sul principio del 'chi inquina paga'”.

Estensione della nozione di danno ambientale (ora circoscritto alle specie, agli habitat naturali protetti, alle acque e al terreno) anche all’inquinamento atmosferico; considerazione, all'interno del concetto di danno ambientale, dei nuovi e sempre maggiori fattori inquinanti causati da attività industriali e di come questi influiscono sull'organismo umano; obbligatorietà degli strumenti di garanzia finanziaria, come le assicurazioni a carico degli operatori; creazione di un Fondo europeo per la protezione dell'ambiente dai danni causati dall'attività industriale al fine di garantire la reale copertura dei costi di risanamento; istituzione di un registro per gli operatori che svolgono attività pericolose; sistema di monitoraggio finanziario per assicurare che gli operatori siano solvibili, così da evitare che, come spesso accade, gli inquinatori, una volta causato il disastro, dichiarino fallimento ed evitino di risarcire il danno causato. Questi i punti salienti del testo, ma non finisce qui. In base alla realzione approvata, infatti, la Commissione Europea è chiamata a incrementare e a migliorare il suo programma di formazione degli amministratori locali così da arrivare ad una omogeneità dell'applicazione delle regole comunitarie in tutta l'Unione, e vengono messi in cantiere sistemi di premialità come “sgravi fiscali o altre iniziative per le aziende che si impegnano con successo nella prevenzione dei danni ambientali. Così che tutti - ha concluso Ferrara – si sentano davvero responsabili dell'ambiente e coinvolti nella sua salvaguardia”.

 

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