Riceviamo e pubblichiamo
"Le assunzioni sono importanti, soprattutto in una terra affamata di lavoro e ancor di più quando riguardano il comparto Sanità, il settore più in sofferenza, deputato all’erogazione di un servizio che deve rispondere all’esigibilità di un diritto costituzionale di tutti i cittadini calabresi, vittime di una gestione inefficiente, in affanno per varie carenze, quando non collusa o addirittura sospettata di infiltrazioni criminali.
Quanto denunciato in queste ore rispetto alle modalità di cure erogate al pronto soccorso del Grande Ospedale Metropolitano di Reggio Calabria in caso di fratture, frutto comunque di necessità e abnegazione di quei medici che devono fronteggiare le emergenze senza alcun mezzo adeguato, se non fosse documentato da immagini, sarebbe incredibile in un Ospedale HUB che deve garantire l’emergenza in tutti i reparti h 24 e da la misura di quanto possa precipitare in basso una struttura che contemporaneamente ha punte elevatissime di eccellenza, proprio per carenza di personale.
E però, l’assistenza e la cura non sono vetrine in cui promuovere solo il marketing delle eccellenze, anche una banale frattura va curata con dignità perché ogni paziente ha diritto a cure immediate ed adeguate.
Abbiamo stigmatizzato la chiusura e l’accorpamento di reparti negli ospedali Spoke della provincia dovuti alla carenza di personale, che creano gravissimi disagi ai cittadini, ma è inaccettabile la chiusura notturna di un reparto centrale a cui tutti gli altri presidi fanno riferimento, così come è scandalosa la mancanza di presidi sanitari adeguati presso il pronto soccorso, soprattutto a fronte della chiusura del reparto di riferimento.
Il comparto Sanità è appetibile, non solo perché gestisce il 70% del bilancio regionale, ma perché da sempre rappresenta la cifra della gestione di un potere a cui ci si piega nel momento di massima debolezza e bisogno per soddisfare il diritto all’assistenza e alla cura .
Prova ne sia il dibattito aspro che spesso si eleva tra gli attori che hanno ruoli istituzionali o interessi nella gestione del sistema sanitario regionale, non ultimo quello derivato a seguito dell’ultimo decreto commissariale che autorizza un numero ragguardevole di assunzioni, 1366, di varie figure nelle aziende sanitarie calabresi, che non risolve le gravi carenze di organico del Sistema sanitario regionale, ma che, insieme a quelle già precedentemente autorizzate, per un totale di circa 4000, da fiato alla criticità più acuta dei servizi generata dai nove anni di piano di rientro e conseguente blocco del turn over.
Le assunzioni, che riteniamo necessarie, sono state concertate tra Commissario e Responsabili delle Aziende. Questo presupposto dovrebbe garantire che le figure professionali individuate siano quelle che maggiormente necessitano per risollevare i servizi più in sofferenza. Su questo ci esprimeremo non appena avremo visionato, come OO.SS. i piani di fabbisogno aziendali, al momento dobbiamo affidarci e credere nel buon senso e nelle capacità gestionali dei direttori generali.
Lo stesso affidamento, con molte perplessità, dovremmo nutrire riguardo al finanziamento di dette assunzioni; infatti, le risorse vanno attinte dai bilanci aziendali operando risparmi, come indicato nel DCA 154, quindi, auspichiamo che i risparmi siano operati abbattendo i costi di consulenze ed eventuali sprechi e frutto di una programmazione gestionale oculata, piuttosto che generati, come già accaduto per conseguire il pareggio del bilancio, dall’abbattimento di costi per forniture di presidi sanitari necessari, farmaci, manutenzioni indispensabili delle strumentazioni e quant’altro generando disservizi anche scandalosi.
Sono note a tutti le punte di criticità più acute, partendo dalla medicina territoriale e dalla continuità assistenziale, radici primarie dell’affanno in cui spesso piombano le strutture ospedaliere per colmare le mancate risposte delle aziende provinciali, ma non può essere ignorato l’allarme acuto su particolari specialità professionali di cui non vi è disponibilità nonostante le autorizzazioni alle assunzioni: 118, pronto soccorso, anestesia e ortopedia, settori in cui si intrecciano le cause più evidenti di mancate risposte che riverberano poi su tutti i servizi, le cui soluzioni però vanno cercate in uno spettro più ampio che chiama in causa anche le scuole di specializzazione.
Le assunzioni sono importanti, non vi è dubbio, vanno fatte davvero, in tempi celeri e con metodi trasparenti e nessuna polemica può essere condivisibile, soprattutto se generata da necessità di intestazioni di merito. Insieme a queste però, ed altre che ancora servono per colmare il grave gap, è altrettanto necessaria una programmazione mirata dei servizi, tenendo conto dei bisogni di salute dei cittadini, misurando i tempi e le liste d’attesa, innanzitutto, ma prestando attenzione anche alla qualità delle prestazioni e questa responsabilità sta in capo alla politica ed alla struttura amministrativa regionale, il Dipartimento della Salute che deve essere efficiente,presente e dotato delle risorse adeguate. La continua querelle tra la gestione commissariale e la Giunta regionale ha di fatto creato un corto circuito nella gestione della sanità calabrese, dando la sensazione di una lotta di potere, a discapito dei cittadini.
La qualità delle prestazioni viene garantita dal personale che con grande sforzo, quotidianamente, cerca di fronteggiare le criticità del sistema,va attenzionato il rispetto del benessere degli operatori, i riposi, le ferie e va attivata una oculata organizzazione aziendale che colga il grido d’allarme dei lavoratori. La decisione di prevedere le assunzioni dei dirigenti delle professioni sanitarie, tema su cui la FP Cgil Calabria ha incalzato il Commissario, rappresenta un aspetto fondamentale per l’organizzazione e la gestione del personale che ovviamente ha necessità di intrecciarsi con una governance in cui tutti i livelli aziendali dialoghino.
La complessità aziendale richiede la piena sinergia di tutti i livelli e l’ascolto reciproco con l’obiettivo condiviso di fornire risposte di qualità.
Infine, riguardo l’accesso antimafia presso l’azienda Sanitaria di Reggio Calabria, auspichiamo che davvero, questa volta, possa sbloccare la vita di un’Azienda paralizzata negli anni da sacche di inefficienza spesso voluta ad arte.
Abbiamo ancora in mente le relazioni dei precedenti accessi antimafia con conseguente scioglimento delle Aziende di Locri e Reggio, distintamente prima dell’accorpamento. Vorremmo che questo accesso antimafia fosse risolutivo perché se l’ASP di Reggio è la peggiore d’Europa, non si riescono ad approvare i bilanci e molti sono i Commissari e i Direttori generali che hanno provato a governarla con scarso successo, forse il problema e le responsabilità stanno altrove e non basta solo individuarle, ma vanno estirpate, i cassetti vanno aperti e svuotati per sempre, ed i responsabili, tutti, devono dare conto alla legge ed ai cittadini calabresi".
Angelo Sposato - Segretario Generale Cgil Calabria
Alessandra Baldari - Segretaria Generale Fp Cgil Calabria