Coronavirus, tutti negativi i 40 tamponi analizzati al Grande ospedale metropolitano “di Reggio Calabria

Nessun nuovo positivo al coronavirus tra i 40 tamponi analizzati nel laboratorio del Grande Ospedale Metropolitano “Bianchi Melacrino Morelli” di Reggio Calabria.

A darne notizia è stata la direzione aziendale del nosocomio reggino che, tra l’altro, ha fatto sapere che nella propria struttura, allo stato, sono ricoverati 35 pazienti affetti da  covid-19.

In particolare, 32 si trovano in degenza ordinaria e tre in terapia intensiva.

Complessivamente i pazienti dimessi, perché guariti, sono 23.

Quelli deceduti, invece, sono 13 (altri due decessi sono stati registrati al di fuori dell’ospedale di Reggio Calabria).

Ferro (FdI) ritorna sulla vicenda del cartone usato per stabilizzare gli arti dei pazienti dell'ospedale di Reggio

“Secondo quanto riportato da un autorevole organo d’informazione calabrese, agli atti delle indagini dei Nas emergerebbe la piena consapevolezza del dg dell’ospedale metropolitano di Reggio Calabria rispetto all’utilizzo, in alcune occasioni, delle scatole di cartone per stabilizzare gli arti dei pazienti ortopedici. Inoltre, dalle conversazioni in chat acquisite dai militari in cui si commentavano le foto che poi hanno scandalizzato l’intero Paese, emergerebbe anche che chi guida l’azienda sapeva che questi sistemi a dir poco rudimentali si rendevano necessari a causa della carenza dei necessari presidi sanitari all’interno del pronto soccorso”.

È quanto afferma il deputato di Fratelli d’Italia Wanda Ferro, che ha presentato una interrogazione parlamentare sulla vicenda al ministro della Salute, chiedendo l’invio dell’attività ispettiva.

“Se i fatti non saranno smentiti - prosegue Wanda Ferro - dovrà chiedere scusa chi, anziché apprezzare il valore delle inchieste giornalistiche - che i buoni politici e i buoni amministratori considerano stimolo e supporto al proprio operato -  ha tentato di screditare anche sui social network il lavoro di un validissimo giornalista calabrese, ma anche chi si è reso responsabile di una grave attività di disinformazione, limitandosi a pubblicare il contenuto di qualche velina a cui ha tentato di dare un peso maggiore rispetto alle risultanze della attività di indagine giornalistica di chi si è cercato le notizie sul campo e le ha doverosamente e responsabilmente verificate. Purtroppo i cittadini soffrono sulla propria pelle le disfunzioni negli ospedali calabresi, e non può essere certo un'indegna campagna di denigrazione che può imbavagliare quella verità che alcuni giornalisti, quelli che non si accontentano di passare veline, sono bravi a ricercare e a raccontare”.

Fratture immobilizzate con cartone all'ospedale di Reggio Calabria, Colombo (Azione identitaria): "Infelice e drammatico coronamento di un sistema sanitario fallimentare"

Riceviamo e pubblichiamo

"La notizia delle ingessature ai pazienti, stabilizzate con cartone, dell’Ospedale di Reggio Calabria rappresenta l’infelice e drammatico coronamento di un sistema sanitario fallimentare ed il cui commissariamento non ha certo mitigato bensì peggiorato.

Purtroppo a farne le spese sono sempre e solo i pazienti che subiscono le dinamiche di questo settore sempre legate all’affarismo politico, all’arroganza, spesso, di direttori generali, che sono sempre più manager di loro stessi e che con il loro linguaggio ciarliero sfoggiano numeri e cifre che non trovano riscontro oggettivo nella realtà della reale situazione all’interno degli ospedali e, con fare demagogico, rimandano a futuri miglioramenti.

In occasione di un’altra vicenda vergognosa verificatasi in Calabria, precisamente nell’ospedale di Vibo Valentia circa due settimane fa, dove su un’anziana ultranovantenne si ritardava una operazione per la frattura del femore causa mancanza di anestesista, avevo chiesto la venuta urgente del ministro della sanità Grillo, per tastare con proprie mani e vedere coi suoi occhi, le condizioni dei nostri ospedali, dei reparti, i disagi degli ammalati e le difficoltà di medici ed infermieri, già in stato carente di personale nei reparti di Pronto Soccorso, con attese per i bisognosi, che si protraggono anche per sette-otto ore.

 A fronte di questa richiesta è giunto invece il sottosegretario alla Sanità, Fugatti, il quale ha fatto visita a qualche ospedale calabrese e clinica privata del territorio, dico troppo poco ancora per una regione come la Calabria che paga lo scotto più forte di politiche clientelari nella stessa Sanità con situazioni e uomini legati a doppio filo al mondo della politica, dove spesso si sacrificano eccellenze e medici davvero bravi che sono costretti armi e bagagli ad abbandonare le corsie dei nostri ospedali per recarsi altrove a svolgere la propria professione.

In Calabria la politica ha fallito: nel 2007 una Giunta regionale di centrosinistra con un maxiemendamento notturno ne cambiò l’assetto sanitario-organizzativo spazzando via la vecchia ripartizione territoriale delle ASL (ancora vigente anche nelle regioni del nord) e rimpiazzandola con le ASP (Aziende sanitarie provinciali).

 Al mattino seguente ci spiegarono, per bocca dell’allora assessore Lo Moro, che il vecchio sistema aveva portato debito ed andava sburocratizzato e snellito, poi invece ci ritrovammo con un commissariamento ed un disavanzano di cui oggi i numeri precisi non si conoscono ancora e tutti i tavoli di discussione in materia, dal Massici all’odierno Adduce, non ne sono venuti a capo.

Noi di Azione Identitaria chiediamo al Governo Nazionale di rivedere tutto il sistema sanitario in Calabria, la fine del commissariamento è salutare ma non basta, in quanto proprio da Roma devono rivedere i criteri di ripartizione del fondo sanitario nazionale destinato alle regioni, che per anni è stato attuato in maniera non omogenea tra nord e sud e con criteri che hanno fatto perdere alla Calabria diversi milioni di euro.

E’ fondamentale iniziare da questo perché, con le logiche del taglio e dei Piani di Rientro del debito, ci ritroviamo una sanità scadente che, dal momento che non è un prodotto commerciale che possiamo cambiare a nostro gusto, si ripercuote in maniera seria sull’utenza, tanti sono gli ammalati che meritano rispetto ed attenzione da parte di chi ci governa".

Igor Colombo -Coordinatore regionale Azione Identitaria Calabria

Fratture immobilizzate con cartone all'ospedale di Reggio Calabria, Enza Bruno Bossio (Pd): "La ricostruzione ci restituisce una verità diversa da quella emersa fino ad ora"

"Sappiamo che una delle prima vittima del "populismo" è stato Gesù e che il giudizio emotivo emette spesso e volentieri sentenze esecutive e inappellabili. Chi oggi ha aperto i giornali da Bolzano a Pozzallo ha visto foto e letto la notiza delle fratture contenute con cartone presso l'ospedale di Reggio Calabria che inevitabilmente hanno indignato l'opinione pubblica."

Così interviene la deputata del Pd Enza Bruno Bossio commentando: "Tantissimi miei colleghi mi hanno mandato messaggi chiedendomi cosa stesse accadendo. Da parlamentare calabrese ho chiesto chiarimenti circa gli accadimenti. Ebbene, dalle ricostruzioni effettuate dalla direzione generale dell’ospedale, si evince in maniera chiara come il caso sia in realtà di diversa entità. Un paziente si è presentato al Pronto soccorso con un trauma ad un arto e questi era stato immobilizzato con il cartone, sul luogo dell’incidente e non in ospedale. Qui, per evitare un peggioramento delle sue condizioni, il cartone è stato levato immediatamente dopo la radiografia e prima del ricovero. Non siamo, dunque, di fronte a un ospedale da terzo mondo e la ricostruzione fatta pubblicamente ci restituisce una verità ben diversa da quella emersa fino ad ora."

Conclude la deputata dem nella nota "Non pretendo di "smontare" la comunicazione emotiva, ma ho provato a mettermi nei panni dei medici e del personale sanitario che ha prestato servizio in questi casi. Comprendo l'amarezza e quanto sia difficile fare il proprio lavoro in queste condizioni. A chi legge non voglio far cambiare idea sull'accaduto e nemmeno criticare la legittima indignazione semplicemente far sorgere un dubbio, quel dubbio che possa portare a riflettere prima di condannare. Magari quello stesso dubbio avrebbe aiutato anche chi ha contributo a condannare Gesù."

Sanità in Calabria, per la Cgil "Le assunzioni non bastano"

Riceviamo e pubblichiamo

"Le assunzioni sono importanti, soprattutto in una terra affamata di lavoro e ancor di più quando riguardano il comparto Sanità, il settore più in sofferenza, deputato all’erogazione di un servizio che deve rispondere all’esigibilità di un diritto costituzionale di tutti i cittadini calabresi, vittime di una gestione inefficiente, in affanno per varie carenze, quando non collusa o addirittura sospettata di infiltrazioni criminali.

Quanto denunciato in queste ore rispetto alle modalità di cure erogate al pronto soccorso del Grande Ospedale Metropolitano di Reggio Calabria in caso di fratture, frutto comunque di necessità e abnegazione di quei medici che devono fronteggiare le emergenze senza alcun mezzo adeguato, se non fosse documentato da immagini, sarebbe incredibile in un Ospedale HUB che deve garantire l’emergenza in tutti i reparti h 24 e da la misura di quanto possa precipitare in basso una struttura che contemporaneamente ha punte elevatissime di eccellenza, proprio per carenza di personale.

E però, l’assistenza e la cura non sono vetrine in cui promuovere solo il marketing delle eccellenze, anche una banale frattura va curata con dignità perché ogni paziente ha diritto a cure immediate ed adeguate. 

Abbiamo stigmatizzato la chiusura e l’accorpamento di reparti negli ospedali Spoke della provincia dovuti alla carenza di personale, che creano gravissimi disagi ai cittadini, ma è inaccettabile la chiusura notturna di un reparto centrale a cui tutti gli altri presidi fanno riferimento, così come è scandalosa la mancanza di presidi sanitari adeguati presso il pronto soccorso, soprattutto a fronte della chiusura del reparto di riferimento.

Il comparto Sanità è appetibile, non solo perché gestisce il 70% del bilancio regionale, ma perché da sempre rappresenta la cifra della gestione di un potere a cui ci si piega nel momento di massima debolezza e bisogno per soddisfare il diritto all’assistenza e alla cura .

Prova ne sia il dibattito aspro che spesso si eleva tra gli attori che hanno ruoli istituzionali o interessi nella gestione del sistema sanitario regionale, non ultimo quello derivato a seguito dell’ultimo decreto commissariale che autorizza un numero ragguardevole di assunzioni, 1366, di varie figure nelle aziende sanitarie calabresi, che non risolve le gravi carenze di organico del Sistema sanitario regionale, ma che, insieme a quelle già precedentemente autorizzate, per un totale di circa 4000, da fiato alla criticità più acuta dei servizi generata dai nove anni di piano di rientro e conseguente blocco del turn over.

Le assunzioni, che riteniamo necessarie, sono state concertate tra Commissario e Responsabili delle Aziende. Questo presupposto dovrebbe garantire che le figure professionali individuate siano quelle che maggiormente necessitano per risollevare i servizi più in sofferenza. Su questo ci esprimeremo non appena avremo visionato, come OO.SS.  i piani di fabbisogno aziendali, al momento dobbiamo affidarci e credere nel buon senso e nelle capacità gestionali dei direttori generali.

Lo stesso affidamento, con molte perplessità, dovremmo nutrire riguardo al finanziamento di dette assunzioni; infatti, le risorse vanno attinte dai bilanci aziendali operando risparmi, come indicato nel DCA 154, quindi, auspichiamo che i risparmi siano operati abbattendo i costi di consulenze ed eventuali sprechi e frutto di una programmazione gestionale oculata, piuttosto che generati, come già accaduto per conseguire il pareggio del bilancio, dall’abbattimento di costi per forniture di presidi sanitari necessari, farmaci, manutenzioni indispensabili delle strumentazioni e quant’altro generando disservizi anche scandalosi.

Sono note a tutti le punte di criticità più acute, partendo dalla medicina territoriale e dalla continuità assistenziale, radici primarie dell’affanno in cui spesso piombano le strutture ospedaliere per colmare le mancate risposte delle aziende provinciali, ma non può essere ignorato l’allarme acuto su particolari specialità professionali di cui non vi è disponibilità nonostante le autorizzazioni alle assunzioni: 118, pronto soccorso, anestesia e ortopedia, settori in cui si intrecciano le cause più evidenti di mancate risposte che riverberano poi su tutti i servizi, le cui soluzioni però vanno cercate in uno spettro più ampio che chiama in causa anche le scuole di specializzazione.

Le assunzioni sono importanti, non vi è dubbio, vanno fatte davvero, in tempi celeri e con metodi trasparenti e nessuna polemica può essere condivisibile, soprattutto se generata da necessità di intestazioni di merito. Insieme a queste però, ed altre che ancora servono per colmare il grave gap, è altrettanto necessaria una programmazione mirata dei servizi, tenendo conto dei bisogni di salute dei cittadini, misurando i tempi e le liste d’attesa, innanzitutto, ma prestando attenzione anche alla qualità delle prestazioni e questa responsabilità sta in capo alla politica ed alla struttura amministrativa regionale, il Dipartimento della Salute che deve essere efficiente,presente e dotato delle risorse adeguate. La continua querelle tra la gestione commissariale e la Giunta regionale ha di fatto creato un corto circuito nella gestione della sanità calabrese, dando la sensazione di una lotta di potere, a discapito dei cittadini.

 La qualità delle prestazioni viene garantita dal personale che con grande sforzo, quotidianamente, cerca di fronteggiare le criticità del sistema,va attenzionato il rispetto del benessere degli operatori, i riposi, le ferie e va attivata una oculata organizzazione aziendale che colga il grido d’allarme dei lavoratori. La decisione di prevedere le assunzioni dei dirigenti delle professioni sanitarie, tema su cui la FP Cgil Calabria ha incalzato il Commissario, rappresenta un aspetto fondamentale per l’organizzazione e la gestione del personale che ovviamente ha necessità di intrecciarsi con una governance in cui tutti i livelli aziendali dialoghino.

La complessità aziendale richiede la piena sinergia di tutti i livelli e l’ascolto reciproco con l’obiettivo condiviso di fornire risposte di qualità.

Infine, riguardo l’accesso antimafia presso l’azienda Sanitaria di Reggio Calabria, auspichiamo che davvero, questa volta, possa sbloccare la vita di un’Azienda paralizzata negli anni da sacche di inefficienza spesso voluta ad arte.

Abbiamo ancora in mente le relazioni dei precedenti accessi antimafia con conseguente scioglimento delle Aziende di Locri e Reggio, distintamente prima dell’accorpamento. Vorremmo che questo accesso antimafia fosse risolutivo perché se l’ASP di Reggio è la peggiore d’Europa, non si riescono ad approvare i bilanci e molti sono i Commissari e i Direttori generali che hanno provato a governarla con scarso successo, forse il problema e le responsabilità stanno altrove e non basta solo individuarle, ma vanno estirpate, i cassetti vanno aperti e svuotati per sempre, ed i responsabili, tutti, devono dare conto alla legge ed ai cittadini calabresi".

Angelo Sposato - Segretario Generale Cgil Calabria 

Alessandra Baldari - Segretaria Generale Fp Cgil Calabria          

Fratture immobilizzate con cartone all'ospedale di Reggio Calabria, Ferro (FdI): "Non può esserci alcuna giustificazione ad una vicenda così grave"

"Le foto dei pazienti a cui nel pronto soccorso dell’ospedale di Reggio Calabria le fratture vengono steccate con le scatole di cartone dovrebbero fare arrossire di vergogna tutti coloro che, ad ogni livello, hanno la responsabilità di assicurare cure dignitose ai cittadini calabresi".

E' quanto afferma il vice capogruppo di Fratelli d'Italia alla Camera, Wanda Ferro, che prosegue: "Non può esserci alcuna giustificazione ad una vicenda così grave, che ha reso agli occhi dell’intero Paese l’ospedale della più popolosa città calabrese molto simile agli ospedali da campo delle località del terzo mondo o degli scenari di guerra, dove è comprensibile che si sia costretti ad utilizzare strumenti di fortuna per prestare soccorso ad un ferito o ad un traumatizzato. Meno comprensibile è che un grande ospedale italiano dopo le 20 si trasformi in un girone dantesco, in cui i medici si trovano costretti ad immobilizzare fratture e lussazioni con nastro adesivo e cartone. Si tratta dello stesso reparto inaugurato meno di due anni fa in pompa magna dall’ex ministro Beatrice Lorenzin. E’ incredibile che dopo la pubblicazione sulla stampa regionale e nazionale di quanto avviene a Reggio Calabria, non siano ancora arrivate le dimissioni dei vertici dell’azienda ospedaliera, e che la Regione si sia voltata dall’altra parte senza assumere i dovuti provvedimenti. Abbiamo più volte denunciato l’inefficacia del lavoro del Commissario alla Salute, e ancora oggi non comprendiamo perché il governo a guida Cinque Stelle non abbia ancora messo fine a questa esperienza, facendo seguire i fatti ai mesi e mesi di attacchi mediatici contro il commissario Scura. Ma la Regione, che governa nel concreto i presidi sanitari attraverso i direttori generali di propria nomina, non può nascondersi continuamente dietro il comodo alibi del Commissario, sottraendosi alle proprie responsabilità nella gestione degli ospedali. Comprendiamo le difficoltà che stanno incontrando le aziende sanitarie e ospedaliere nel reclutamento dei medici nei settori dell’ortopedia e nella traumatologia, ma ciò dovrebbe spingere ancor di più la Regione ad individuare gli strumenti idonei ad evitare il collasso dei reparti in cui si registra una carenza di personale. Soprattutto non è accettabile che un sistema sanitario che divora milioni di euro per gestioni non sempre oculate e trasparenti, cerchi di risparmiare non fornendo ai reparti gli strumenti e i presidi medico-sanitari necessari per assicurare una assistenza dignitosa ai pazienti". "Su quanto avvenuto nel pronto soccorso di Reggio Calabria - conclude Wanda Ferro - ho inviato una interrogazione al ministro della Salute, che auspico possa avviare immediatamente una attività ispettiva".

Tabaccaio ferito gravemente nel corso di una rapina a Reggio Calabria

Un tabaccaio è rimasto gravemente ferito nel corso di un tentativo di rapina compiuto nella serata di ieri nell'esercizio che l'uomo gestisce nel quartiere Gallico di Reggio Calabria.

La vittima sarebbe stata raggiunta da un colpo di pistola, vicino alla bocca. Una volta soccorso, l'uomo è stato portato negli Ospedali Riuniti. Le sue condizioni sarebbero gravi.

  • Published in Cronaca

Reggio C.: dà alla luce due gemelli e muore, la Procura apre un'inchiesta

La Procura della Repubblica di Reggio Calabria ha aperto un'inchiesta per accertare eventuali responsabilità nella morte di una 43enne deceduta ieri sera negli "Ospedali Riuniti". Nello stesso nosocomio, la donna aveva dato alla luce con un parto cesareo due gemelli. Ricoverata nel reparto di Ginecologia dell'ospedale reggino, lo scorso 3 giugno scorso per essere sottoposta a parto cesareo, la puerpera era stata dimessa dopo cinque giorni di degenza. Ritornata a casa, a distanza di qualche giorno, la signora è stata sottoposta da un nuovo ricovero culminato nella morte improvvisa avvenuta ieri sera. Secondo alcune indiscrezioni, il decesso sarebbe stato causato da un'emorragia. Dopo la denuncia presentata dai familiari della donna, che aveva altri due figli, la Procura della Repubblica ha aperto un'inchiesta. Nella giornata di domani dovrebbe avere luogo l'esame autoptico disposto dal pm di turno

 

Subscribe to this RSS feed