Operazione Stop Drugs: il Tribunale della libertà accoglie le istanze di riesame di altri tre indagati

Il Tribunale della libertà di Catanzaro ha accolto le istanze di riesame avanzate dall’avvocato Ettore Zagarese, difensore di Luigi Gustavo Pometti, e dall’avvocato Francesco Nicoletti, difensore di Giancarlo Pometti e di Mauro Salvatore Pometti. Nella giornata di ieri il Tribunale della libertà ha modificato e affievolito le misure cautelari nei confronti dei tre indagati, coinvolti nell’operazione denominata “Stop Drugs”, coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro e portata a termine lo scorso 26 ottobre dai carabinieri.

 

L’organo giudicante, sciogliendo la riserva dopo la discussione delle istanze di riesame, ha accolto le tesi sostenute dagli avvocati Ettore Zagarese e Francesco Nicoletti, procedendo alla modifica della misura di custodia cautelare in carcere con l’obbligo di dimora e di presentazione alla polizia giudiziaria per: Luigi Gustavo Pometti, 49 anni; Giancarlo Pometti, 39 anni; Mauro Salvatore Pometti, 39 anni.

Lo scorso 26 ottobre i carabinieri del Ros e del Comando provinciale di Catanzaro e i finanzieri del nucleo di polizia tributaria – Gico di Catanzaro avevano dato esecuzione a 13 ordinanze di custodia cautelare in carcere, emesse dal gip su richiesta della Dda di Catanzaro. Il tutto nell’ambito di due operazioni antidroga denominate “Stop Drugs” e “Piccoli passi” condotte rispettivamente dai carabinieri e dalla guardia di finanza.

L’attività di indagine coordinata dal procuratore distrettuale di Catanzaro, Nicola Gratteri, dal procuratore aggiunto nVincenzo Luberto e dal sostituto procuratore Saverio Vertuccio, che trae origine da un’altra operazione antimafia avviata nel 2009 dal Ros (operazione “Stop”) si è concentrata sulle attività della cosca Acri-Morfò nel settore degli stupefacenti.

Nel dettaglio, le due operazioni, condotte in sinergia dai due organi di polizia, hanno consentito agli inquirenti di individuare i canali di approvvigionamento del narcotico e definire le modalità di “smistamento” sul territorio.

 

'Ndrangheta: in corso l'operazione Sansone, fermate 26 persone

Dalle prime ora di questa mattina, i carabinieri del Ros e del Comando provinciale di Reggio Calabria stanno eseguendo un provvedimento di fermo emesso dalla Procura distrettuale antimafia nei confronti di 26 persone ritenute affiliata all’associazione ‘ndranghetista dei Condello di Reggio Calabria.

L’indagine degi militari dell’Arma ha permesso di ricostruire la rete dei fiancheggiatori del presunto capo mafia Domenico Condello, tratto in arresto nel 2012 dopo oltre 20 anni di latitanza e gli assetti delle cosche operanti nell’area metropolitana del capoluogo che esercitavano un’asfissiante pressione estorsiva sul territorio.

I dettagli dell’operazione saranno resi noti nel corso di una conferenza stampa in programma alle ore 11,00 di oggi, presso il Comando provinciale dei carabinieri di Reggio Calabria.

Operazione anti Isis a Roma, tre arresti

I carabinieri del Ros hanno effettuato, a Roma, un'importante operazione contro il terrorismo di matrice islamica. Due le ordinanze per associazione con finalità di terrorismo, una è stata notificata in carcere al macedone di 41 anni Vulnet Maqelara, alias Carlito Brigande, mentre l'altra è stata disposta a carico di un 29enne tunisino, Firas Barhoumi, un foreign fighter che attualmente si troverebbe in Iraq. Un altro macedone, il ventiseienne Abdula Kurtishi, evaso da un carcere del Paese balcanico ed in contatto con Brigante, è stato arrestato la scorsa notte nella Capitale con l'accusa di evasione e possesso di documenti falsi. L'inchiesta e` partita lo scorso novembre in seguito all'arresto di Carlito Brigande, ricercato dall'autorità giudiziaria macedone per reati contro la persona ed il patrimonio. Nel corso della perquisizione presso il suo domicilio i carabinieri scoprirono alcune lettere scritte in arabo,  nonche` materiale fotografico che faceva sospettare una sua adesione al radicalismo islamico. A questo punto e` entrato in scena il Ros, reparto dell'Arma specializzato nelle indagini antiterrorismo, che ha trovato riscontri importanti. Tra le altre cose, i carabinieri hanno scoperto l'esistenza di una fitta corrispondenza via chat tra Brigande e Firas Barhoumi. Il macedone, radicalizzato da Barhoumi durante un periodo di detenzione comune, tra la fine del 2014 e l'inizio del 2015, sarebbe stato in procinto di partire per medioriente per unirsi alle milizie del Isis. E Barhoumi, come emerge dalle conversazioni tra i due, si sarebbe offerto come volontario per compiere, sempre in Iraq, una missione suicida con un'autobomba contro gli "infedeli". "Prendo una macchina con l'esplosivo dentro per fare un'operazione contro i 'kuffar' (miscredenti)". E' questo uno dei messaggi vocali, in italiano, rintracciati dai carabinieri del Ros che il tunisino Firas Barhoumi, foreign fighter che si trovava in Iraq, manda al macedone Carlito Brigande, in Italia, in procinto per partire per il teatro di guerra iracheno dove si sarebbe unito - secondo l'accusa - ai terroristi dell'Isis.

 

'Ndrangheta e traffico di droga: 57 arresti in un'operazione di Carabinieri e Polizia

In un'operazione congiunta effettuata stamane da Carabinieri e Polizia, sono stati eseguiti cinquantasette arresti. I reati contestati ai soggetti finiti in manette tra Reggio Calabria e Roma vanno dall'associazione a delinquere di stampo mafioso, alla detenzione abusiva di armi ed al traffico internazionale di droga e detenzione abusiva di armi, aggravati dalla transnazionalità dei crimini addebitati. I magistrati reggini avrebbero focalizzato la loro attenzione sul flusso delle sostanze stupefacenti gestito da clan operanti nell'area di Locri, i clan Aquino-Coluccio e Commisso-Crupi. I colleghi romani, invece, hanno canalizzato i loro sforzi nell'individuazione di distributori e spacciatori. Federico Cafiero De Raho, capo della Procura di Reggio Calabria, ha dichiarato  che "si tratta di un'operazione storica perché è stata colpita una 'ndrangheta elitaria. "I particolari dell'inchiesta saranno illustrati nel corso di un incontro con i giornalisti, presenti i responsabili del Servizio centrale operativo, del Raggruppamento operativo speciale e Franco Roberti, Procuratore nazionale antimafia. 

 

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