Serra al Centro: "L’entroterra torni centrale nella politica sanitaria dell’Asp di Vibo Valentia"
- Published in Politica
“E’ davvero curioso come il Commissario dell’Asp di Vibo Valentia, Giuseppe Giuliano, anziché pensare a come sollevare le sorti di un diritto come quello alla salute che, ovunque, sul territorio vibonese manca delle più elementari forme di garanzia, si adoperi invece per bandire concorsi amministrativi con tre dirigenti in più rispetto ai sei originariamente previsti dal piano del fabbisogno relativo al 2022. Tale operazione va nella direzione opposta rispetto al principio del buon andamento della Pubblica Amministrazione, soprattutto tenendo in considerazione un aggravio di spese per le casse pubbliche, che dovrebbero essere destinate al diritto sanitario propriamente detto. Le scelte inopportune del Commissario non si ripercuotono solo sul personale sanitario, ma stanno causando caos organizzativo anche sui servizi distrettuali; un esempio lampante è il conferimento di un incarico ad un dirigente medico presso l'Unità di Valutazione Multimediale a Vibo Valentia. Tale incarico, ha di fatto sottratto la figura medica dal servizio protesico del distretto di Serra San Bruno senza sostituirla, il risultato di detta operazione è che i cittadini del comprensorio delle Serre, per l'erogazione della prestazione in oggetto sono costretti a recarsi a Vibo. Carenze di personale medico, infermieristico, sanitario di ogni tipo, rendono gli ospedali di Serra e del Vibonese dei vuoti sarcofaghi che non soltanto non riescono a dare risposte ai bisogni sanitari della popolazione, ma proprio a causa della precarietà di personale e strumenti diagnostici possono, al contrario, diventare “pericolose perdite di tempo prezioso”. E si sa, in sanità, la tempestività molte volte segna il confine tra la vita e la morte. Ma tutto ciò non basta e si continua imperterriti su una strada che sta portando allo sfascio quello che è rimasto della sanità pubblica nella provincia di Vibo Valentia. Esempio emblematico è l’ospedale di Serra San Bruno con delle sale operatorie rimesse a nuovo per poi lasciarle cadere in disuso, dopo un breve periodo di tempo in cui hanno garantito interventi chirurgici, anche di una certa portata. Come il reparto di diagnostica per immagini, un tempo il fiore all’occhiello del nosocomio “San Bruno” ed ormai ridotto alla telemedicina. E ciliegina sulla torta, risulta l’istituzione della Casa di comunità nel grembo della struttura ospedaliera, con l'intento di svuotarlo dall’interno, creando artificialmente un doppione per avere poi il pretesto di chiudere l’ospedale reale. Tutte cose che la popolazione deve conoscere per agire con maggiore consapevolezza nei momenti della protesta, quando al diritto alla salute si contrappone una politica sanitaria praticamente inesistente, ed il diritto a stare bene si contrasta necessariamente con scelte amministrative scellerate come quelle appena descritte. Infine, per completezza ci teniamo altresì a ribadire, con estrema determinazione, il bisogno di riattivare tutti i servizi relativi alle prestazioni di esenzione ticket per chi ne ha diritto”.
E’ quanto scrivono, in una nota, i componenti del movimento “Serra al centro”: Giuseppe Zangari, Bruno Iovine, Gregorio De Caria e Salvatore Censore.
“Continua l’abbandono dei cittadini montani da parte dell’Asp di Vibo Valentia che sfratta gli abitanti dei centri delle Serre del loro diritto alla salute. Non soltanto presso la città di Serra San Bruno non è più in servizio l'ufficio protocollo con la conseguenza che per ufficializzare la presentazione di documenti bisogna andare a Vibo Valentia, ma mancano i farmacisti all'ospedale nonostante l'Azienda ne ha 12 in organico. Per non parlare dei fisioterapisti che nelle intenzioni del management sanitario vibonese avrebbero dovuto essere 6 e invece ne sono arrivati 2, prontamente indirizzati presso il reparto di medicina nonostante nel reparto di fisioterapia ci siano lunghe liste d’attesa”.
E’ quanto scrivono, in una nota, Nency Rachele, Cosimina Pisani e Maria Rosaria Franzè.
“Dopo le nostre denunce – aggiungono le componenti del gruppo "Serra al Centro" - l’Asp ha provveduto a recapitare presso il nosocomio serrese un’ambulanza usata che allo stato non risulta adeguata viste le mille difficoltà dei territori da raggiungere. Con il pensionamento del cardiologo che garantiva il servizio di cardiologia è stato inviato uno specialista che non ha l'ecografo per fare l'ecocardiogramma perché si trova al distretto; anche l’endocrinologo non può fare ecografie. Noi di Serra al centro continuiamo a denunciare le carenze anche dei servizi più semplici perché è da questi che si potrebbe partire per migliorare e integrare le mancanze. Continueremo a vigilare affinché il diritto alla salute nell’entroterra vibonese trovi il giusto riconoscimento sul territorio così come lo ha trovato nella Carta costituzionale che lo ha elevato a diritto individuale ed interesse della collettività. Ma di tutto questo – conclude la nota - il management sanitario vibonese e il commissario dell’Asp di Vibo Valentia, Giuseppe Giuliano, sembrano dimenticarsene quotidianamente".
"Oggi abbiamo manifestato per dire ancora una volta no alla Casa di comunità all’interno dell’ospedale San Bruno e per la difesa di servizi sanitari efficienti. Lo continuiamo a dire da mesi, da quando c’erano già i segnali che lasciavano presagire l’ennesimo depotenziamento dell’unico ospedale presente nel comprensorio montano delle Serre vibonesi. Tutto questo perché la Casa di comunità nel corpo del nosocomio significa il suo smantellamento dall’interno. L’istituzione di queste nuove strutture dovrebbe rappresentare un “filtro” territoriale – quindi devono stare sul territorio – per evitare un imbuto caratterizzato da accessi impropri al pronto soccorso. Dovrebbero, quindi, lavorare in sinergia con la medicina territoriale, i medici di famiglia, onde evitare che pazienti cronici finiscano in ospedale".
E' quanto si legge in un nota del movimento "Serra al centro".
"Senza contare - prosegue il comunicato - che occupare spazi che potrebbero servire per un reale potenziamento della struttura e che invece vengono utilizzati per la medicina territoriale è solo il pretesto per chiudere le saracinesche alla sanità pubblica nell’entroterra vibonese in favore di altri lidi. Altrimenti non si comprende perché dopo incontri interlocutori, riunioni infinite, promesse rimaste tali, l’Asp di Vibo Valentia continua a disinteressarsi dell’ospedale. Lo dimostrano i fatti: come mai non è stata inviata una nuova ambulanza anche per il nosocomio di Serra? Perché non è stato attivato il reparto di lungodegenza? Sono dei segnali che avrebbero fatto percepire alla popolazione montana un cambio di rotta della politica sanitaria vibonese e che invece sono solo alcuni degli interrogativi che confermano la mancanza di volontà del management sanitario vibonese di occuparsi dell’ospedale. Noi, come Serra al centro, continueremo ad essere delle sentinelle, a vigilare sul diritto alla salute affinchè, con la sinergia di tutti, venga reso effettivo ciò che oggi ci viene negato".