Serra: mancata stabilizzazione dei lavoratori Lpu, lo Slai cobas sul piede di guerra
Serra San Bruno - In vista della scadenza – prevista per il 31 marzo prossimo - del contratto dei Lavoratori di pubblica utilità in forza al Comune di Serra San Bruno, lo Slai cobas ha inviato agli enti interessati una comunicazione di diffida e messa in mora.
Nella missiva, il sindacato chiede “l'immediata stabilizzazione” dei lavoratori i quali “dopo un servizio di oltre vent'anni e dopo un percorso lavorativo particolarmente accidentato e sofferto, rischiano ora seriamente di rimanere fuori dal circuito lavorativo con possibilità pressoché nulle di ricollocamento occupazionale”.
“Per questi motivi – prosegue la lettera - chiediamo l'immediata stabilizzazione di tutti i lavoratori nostri assistiti che ne abbiano diritto, chiedendo di essere informati con tempestività dello stato dell'arte che, comunque, purtroppo, ad oggi sembra ben lungi dall'arrivare a compimento. In caso contrario, tutti i lavoratori accompagnati dalle loro famiglie, che insieme a loro stanno vivendo con grande ansia e preoccupazione questo momento, indiranno un sit-in di protesta permanente innanzi alla sede comunale al fine di sensibilizzare verso la loro situazione chi doveva e poteva fare e, fino ad ora, non ha invece fatto. Sarebbe veramente paradossale che, in un momento come quello che stiamo vivendo in cui addirittura i licenziamenti vengono bloccati per legge, a perdere il lavoro per l'inefficienza e l'inerzia di qualcuno fossero proprio lavoratori di P.U. di Serra San Bruno proprio quando ormai pensavano di poter mettere la parola fine al loro calvario lavorativo e alle incertezze sul proprio futuro che li accompagnano da oltre vent'anni”.
Contestualmente, il sindacato “coglie l'occasione per protestare anche contro l'incomprensibile riduzione di ore - 18 ore settimanali - con cui sono stati stabilizzati gli L.S.U. e con cui, se mai ciò avverrà, verranno stabilizzati i lavoratori di P.U. laddove da anni gli stessi risultano assunti a 30 ore settimanali prima ed a 26 ore sempre settimanali poi. A parte gli ovvi interrogativi su come potranno i servizi comunali e le attività cui gli stessi sono adibiti essere svolti in maniera adeguata alle necessità della collettività con un così ridotto numero di ore lavorate, si sottolinea come la drastica riduzione della retribuzione che gli stessi andranno a percepire - non più di € 600,00/700,00 mensili - risulta assolutamente inadeguato a garantire a loro e alle loro famiglie (essendo la maggior parte coniugati con figli a carico) un'esistenza libera e dignitosa per come previsto dalla nostra Carta Costituzionale. Basti pensare al fatto che i soggetti che possono usufruire del reddito di cittadinanza, e quindi persone prive di occupazione, finirebbero con il poter contare mensilmente su risorse economiche superiori a questi lavoratori che invece un'occupazione ce l'hanno”.
Infine, i rappresentanti del Cobas segnalano: “che tutti, L.P.U. e L.S.U., ormai da tre mesi non percepiscono alcuna retribuzione, a tanto ammontando ormai il ritardo nei pagamenti accumulato da tale Amministrazione. Anche in relazione a tale ultima rivendicazione, pertanto, in mancanza di pagamenti immediati o nel caso in cui non arrivassero riscontri positivi o notizie certe sulle tempistiche di pagamento inevitabilmente brevi, i lavoratori, trascorsi 7 giorni dal ricevimento della presente, protesteranno innanzi alla sede comunale o regionale per dar voce alla propria indignazione ed al proprio disagio”.
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