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Tassone incontra i cittadini di Bivona e Vibo Marina: “Carenza idrica insopportabile, presenterò un’interrogazione per individuare una soluzione”

Questa mattina il consigliere regionale Luigi Tassone, accompagnato dal segretario cittadino del Pd Francesco Colelli, dal consigliere comunale Stefano Soriano e dal dirigente del partito Gernando Marasco, ha incontrato una delegazione di residenti di Bivona e Vibo Marina.

“I cittadini – ha spiegato Tassone a margine dell’incontro – hanno lamentato come, nonostante la rassicurazioni ricevute, diverse vie siano ancora prive di acqua e ciò è motivo di grandi disagi. Inoltre, diversi operatori del settore turistico hanno evidenziato come, a causa della carenza idrica, siano stati costretti a limitare o addirittura chiudere le proprie attività. Al danno materiale si somma quindi quello economico e d’immagine. È evidente che questa insopportabile situazione non può andare avanti e che vanno adottati interventi decisi”.

“È pure emerso – ha aggiunto Tassone – che, fermi restando i problemi della rete idrica, i cittadini si siano confrontati con le Istituzioni locali non trovando risposte sulla precise origini della situazione. Stante la competenza comunale, ma vista la portata della problematica e gli effetti sul sistema turistico, ho deciso di presentare nei prossimi giorni un’interrogazione rivolta all’assessore regionale competente per individuare i motivi specifici delle criticità e per capire, con il coinvolgimento attivo di Sorical, quali siano le azioni più opportune da mettere in pratica nel breve e nel medio-lungo periodo. Va poi verificata la quantità d’acqua immessa nella rete comunale e, nel caso di immissione e pressione regolari, vanno ricercati e risolti i guasti. Sicuramente – conclude Tassone – i cittadini non possono continuare a vivere in questo stato. Ascoltare la loro amarezza e trovare delle soluzioni è un dovere per i rappresentanti istituzionali, che, secondo le rispettive competenze, devono dimostrare presenza ed incisività”.

Serra. Manca l'acqua nei rubinetti delle case di Spinetto

Entra nel vivo la stagione estiva e cominciano ad essere i primi disagi legati alla regolare distribuzione dell'acqua nelle case di Serra San Bruno. Nella giornata odierna sono i cittadini residenti nella popolosa zona di Spinetto a lamentare l'assenza di acqua corrente nei rubinetti. In particolare, ad essere interessati dal disservizio sono i residenti in via Catanzaro, in via Serra dei Monaci ed in via Giuseppe Maria Pisani. 

Reggio (senz'acqua) affonda nel mare di propaganda: #nonseitulamiacittà

I giorni trascorrono inesorabili e s'ingrossano diventando settimane, mesi. Un fiume che, iniziata la sua corsa dalla fonte della propaganda d'accatto, si è riempito e rischia di tracimare oltrepassando gli argini della pazienza. A Reggio Calabria i rubinetti sono insensibili ai cambi di stagione si ribellano con fiera ostinazione alle magnifiche sorti e progressive dell'Amministrazione Falcomatà ed hanno stabilito, unilateralmente, che la cronica incapacità di erogare un servizio primario, quale quello idrico, è ampiamente sufficiente per qualificare l'azione di una squadra di governo che sguazza con incoscienza nel mare magnum dell'inadeguatezza. E' il Terzo Millennio, bellezza e, se, a distanza di quasi due anni dall'insediamento, il "Sommo Sacerdote della Svolta" non è in grado di affastellare una qualsivoglia azione organizzata finalizzata a comunicare al "pueblo" che a tale ora di tale giorno di acqua non ne scorrerà, scompare, assieme al prezioso liquido, la necessità di porsi domande in merito all'esistenza, o meno, delle concrete abilità da esibire nella gestione di un Ente sedicente Metropolitano. Un'istantanea che regala in maniera plastica  l'immagine del livello apicale di irresponsabilità di chi, ignorando colpevolmente i pesantissimi limiti di cui è portatore, insiste e persiste nell'attività di vendita di fumo a buon mercato. Vero è che quello stesso "pueblo", non potendo aprire i rubinetti, potrebbe almeno spalancare gli occhi e riappropriarsi di quella coscienza sovrana fissata alla base della condivisione di un destino collettivo. Sarebbe un punto di partenza utile per pretendere, finalmente, che anche Reggio Calabria inizi a godere di uno standard di servizi tali da collocarla in un range di civiltà dal quale è, al momento, distante anni luce. Prorompere in noiose giaculatorie sui social non esenta, infatti, il cittadino da quell'imperativo morale che gli impone di non essere asservito all'ignavia. E a nulla valgono le patetiche giustificazioni che tutto riportano alla mai ultimata diga del Menta, perché quella stessa opinione pubblica potrebbe anche accontentarsi, e già sarebbe gravissimo, di essere semplicemente informata in tempo reale e, dunque, rispettata. E, invece, come nulla fosse, si preferisce sopravvivere "sempre senza disturbare, che non si sa mai". D'altra parte, il rapporto che (s)lega amministratori ed amministrati è tra le testimonianze più nitide della "Sindrome di Stoccolma": soggetti prostrati psicologicamente ai piedi dei propri aguzzini. Quando è stata smarrita la saggezza, quando latita una visione (presente e futura), quando è invisibile l'abilità politica di piazzare, con decisione, al centro del tavolo le esigenze fondamentali di una comunità, percepite e reali, non è la Politica il luogo ideale per lasciare sfogare il proprio Ego. L'esito, inevitabile, prodotto dall'assenza di una guida, è quello che conduce dritti alla reciproca dichiarazione di guerra fra coloro che abitano in periferia e quelli che risiedono nel cuore della città. L'ennesimo elemento disgregante dei meccanismi che regolano una ordinata vita sociale. Resi schiavi dalla mancanza, improvvisa, di acqua, succubi dell'inazione, servi della presunta ineluttabilità. Destreggiarsi fra mille e più tormenti: è questa la principale occupazione quotidiana del reggino che, oppresso dagli eventi, è spinto a spellarsi le mani per i "fuoriclasse" efficienti al punto, addirittura, da essere riusciti a far arrivare in città i nuovi cestini. Passaggi epocali che meritano di essere resi immortali dal selfie d'ordinanza, da scattare, però, con rapidità, perché è indispensabile correre a casa per lavarsi prima che vada via l'acqua. 

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A Vibo manca l'acqua: le proposte del consigliere Russo (PD)

"Acqua bene primario sì, ma non a Vibo Valentia". L'amara constatazione è contenuta in una nota trasmessa da Giovanni Russo, consigliere comunale del Partito Democratico. "In questi ultimi 15-20 giorni praticamente - rimarca l'esponente PD -  i vibonesi hanno visto i propri rubinetti a secco. Ancora una volta i cittadini di Vibo sono rimasti senz’acqua. Ormai da diversi giorni, soprattutto gli abitanti della parte alta della nostra città devono fare i conti con l’assenza di acqua e questa situazione sta creando un forte disagio. Quel che è peggio, nessuno ha avuto la delicatezza di comunicare tale disservizio. Nessuna comunicazione sul sito istituzionale del Comune, niente di niente.  Mi preme evidenziare non solo la mancanza di comunicazione, ma anche e soprattutto un servizio di autobotti che potrebbe attenuare il disagio. Ma purtroppo, pur essendo nel 2015, il nostro Comune non è fornito di alcun piano di Protezione Civile che preveda ciò. Ricordo a me stesso, inoltre che l’erogazione pubblica dell’acqua è un livello essenziale di prestazione che la Pubblica Amministrazione è tenuta a garantire secondo quanto previsto dall’art. 117 della Costituzione, al pari di altri livelli essenziali di prestazione. La mancanza di comunicazione, la carenza da parte degli uffici competenti e la disorganizzazione per ciò che riguarda le risposte ai cittadini sono, anch’esse, violazioni di specifici obblighi di trasparenza da parte della Pubblica Amministrazione". "Questo il sindaco Costa e i suoi collaboratori dovrebbe saperlo". "Si avvii un costante monitoraggio delle situazioni di criticità - propone Russo - di concerto con il soggetto gestore della condotta di adduzione, e dal canto suo si adoperi a  potenziare gli uffici e attivi un servizio di pronto intervento h 24. Mi permetto di fare queste proposte anche perché, negli anni scorsi è stato approvato all’unanimità dal consiglio la carta del servizio idrico integrato  che mira tra le altre cose a fissare, attraverso alcuni articoli, dei parametri ben precisi  inerenti la qualità del servizio che il Comune è chiamato ad erogare coerentemente con i principi di efficacia ed efficienza. In particolare ricordo i  criteri riguardanti le caratteristiche chimico fisiche dell’acqua(sic!!) , una portata di esercizio e una pressione minima e massima. Tutti criteri che una volta stabiliti dall’ufficio tecnico del comune dovranno essere garantiti ai cittadini vibonesi, pena la richiesta di indennizzo( pure previsto in apposito articolo)". "Mi appello dunque al sindaco Costa - chiude il consigliere comunale - affinché prenda posizione in merito e dia risposte concrete ai cittadini che ormai sono esasperati.

 

Destra per Reggio pressa: "L'acqua nei rubinetti è ormai un'eccezione"

"Non vi è dubbio che quello della carenza idrica sia un problema annoso e di grave disagio per il territorio reggino, acuito durante la stagione estiva e rispetto al quale il reclamo di centinaia di residenti non trova risposta o chiarimento da parte dell'amministrazione comunale". A lanciare l'allarme è Maria Grazia Cuzzola, componente del Coordinamento territoriale di Destra per Reggio. "Il problema, peraltro, risulta gravoso anche in zone del centro storico -sottolinea Cuzzola - dove la mancanza dell'acqua non era mai stata registrata come un problema perdurante. Non è semplice gestire un territorio vasto come quello reggino ma, di certo, non sono i proclami o le dichiarazioni improvvisate il modo adeguato per dimostrare senso di responsabilità rispetto ad un problema, quello dell'acqua nelle case, che è un diritto reclamato a gran voce dagli utenti, anche in considerazione dell'aumento spropositato delle bollette dell'utenza idrica. Per risultare attenti e concreti sarebbe opportuno che gli amministratori in carica chiarissero quale piano, sin dall'inizio della stagione estiva, abbiamo messo in campo, essendo il Comune già dotato di vari strumenti che avrebbero consentito, quantomeno, di limitare il disagio e gestire con correttezza e trasparenza la situazione. La città negli anni, infatti, è stata dotata di una nuova rete di fornitura idrica, continuando sino al 2012 con i lavori per gli allacci delle abitazioni alla infrastruttura funzionante; tale azioni consentiva di dismettere l'apporto delle vecchie reti limitando lo spreco delle perdite idriche. Non meno importante, in una logica di gestione dell’acqua, va considerata la centrale di Telecontrollo, attivata già dal 2009 e resa funzionante quale impianto di controllo e manovra delle reti e dei nuovi pozzi. Ma, nel quotidiano, le famiglie reggine a chi possono segnalare i disagi? Non risulta in funzione il numero verde dedicato ed attivato proprio per avere un quadro completo delle criticità ed utile anche per fornire ai cittadini sia la prova della segnalazione telefonica che informazioni aggiornate sui possibili tempi di intervento tecnico. Nulla di tutto questo, si registrano silenzi durante i giorni lavorativi per mancanza di risposta, che diviene assordante nei giorni festivi con il Comune chiuso e quindi assente giustificato". "Ed ancora, che fine ha fatto - si chiede la rappresentante di Destra per Reggio - il sistema automatizzato che dalle circoscrizioni inoltrava le segnalazioni direttamente agli uffici competenti con tanto di tracciabilità e , quindi, responsabilità da parte dei tecnici? Nessuno adduca le solite scuse della mancanza di fondi, non ci crede più nessuno a parte i detrattori mestieranti, le misure sopra indicate erano state tutte concepite a costo zero ed a gestione interna agli uffici comunali. Per le soluzioni epocali torna all’attenzione la diga del Menta, opera che, a parte le citazioni di amministratori comunali carenti di argomenti concreti, risolverebbe il problema dell'approvvigionamento dalla fonte; anche per questo progetto ambizioso un percorso era sul tavolo della Politica prima dell'avvento commissariale, per trovare una soluzione funzionale al completamento del canale di adduzione delle acque alla Città con un intervento diretto del Comune d'intesa con la Regione. Naturalmente di tutto questo non si è parlato in questa stagione di “svolta”, colorata soltanto da qualche dichiarazione su presunti sabotaggi e senza alcun riferimento ad un piano di gestione dell’emergenza idrica estiva; nessuna traccia di concretezza, dimostrando come, anche nella quotidianità, gli ospiti di palazzo San Giorgio siano distanti dal vissuto ma, soprattutto, lontani da una qualsivoglia pianificazione strategica per il funzionamento della Città. Rimane la riflessione colorata di alcuni cittadini che stamane commentavano: la mancanza è diventata la regola l'acqua nei rubinetti un'eccezione.

 

Manomesso l'impianto di Condera: lunedì disservizi idrici a Reggio

"A causa di una manomissione e del furto di cavi di rame all’interno dell’impianto di rilancio per il serbatoio collocato a Condera, frazione di Reggio Calabria,   domani, lunedì 24 agosto, vi saranno disservizi idrici nelle zone: Sant’Anna, Reggio Campi, Spirito Santo, San Cristoforo e Condera. Prontamente intervenuti, i tecnici comunali sono già al lavoro per ripristinare il guasto il prima possibile". A darne notizia il consigliere comunale Paolo Brunetti, delegato alla manutenzione idrica ed alla fognatura.

 

Reggini come nel deserto: anche per loro l'acqua è un miraggio

E' il Terzo Mondo, ci perdonino i lettori per l'utilizzo di un'espressione fin troppo abusata quando si tratta di descrivere le condizioni inqualificabili in cui versano i servizi in Calabria, ma continua ad essere quella che meglio rende l'idea dello stato pietoso patito a causa dell'incapacità endemica della classe politica e per l'irresponsabile indolenza dell'opinione pubblica. Un caso paradigmatico è costituito dalla cronica assenza di acqua che sgorga dai rubinetti, soprattutto nella stagione estiva. In paesi e città della nostra regione un problema di gravità abnorme per il quale la popolazione avrebbe dovuto, già nei decenni scorsi, mollare tutto, paralizzare la quotidianità di un qualsiasi centro sottomesso a questo dramma e protestare platealmente contro i responsabili. Eventi che si sarebbe dovuto susseguire in un mondo perfetto, ma non in Calabria, dove, invece, si preferisce l'inchino riverente al culto dello sterile lamento. Un esercizio da ripetere prostrandosi servilmente, davanti all'incompetente amministratore pubblico, artefice massimo della sua sofferenza. Prendete ad esempio Reggio Calabria, luogo più popoloso della regione: in centro come in periferia, i rubinetti sono a secco, in alcune zone anche per l'intera giornata. Una saggia e responsabile conduzione della cosa pubblica avrebbe obbligato gli amministratori a porre la questione come priorità assoluta perché la presenza, o meno, del prezioso liquido, costituisce la testimonianza più fedele, per tutto quello che esso implica anche in termini simbolici, del grado di civiltà di una comunità. Il combinato disposto fra mancata erogazione idrica e strade insozzate da rifiuti di ogni genere crea un effetto esplosivo per chiunque abbia, anche solo per una volta nella vita, provato ad avventurarsi nelle lande "lontane" raggiunte dalla civiltà. Eppure, l'unico effetto prodotto da una situazione simile, che non ha alcuna giustificazione che tenga, è la deflagrazione sui social network di una guerra fra poveri, proprio come accade nei succitati Paesi africani. Gli abitanti delle aree periferiche imputano a quelli che risiedono nel cuore di Reggio di essersi sempre disinteressati al dramma che essi vivono da tempo immemorabile, salvo accorgersi di cosa significhi essere costretti a vivere senz'acqua soltanto quando l'interruzione del flusso idrico ha cominciato a riguardare anche le abitazioni del centro storico. A nulla valgono le repliche dei "nuovi sofferenti" che rispondono sostenendo, legittimamente, che, se la sensibilizzazione popolare in merito alla immane criticità di cui è vittima la popolazione, fosse stata avviata in illo tempore, magari oggi, nel 2015, la massa di persone rese schiave dall'invisibilità dell'acqua non si sarebbe infoltita così tanto. E' superfluo sottolineare che soltanto in circostanze sporadiche l'Amministrazione ritiene opportuno avvisare la cittadinanza della "improvvisa" presenza dei cosiddetti disservizi idrici, ma, del resto, vista la frequenza quotidiana, quale sarebbe la comunicazione da inoltrare alla popolazione? Qualche volta può capitare che, trascorse diverse ore dal momento in cui si è registrato un fantomatico guasto o comunque sia stata bloccata l'erogazione idrica, qualcuno si svegli dal torpore e verghi una frasetta di circostanza per annunciare ciò che, purtroppo sulla propria pelle, è già noto. Eppure, all'alba dell'Amministrazione Falcomatà era sembrato che la speranza di non essere trattati da sudditi potesse essere alimentata da un approccio in grado di porsi in sintonia con i tormenti della cittadinanza. in realtà un servizio così importante per il benessere di una comunità continua ad essere sacrificato sull'altare della superficialità e dell'indifferenza,ed un bene fondamentale diventa un miraggio di cui poter godere a singhiozzo. Non è decoroso che migliaia di persone nel terzo millennio debbano impegnarsi nella quotidiana raccolta dell'acqua da utilizzare per tutte le esigenze primarie, previo pagamento del pingue canone destinato a dare un pallido colorito alle esangui casse di Palazzo San Giorgio. Da giorni il numero di reggini che devono sopportare questa imbarazzante condizione sono aumentati a dismisura a causa della presunta rottura che avrebbe interessato un impianto di dissalazione. L'aspetto curioso della vicenda è che chiunque, fra i cittadini di Reggio, non si è mai accorto dei benefici prodotti dalla struttura, vista la qualità ed il sapore dell'agognato liquido che sgorga nelle condotte. Sia chiaro a tutti: un diritto primario alla mercé dell'inadeguatezza amministrativa e burocratica altro non è se non la cartina di tornasole di una organizzazione sociale malata. 

Russo (PD) accusa: "Vibo Marina senz'acqua per l'improvvisazione dell'Amministrazione Costa"

"Ci risiamo, solo pochi giorni e il Gruppo di Forza Italia torna a smentire la giunta Costa anzi, smentisce l’assessore di proprio riferimento, l’architetto Francesco Alessandria, assessore ai Lavori pubblici che - scrive in una nota Giovanni Russo, consigliere comunale del Partito Democratico -  in data 28 luglio 2015 aveva risposto ad una precisa interrogazione del gruppo del PD in seno al Consiglio comunale riguardo la riduzione di portata dell’acqua a Vibo Marina. In tale circostanza infatti l’assessore Alesssandria riportava che:” non risulta alcuna riduzione di portata è stata effettuata dalla SORICAL rispetto al periodo invernale, così come peraltro comunicato alla Prefettura dalla stessa società con nota del 15/07/2015”, inoltre sempre l’assessore al ramo riferiva, per iscritto, che :” attualmente non si rileva alcun disagio o disservizio e le criticità lamentate alla data dell’interrogazione sarebbero adducibili ad allacci privati vetusti risalenti agli anni sessanta”. Insomma, a pochi mesi dall’insediamento dell’Amministrazione Costa, la mano destra non sa già cosa fa la sinistra ed ecco allora che la Giunta assume una posizione e i consiglieri di maggioranza una ben diversa. Purtroppo però ancora una volta a pagare la solita improvvisazione sono i cittadini di Vibo Marina, che si vedono costretti a fare a meno di un servizio essenziale: l’acqua". "Non devono cadere nel vuoto - sostiene l'esponente del PD - le affermazioni fatte a mezzo stampa del consigliere di maggioranza Lorenzo Lombardo, poiché la mancanza di monitoraggio dei serbatoi a cui fa espressamente riferimento non è assolutamente concepibile.  Ritengo infatti che soprattutto il serbatoio Longobardi vada attentamente monitorato, ovviamente affinché sia garantita la portata necessaria per Vibo Marina, ma anche perché in passato proprio da quel serbatoio fu immessa in rete acqua con carburanti. Situazione da cui scaturì l’ordinanza di non potabilità n. 41 del maggio 2011 ancora vigente. Se si vuole realmente risolvere tale problematica che con sistematicità si presenta ogni anno, si deve attuare un monitoraggio serio di tutti i serbatoi presenti in città, anche quelli che attualmente sono in carico alla Sorical".  "Da questa storia - affonda il dito nella piaga Russo - il Comune ne esce ancora una volta male, infatti, dalle dichiarazioni rilasciate dal consigliere Lombardo e dalla risposta alla nostra interrogazione dell’assessore Alessandria, si deduce che il Comune di Vibo non sappia quanta acqua effettivamente viene immessa in rete dalla SORICAL. In ogni caso però, nonostante i cittadini vibonesi paghino l’acqua(potabile?), il Comune deve alla SORICAL € 6.165.904,98, mi piacerebbe sapere come mai…"

 

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